Riporto una frase che mi è stata detta da un’amica qualche settimana fa in merito ad un articolo che sosteneva che molto spesso le donne depresse decidono di non allattare:
“E se fosse l’allattamento a portare con sé, in rari casi e in particolarissime condizioni, la depressione?”
Questa è una frase molto forte, una sorta di provocazione che avrà fatto saltare sulla sedia la maggior parte di voi… pure me quando l’ho letta… ma l’ho voluta riportare perchè l’allattamento nel mio caso non è stato facile e ci sono stati giorni che ho temuto davvero di star scivolando pian piano verso una tristezza un po’ preoccupante…

Non tutte lo sanno, sicuramente pochissime future mamme al primo figlio, e questo post-outing lo sto scrivendo principalmente per loro… e per me, perchè si sa che scrivere è terapeutico…
Avviare bene un allattamento NON è facile, anzi nella maggior parte dei casi è DIFFICILE e questo raramente ci viene detto e raccontato.

Spesso nei corsi pre parto si accenna solo all’allattamento facendolo passare come la cosa più semplice e naturale del mondo.

Quando frequentai il corso durante la mia prima gravidanza all’allattamento non fu dedicato che una mezz’ora durante l’ultimo incontro.
Del tipo: ok, alla fine di questa avventura dovrete pure nutrirlo questo bimbo, giusto? Ecco, nutritelo attaccandolo al seno ogni volta che piange!
Ok, FACILE, la cosa più semplice del mondo, la più naturale.
Il bimbo piange, io tiro fuori una tetta e zac! NOn piange più, mangia e io sono la mamma più serena del mondo, anzi pure la più bella proprio come tutte quelle foto meravigliose di cui web e social network sono pieni, immagini bellissime e dolcissime di mamme sorridenti con attaccati al seno bimbi splendidi che ciucciano e godono del contatto con la loro mamma.
Ecco, se qualcuno si fosse azzardato a fotografarmi durante i primi giorni di allattamento… tanto bella, romantica e dolce NON ero proprio!

Me ne accorsi già con la mia prima figlia che non si volle attaccare in sala parto, continuò a non attaccarsi una volta in camera, persistette nei giorni successivi nonostante svariati tentativi e finalmente mi degnò di una ciucciatina solo dopo aver provato con il paracapezzolo.
L’allattamento durò poco, l’attacco non era corretto, le ragadi proliferavano a vista d’occhio, il sostegno era scarso e al quinto giorno dopo l’arrivo della montata… arrivò pure una bella mastite. Corsa al pronto soccorso, febbre a 40°, sangue e lacrime…

Ora le più esperte in materia staranno pensando che si può e si DEVE allattare con la mastite, si può e si DEVE attaccare il bimbo al seno anche quando il dolore delle ragadi ti trafigge come spilli il cervello, si può e si DEVE allattare anche quando continua a uscire solo sangue e tu piangi e non capisci cosa devi fare e ti senti uno schifo fin dentro l’anima perchè non assomigli per niente a quella biondazza con la tetta al vento che allatta il suo puttino angelico la cui foto ti si schiaffa davanti appena cerchi notizie sul web su come uscire da questa situazione allucinante!

E in quei momenti, dove già ti senti sul ciglio di un dirupo in attesa di capire se lanciarti o meno, ecco che le persone intorno a te iniziano a darti consigli (ognuno diverso dall’altro, ovviamente) per incoraggiarti a non mollare, a lottare per salvare questo allattamento iniziato male.

“…anche io ci sono passata, fidati, dopo 2/3/4 mesi di sofferenza vedrai che passa”
Peccato che 2/3/4 mesi in quel momento sembrano infiniti.

“…più lo attacchi e più latte arriva”
ok, ma se sto soffrendo come un cane l’idea di attaccarla continuamente non mi aiuta!

“…per i figli bisogna fare dei sacrifici, questo è solo il primo di tanti altri che dovrai fare”
Fantastico, posso spararmi subito o aspetto domani?

