Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”. Riconoscere questo principio “costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo“: questo è ciò che viene stabilito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Belle, bellissime parole. Però, ancora una volta, si tratta di principi che restano sulla carta, mentre la realtà è ben diversa. Non c’è un giorno in cui i media non ci raccontino di violenze e guerre e l’aspetto più sconvolgente è che a farne le spese sono soprattutto i bambini.

Di fronte a queste notizie, la scelta è tra due possibilità: assistere come spettatori a vicende che consideriamo lontane, che in fondo non ci riguardano più di tanto oppure fare qualcosa, agire.

Noi siamo per la seconda.

Genitori Channel ha lanciato una bella iniziativa con Emergency (l’organizzazione da anni impegnata nelle zone di guerra affinché la parità di diritti non resti solo sulla carta, ma si traduca in realtà) di sensibilizzazione attraverso un video realizzato con l’obiettivo di far conoscere il lavoro che questa organizzazione svolge nel  mondo.

Attraverso il linguaggio del fumetto, semplice e immediato, si rivolge direttamente ai bambini per parlare di guerra, di povertà, ma soprattutto di altri bambini.

Tutti noi come genitori, educatori ci siamo chiesti più di una volta se sia giusto parlare ai nostri figli di questi temi o se, per proteggerli, è meglio tacere, rimandando certi discorsi a un’età in cui si avranno gli strumenti per capire. Proteggerli significa però anche aiutarli ad acquisire quelle conoscenze e quelle competenze che permettano di leggere il mondo, di comprenderlo, ma soprattutto di crearsi una propria visione.

Il video di cui vi abbiamo parlato, il lavoro di sensibilizzazione che Emergency e molte altre associazioni svolgono nelle scuole è di fondamentale importanza, uno stimolo a osservare il mondo attraverso diversi punti di vista e a impegnarsi nella costruzione di un mondo più equo. Tutto ciò che impariamo in famiglia o nei gruppi di pari contribuisce a formare la nostra mentalità e l’atteggiamento nei confronti degli altri; parlare “a e con” i bambini di guerre e di violenze, offre l’opportunità di aiutarli ad acquisire gli strumenti per comprendere e reagire all’ingiustizia.

Per assumere un altro punto di vista è però necessario partire da noi stessi. Il confronto, fondamentale per la crescita, non può esserci se non partendo dalla propria identità. Per capire quali effetti hanno fenomeni come la guerra, l’estrema povertà, lo sfruttamento sulla vita di altri bambini, quali diritti vengono negati, è necessario che i più piccoli conoscano e riflettano sui diritti di cui godono.

Conoscere e sperimentare i propri diritti aiuta ciascuno a comprendere la differenza tra bisogni e desideri, quello che davvero ci serve per stare bene, quello che abbiamo e quello che resta ancora da raggiungere. Partendo dalla propria realtà sarà possibile aprire lo sguardo a mondi lontani. Far comprendere ai bambini che andare a scuola, essere curati quando si sta male, vivere in un luogo sicuro, essere protetti da sfruttamento e abusi significa godere di diritti che non devono essere messi in discussione, da nessuno e in nessuna parte del mondo è il primo passo per stimolare il rifiuto di alcune situazioni, anche se lontane. Questo per noi vuol dire uguaglianza.

Sollecitare i bambini a ragionare in ottica di diritti significa stimolarli a esprimere le loro idee e i loro sentimenti. Spingerli a guardare oltre la loro comunità, per capire cosa accade attorno a noi. Ma soprattutto, capire che la conoscenza dà potere, il potere di cambiare la realtà, perseguendo obiettivi di solidarietà e di giustizia. Il solo fatto di parlarne, permette ai bambini di capire che non si può restare indifferenti di fronte a certe situazioni.

Se la maggior consapevolezza dei bambini e dei ragazzi sulle questioni globali viene orientata criticamente, stimolerà cambiamenti positivi per le generazioni future, che se formate e supportate nel modo adatto, saranno in grado di opporsi a ogni forma di violenza.

È questo lo spirito con cui Emergency parla ai più piccoli delle realtà segnate dalla guerra, stimolandoli però a immaginare un futuro di pace.

Attraverso video, testimonianze, giochi e attività che variano secondo l’età viene lanciato un importante messaggio: l’idea che si può fare concretamente qualcosa per restituire una vita dignitosa alle vittime di guerra, che il mondo è uno solo e che la costruzione di un futuro all’insegna del rispetto dei diritti fondamentali ci riguarda da vicino ed è necessario il contributo di tutti.

Grazie a GenitoriChannel per il bel progetto #cosafaemergency: una iniziativa a sostegno di SOS Emergency. Il video viene diffuso attraverso il web e presentato nelle scuole dove Emergency porta la sua testimonianza gratuitamente (per informazioni: scuola@emergency.it).

Fonti:

Nessun Escluso, UNICEF, 2003
Scuola di Tutti, Scuola di ciascuno, UNICEF, 1998.

Author

Acrobata per vocazione, una laurea in Lingue e Comunicazione, da oltre 10 anni mi divido tra le mie due grandi passioni: educazione e comunicazione, convinta che le due cose insieme possano fare la differenza. Da sempre in prima linea accanto ai bambini, agli adolescenti, alle mamme e ai papà, a scuola e in famiglia, ho lavorato e lavoro per diverse realtà del terzo settore occupandomi di diritti dei minori, cittadinanza attiva, intercultura, disabilità e fragilità sociale con l’obiettivo di contribuire a diffondere una cultura dell’infanzia e dell’adolescenza. Il mio sogno? Mettere al servizio dei genitori le mie competenze e professionalità, per supportarli nel loro ruolo educativo.

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