Sono stata a vedere Nessuno si salva da solo. L’ultimo film di Sergio Castellitto, tratto dal libro di Margaret Mazzantini, con Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca.

Ero attratta dal soggetto: una coppia giovane con due figli piccoli (sotto i dieci anni) che si sta separando.

Il film è doloroso e vero. La storia è la storia di molti: un’attrazione sessuale potente e irrefrenabile all’inizio, una relazione che si nutre delle rispettive debolezze e lentamente si consolida, si rafforza, su radici friabili. I figli, amati da entrambi e da entrambi voluti, sono il muro di Berlino che li dividerà.

Lentamente, come l’acqua che scorre erode la roccia. La passione si raffredda, le frustrazioni della vita quotidiana montano, i differenti modelli educativi allontanano, la sfiducia prende il largo.

La paura di non essere una buona madre. Il timore di non essere uno scrittore di cinema fallito. La coppia scoppia.

Arriva l’odio:

“Non avrei mai immaginato che potessi diventare così stupido”.

“Dimmi che non mi ami più, dimmelo, ho bisogno di sentirlo con le mie orecchie, per iniziare ad abituarmici”.

Si amano ancora, forse, non si sa, ma non possono più essere una famiglia.

È un addio, dopo gli insulti e il gelato in faccia, che sa più di un arrivederci. Del resto ci sono i figli a tenerli uniti, e nulla potrà mai dividerli (il divorzio è più indissolubile del matrimonio).

Ma questo non è il punto del film e neppure del mio post.

Il punto è che il regista ha fatto bene a concentrarsi sul dolore dell’attimo. Sulla potenza della passione e il contraltare dell’odio. Nulla di più umano.

Ma dopo l’odio, la rottura, la separazione può sempre rinascere qualcosa. Nuove coppie, nuove famiglie, nuovi affetti. Ogni tanto, qualche buon regista come Castellitto, dovrebbe ricordarselo.

Non ci sono solo i divorzi, seppur dolorosi e interessanti da analizzare da un punto di vista artistico, ma anche le famiglie ricostituite. Con nuovi dolori, ma anche nuove gioie e nuove speranze. 

 

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Giornalista-blogger e mamma-matrigna. Questa sono io. Con il blog mammamatrigna cerco di raccontare gli scuotimenti e le difficoltà di questo doppio ruolo. Lo faccio perché fa bene a me e spero porti sollievo anche a chi mi legge. La famiglia allargata è complessa ma non impossibile. Ci vuole coraggio, amore e pazienza. E un pizzico di ironia. Un pizzico, eh!!

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