NESSUNO, e dico nessuno, che ti chiede “ma TU come stai? Cosa vuoi fare? Cosa pensi sia MEGLIO PER TE E PER TUO FIGLIO?”
No, nessuno lo chiede, o pochissime persone.

Beh, quella volta l’allattamento fallì miseramente.
E una volta fallito, iniziarono i SENSI DI COLPA. Quelli sì che sono solo i primi di una lunghissima serie che contraddistingue la vita di ogni mamma.

Questa seconda volta le cose sono andate diversamente.
Non ero più una neomamma alla prima esperienza, avevo molte più conoscenze in materia.
Fin dagli ultimi mesi di gravidanza mi ero detta che ci avrei riprovato, che avrei tentato il tutto e per tutto per avviare un bellissimo allattamento proprio come quello delle foto patinate di cui sopra (oh no, errore madornale, ma come ho fatto a caderci di nuovo?!?)

allattamento e inadeguatezza

Subito dopo la nascita di M. ho eseguito tutto da manuale: attaccata al seno entro un’ora dalla nasciata, tenuta attaccata per le successive 48 ore (tranne quando si abbioccava con la bocca spalancata al vento…), accoccolata sulla mia pelle quando dormiva per favorire il contatto e la produzione di prolattina.
Bene, il latte è arrivato al quarto giorno senza montata, la bimba nel frattempo è calata troppo e si è reso necessario darle l’aggiunta di LA.

Apriti cielo! Disastro!
E di nuovo lacrime.
E di nuovo sensi di colpa.
E di nuovo consigli da ogni dove su cosa fare, quando farlo, come farlo, perchè farlo, tutto per salvare questo ennesimo allattamento iniziato male.

Ho passato delle settimane DIFFICILI nelle quali il mio unico pensiero NON era se mia figlia stava bene e cresceva ma quanti grammi riusciva a prendere dal mio seno e quanti dal biberon, quale fosse la tisana migliore da prendere per far aumentare il latte, quanti litri dovevo bere al giorno di acqua, etc…
TUTTI i miei pensieri erano rivolti all’allattamento, e non a mia figlia.
Lei era solo un piccolo esserino che dovevo nutrire, a tutti i costi, perchè altrimenti mi sarei di nuovo sentita un fallimento, perchè stavolta dovevo dimostrare che ce la potevo fare anche io, che ero in grado, che era la cosa più naturale del mondo.
L’allattamento era diventato un’ossessione.

Non ero serena, nemmeno un po’… e dopo qualche settimane ho iniziato a capire che un vortice di tristezza (o depressione o altre definizioni che dir si voglia) mi stava risucchiando e mi sono spaventata. Tanto.
Per fortuna in quel momento ho avuto la lucidità di accorgemene e di cercare di riprendere in mano la situazione.

Ho capito che da ME dipendevano le mie figlie e la mia famiglia, che poco importava quanto riuscivo ad allattare la mia bimba e se qualche volta dovevo darle anche il biberon.
Ho capito che dovevo ritrovare la SERENITA’. La serenità nel continuare con quell’allattamento che tanto mi stressava o MOLLARE.

Sì, a volte SI PUO’ ANCHE MOLLARE se diventa troppo difficile, complicato, sfibrante, deprimente e angosciante.
Si può mollare SENZA doversi per forza sentire in colpa per i mesi e gli anni a venire.
Si può mollare perchè è vero che ogni donna può allattare ma la domanda è: con quanta fatica?
Si può mollare perchè quello che non deve MAI mancare a un bambino è LA SUA MAMMA, non il suo latte o la sua tetta, MA il suo affetto, la sua pelle, il suo odore, il suo abbraccio, la sua carezza… tutte cose che indistintamente appartengono sia alle mamme che allattano sia alle mamme che danno il biberon.

E nel momento in cui ho capito che POTEVO mollare senza necessariamente sentirmi di nuovo inadeguata o una mamma di serie B… in quel momento ho ritrovato la MIA SERENITA’, ho guardato mia figlia con occhi diversi e l’ho attaccata al seno perché questo allattamento “incasinato” è il NOSTRO ALLATTAMENTO, per noi è il modo migliore, l’equilibrio ritrovato, finalmente.

In conclusione, forse retorico ma per me decisamente vero, ALLATTARE E’ LA COSA MIGLIORE CHE PUOI FARE PER TUO FIGLIO… A CONDIZIONE CHE TU LO FACCIA CON SERENITA’, ALTRIMENTI MEGLIO DAVVERO UN BIBERON DATO DA UNA MAMMA TRANQUILLA E CHE NON STA RISCHIANDO DI ANDAR VIA DI TESTA…

photo credit: peasap via photopin cc & ©mammeacrobate

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Digital Lover e socialmediaholic, da sempre web addicted e dal 2007 anche mamma (acrobata) di Arianna e dal 2012 di Micol. Mammeacrobate è la mia terza creatura! Qualcosa di me la trovi anche qui www.manuelacervetti.com

48 Comments

  1. la cosa più importante che una madre possa fare per il proprio figlio non è dare una tetta ma è essere preparata a quello che può succedere al proprio figlio in termini di salute. Se al corso preparto intervenissero meno talebane dell’allattamento e più persone preparate preposte ad insegnare ad una futura mamma come riconoscere segnali importanti di patologie, come misurare la frequenza cardiaca, come accorgersi di anomalie del respiro ( sono cose importanti da sapere e semplici da fare) ci sarebbero meno madri depresse perchè non riescono ad allattare e meno bambini ricoverati in extremis come ho avuto la sfortuna di vedere durante la mia lunga e penosa esperienza in ospedale con mio figlio. Madri che pensano che l’allattamento sia tutto e non sanno quale deve essere la frequenza cardiaca di un neonato, non sanno come misurarla (perchè nessuno gliel’ha spiegato), non sanno che la maggior parte delle morti in culla è dovuta ad aritmie comuni nei neonati e NON al biberon!
    Non ho potuto allattare mio figlio, mi hanno fatto sentire in colpa e inadeguata per questo, ma poi mi sono resa conto che il latte materno non avrebbe fatto stare meglio mio figlio, anzi! Mio figlio col LA non si è preso mezzo raffreddore nei primi 13 mesi di vita, è cresciuto molto meglio e di più rispetto a quelli nati con lo stesso peso ed allattati, il rapporto con me è sempre stato straordinario e ora, a 5 anni, è invidiabile. Non credo nell’allattamento, ma credo in altre cose, in cose che, conoscendole, hanno salvato la vita di mio figlio. I bambini bevono latte perchè è il loro unico alimento. Che lo bevano da un seno o da una bottiglia non fa molta differenza. Altre cose fanno la differenza….spesso la differenza tra la vita e la morte, e nessuno ce lo insegna. STo facendo una crociata contro i corsi pre parto così come sono strutturati. Così come sono strutturati sono inutili e spesso fanno male alle madri, creando sensi di colpa assurdi in tema di allattamento e cesareo.

    • una mamma che alla 2 maternita’ si sente solo che una grande fallita perche’ ancora una volta ha abbandonato l’allattamento in preda a sconforto,disperazione e depressione. io mia figlia,la bilancia e continui pianti perche’ poppava poco e intorno solitudine…

  2. … E alla fine hai dimostrato di essere la Donna Intelligente che sei, e che sa scegliere. Da sola. Senza seguire “quello che dicono gli altri”…
    Solo tu sai cosa è meglio per la Tua vita… E riuscire a smettere di “dover stare dentro lo schema precostituito da altri”… E’ la prima forma di intelligenza.

    Ad oggi viene chiamata “rivoluzione”… Il che la dice lunga sul livello di conformismo raggiunto dalla massa.
    Non c’è una verità universale e valida per tutti. Punto.

    E il tuo outing spero faccia capire a tante altre mamme, donne e persone… Che seguire la propria serenità, è una scelta del singolo individuo!
    Essere madre è difficile, essere donne è difficile, essere persone serene ancora di più… Ma ben venga chi ha il coraggio che hai tu!
    Il coraggio di vivere la PROPRIA di vita, la PROPRIA realtà, diversa dalle altre… E scegliere quanto è meglio per sè, per la propria figlia e la propria vita.
    Sei un esempio di libertà!

  3. Questo articolo racconta la vera esperienza di una mamma, aldilà di tutte le teorie… mi complimento per il coraggio di esserti esposta in questo argomento così difficile, delicato e in cui ci si deve muovere in punta di piedi, avendo assoluto rispetto della mamma e del suo sentire. Grazie della tua esperienza.

  4. Francesca

    grazie per questo post, dovrebbero farlo leggere alle mamme in attesa. Io sono stata fortunata: ho vissutto l’allattamento di entrambi i miei figli con grande serenità e naturalezza, ma so che non può essere così per tutte. Ciascuna mamma vive la propria esperienza e la cosa fondamentale è che sia il più serena possibile…compatibilmente con le piccole insicurezze che l’essere mamma sempre comporta.

  5. bellissimo e utilissimo post, Manu. Io ho tre figli, come tu sai, e ne aspetto un quarto. Al primo figlio ero l’integralista della tetta. Mi ci avevano fatto diventare. Se non allatti sei una mamma snaturata che non pensa al bene del proprio figlio. Miche, il mio primo, è stato allattato per 16 luuuuunghi mesi… tralasciando il fatto che poi le tue tette diventano due ciabatte (non è certo questo il punto) ero diventata schiava del suo bisogno di essere allattato e lui era una specie di cozza, una mia appendice completamente dipendente da me. Al secondo giro ho allattato ancora, con Lorenzo. Di notte piangeva come un matto, mi alzavo, lo allattavo, lo mettevo giù e dopo 1 ora via che si ricominciava. E lì mi è venuto il primo dubbio? Non è che lo sto torturando per compiacere la mia “mammitudine” e poter dire in giro “IO ALLATTO”? Grazie all’aiuto di Max, mio marito, ho cominciato a introdurre il latte artificiale come aiuto e ho scoperto che le sue urla erano solo fame… il mio latte per lui era solo l’aperitivo… Ho allattato Lorenzo per 5-6 mesi, con l’aiuto dell’artificiale, poi ho smesso. Col terzo ho allattato ancora meno. Ho scoperto che TA-DA… il mio latte gli faceva venire le coliche! Col quarto cosa sarà? Boh! Ho imparato che ogni bambino fa a sé, che ogni volta devi buttare via il manuale di istruzioni che pazientemente hai scritto per uno e ricominciare da capo. E, anche se i consigli sono utili, per carità, non esiste nessuno meglio di una mamma e un papà per comprendere il proprio bambino. Che logorroica…

  6. Grande Manu,
    sono con te e ti ringrazio perchè per ciascuna di noi, con latte e non, il tuo post sarebbe stata come una carezza in quei momenti li’…. 🙂

  7. Come ti capisco! Il pediatra di mia figlia fu quello che mi fece scattare la molla per avviare un allattamento iniziato male: “Signora, deve fare come le mucche. Smetta di pensare e si lasci guidare da sua figlia, si deve fidare di lei”. Quando ho smesso di preoccuparmi e di voler avere tutto sotto controllo l’allattamento è partito bene!

  8. secondo me, quando ci si trova in difficoltà bisogna chiedere aiuto, non alle amiche, ma alle ostetriche. Il loro ruolo è proprio quello. Nessuna di voi ha chiesto aiuto quando si è trovata in difficoltà con l’allattamento?

    • Manu di Mammeacrobate

      [quote name=”Dani”]secondo me, quando ci si trova in difficoltà bisogna chiedere aiuto, non alle amiche, ma alle ostetriche. Il loro ruolo è proprio quello. Nessuna di voi ha chiesto aiuto quando si è trovata in difficoltà con l’allattamento?[/quote]

      Ciao Dani,
      si io ho chiesto aiuto a una consulente del latte che mi ha aiutata con grande disponibilità e affetto.
      Hai ragione, bisogna anche saper chiedere aiuto nonostante io pensi che in quei delicati momenti a volte anche questo gesto può diventare difficile.

      • Cara Manu, ho pianto.. tante lacrime leggendo il tuo post e ricordando i momenti brutti passati cercando di allattare…
        Con la prima ho sofferto per 2 settimane (sembrano poche, ma in quel momento erano interminabili), spilli nel cervello e nel seno ogni volta che lei si attaccava.
        Piangevo disperata e rimandavo ogni volta di 10 minuti, mezz’ora l’allattamento, come se questo potesse essermi utile.
        Nonostante mio marito mi dicesse di smettere, che non ne valeva la pena soffrire cosi, io ho continuato, perché “non sei una vera mamma se non riesci ad allattare”!
        Con il secondo e’andata peggio, attaccarlo al seno era ancora più doloroso, lui non si attaccava bene, non apriva bene la bocca.
        Ho passato un mese intero a lottare con lui ( con il seno in bocca continuava a piangere), nervosi tutti e due.
        Uscivamo poco, preferivo piangere per il dolore da sola in casa…
        L’aiuto di una consulente per l’allattamento?? Volevo chiedere un supporto, ma in quel momento non ce l’ho fatta! Vergogna, stipidita’, caparbietà, chiamatela come volete!
        Credo che l’unico aiuto siano questi blog, ci si rende conto di essere normali…

        Un bacio
        Penelope – Mamma 24

        • Manu di Mammeacrobate

          [quote name=”Penelope”]Cara Manu, ho pianto.. tante lacrime leggendo il tuo post e ricordando i momenti brutti passati cercando di allattare…
          Con la prima ho sofferto per 2 settimane (sembrano poche, ma in quel momento erano interminabili), spilli nel cervello e nel seno ogni volta che lei si attaccava.
          Piangevo disperata e rimandavo ogni volta di 10 minuti, mezz’ora l’allattamento, come se questo potesse essermi utile.
          Nonostante mio marito mi dicesse di smettere, che non ne valeva la pena soffrire cosi, io ho continuato, perché “non sei una vera mamma se non riesci ad allattare”!
          Con il secondo e’andata peggio, attaccarlo al seno era ancora più doloroso, lui non si attaccava bene, non apriva bene la bocca.
          Ho passato un mese intero a lottare con lui ( con il seno in bocca continuava a piangere), nervosi tutti e due.
          Uscivamo poco, preferivo piangere per il dolore da sola in casa…
          L’aiuto di una consulente per l’allattamento?? Volevo chiedere un supporto, ma in quel momento non ce l’ho fatta! Vergogna, stipidita’, caparbietà, chiamatela come volete!
          Credo che l’unico aiuto siano questi blog, ci si rende conto di essere normali…

          Un bacio
          Penelope – Mamma 24[/quote]

          Ecco, come ho scritto a Dani, non sempre è facile in quei momenti trovare anche la forza per chiedere un sostegno…
          Grazie per le tue parole
          Manu

  9. Io ho allattato 15 mesi ed ero nella situazione di Silvia Acrobata: cozza all time long.
    L’ultimo mese: una sofferenza!
    Il primo? Ragadi. Ho una soglia del dolore molto alta per fortuna e ho retto bene, ma mai che qualcuno mi abbia aiutato a dire “puoi anche non farlo”.
    A 5 mesi Ida aveva 6 denti e mi mordeva e io chiedevo aiuto a mio marito per darle il bibe (col mio latte fra l’altro) che lei non voleva da me (ovviamente) e il suo aiuto è durato 15 minuti scarsi. “Vedi che vuole te? Dalle il tuo non vedi quanto piange? Smetterà di mordere PRIMA O POI”. E io che non avevo la forza di mandarlo dove sarebbe dovuto andare perchè ero finita ovviamnete a piè pari in una depressione post parto (ma nessuno ha mai notato che dpp si usa sia per la depressione che per la data del parto?!?) coi fiocchi di cui ancora oggi dopo 4 anni porto i segni.
    Io sì Dani, ho chiesto aiuto alle ostetriche anche perchè la ped continuava a dirmi “PER ORA CRESCE quindi niente aggiunta” e io mi sentivo uno schifo perchè mi sembrava che l’aggiunta fosse il mio fallimento.
    Per fortuna al corso preparto ci avevano spiegato bene come capire se il nostro latte era sufficiente e io di dubbi in merito non ne avevo (mi partivano gli zampilli appena toglievo le coppette!) ma soprattutto per fortuna la mia ostetricaa era un’amica di vecchia data che mi disse “Se anche le dai un’aggiunta le puoi dare il tuo che ne hai tanto…e magari ti riposi un po’”.
    Almeno mi sono sentita meno in colpa ed ha aiutato tanto!
    Allattare è importante, bello, [u]comodo[/u] ma non è indispensabile.
    Soprattutto se il prezzo è la salute della madre.

  10. cara manu, quello che scrivi mi è molto famigliare purtroppo…con la prima ho dato aggiunta al secondo mese rischiando la depressione per i sensi di colpa (sebbene non avessi latte a sufficienza, ragadi, dolori etc etc…), e col secondo (che ora ha un mese) rischierei la stessa cosa perchè a sentire “gli altri” (ostetriche pediatra amiche consulenti LL) DEVO allattare. Prima ragadi, dopo riflesso emissivo troppo fotre, ora poco latte…serenità ben poca e quelle immagini rassicuranti che ci propinano ben lontane dalla mia realtà…piange lui e piango io, che c’è di bello?Ma questa volta cercherò di esser forte e fare solo il bene mio e di mio figlio (che ha TANTA fame:)) e a cui il mio latte non basta, e seguire solo ciò che mi detta il cuore e…la mia famiglia!Siamo in 4 ora e devo qualcosa anche a mia figlia maggiore che ha solo 3 anni e al mio compagno, non posso stare tutto il giorno attaccata al piccolo che ha fame perchè la tetta non basta.Quindi anche io sto seguendo la “via mista”, finchè dura.Poi penso sempre che io non ho preso una goccia di latte (negli anni 70, al contrario il dictat era piuttosto NON allattare)e non ho mai sofferto problemi di salute.Tanti fattori la influenzano , per esempio l’inquinamento o l’alimentazione stessa della madre che non rendono valida l’equazione allattato al seno=sano.Poi chi allatta serenamente e facilmente, beata lei!Ma non stigmatizziamo chi non riesce o anche non vuole farlo.Essere madre vuol dire talmente tante cose che ridurci ad una tetta mi pare francamente esagerato e forse rientra nell’ottica di chi vuole che siamo solo QUESTO.Grazie ancora manu

    • Manu di Mammeacrobate

      Quello a cui devi pensare e al quale dedicare le tue energie è la TUA famiglia, comprensiva non solo del tuo piccolino ma anche della tua prima bimba e del tuo compagno. Capisco ogni tua parola….
      Ti auguro di trovare presto la TUA serenità!!
      Un abbraccio forte
      Manu

  11. Quanta verità in questo tuo post. Se avessi avuto l’opportunità di leggere parole di questo genere alla nascita dei miei figli mi sarei risparmiata due tentativi di allattamento finiti tragicamente (anche se per motivi diversi); invece purtroppo sui libri e riviste specializzate l’allattamento al seno come dici tu viene dipinto solamente come l’esperienza per antonomasia della maternità che non ci si deve e NON SI PUO’ assolutamente perdere. Per fortuna anch’io all’epoca ho avuto un barlume di lucidità che mi ha permesso di prendere la situazione a due mani e riacquistare la serenità necessaria per crescere i miei figli, splendidi grazie anche al BIBERON!!!

    • ma è verò l’esperienza di allattare è meravigliosa, oltre a essere la cosa migliore per il bambino, a mio avviso molte mamme abbandonano troppo facilmente l’allattamento probabilmente per ignoranza perchè nessuno ha spiegato loro bene come fare a superare le difficoltà. Io ho avuto sostegno in ospedale dove ho partorito e lì o allattavo o allattavo perchè aggiunta non ne davano.

  12. totalizzante, gratificante…quando vissuta con serenità! Io ho la doppia esperienza. Primo figlio allattato, secondo non allattato per evidenti difficoltà. Forse io sapevo come doveva andare e che non stava andando per il verso giusto ma è vero, se non va meglio non falro andare. Detto questo sono anche convinta che per avviarlo nel modo migliore ci sia bisogno di una buona assistenza ospedaliera che non sempre c’è

  13. GRAZIE,
    mia figlia ha ormai 17 mesi, avevo iniziato ad allattarla con entusiasmo e ottimismo, ma ho resistito solo 3 settimane, poi, grazie ad un’amica sincera e al mio compagno, ho detto basta, in lacrime.
    Per me è stato più facile partorire che allattare, ma quando lo dico tante “mamme perfette” mi guardano come se fossi un alieno… e io ci sto ancora un po’ male.
    ecco perchè ti ringrazio, le tue parole mi fanno sentire un po’ meno sola su questo tema, su cui davvero a volte le donne sanno essere meno solidali che mai!

  14. Cara Manu, come ti capisco…e quanto ti ringrazio per quello che hai scritto, a nome di tutte le mamme che come noi si sono sentite inadeguate, incapaci, di serie B a causa di un difficoltoso allattamento. Anche per me, a causa di una conformazione del seno evidentemente non ottimale per allattare, e’ sempre stata una grande fonte di sofferenza e delusione. Col primo figlio, che non riusciva proprio ad attaccarsi, ho mollato il colpo dopo circa tre settimane. Purtroppo si e’ rivelato allergico alle proteine del latte vaccino e son stati guai anche con l’artificiale, per cui col mio secondo figlio ho tenuto duro come la piu’ stoica delle martiri. 9 mesi di autotorture tra paracapezzolo, tiralatte e chi piu’ ne ha piu’ ne metta…confortati fortunatamente dalla sua ottima crescita e da un meraviglioso rapporto a due. Col terzo figlio…chi lo sa! Non so se saro’ ancora cosi’ forte e determinata…ma di certo nei momenti di sconforto ricordero’ le tue parole e ricordero’ che prima di tutto lui ha bisogno della sua mamma e non di una tetta. Un abbraccio affettuoso. sara

    • Manu di Mammeacrobate

      Ci sarò io a ricordartelo Sara :))

  15. Alessandra

    Grazie per aver scritto il post con tanta sincerità. Bravissima! Io ho, da subito, iniziato un allattamento misto e molto incasinato che mi ha creato tanti sensi di colpa e, tuttora, dopo quasi 4 mesi, continua a crearmeli. Il tuo post mi ha fatto sentire meno “strana”.
    Grazie davvero

    • Manu di Mammeacrobate

      [quote name=”Alessandra”]Grazie per aver scritto il post con tanta sincerità. Bravissima! Io ho, da subito, iniziato un allattamento misto e molto incasinato che mi ha creato tanti sensi di colpa e, tuttora, dopo quasi 4 mesi, continua a crearmeli. Il tuo post mi ha fatto sentire meno “strana”.
      Grazie davvero[/quote]

      Cara Alessandra
      Non sei assolutamente strana, tutti i commenti a questo post lo dimostrano 🙂
      Goditi la tua creatura e vedrai che a poco a poco i sensi di colpa svaniranno!
      Ti abbraccio!!

  16. Manu di Mammeacrobate

    Vorrei abbracciarvi una ad una 🙂

  17. Ho letto tutto l’articolo con attenzione. Ogni giorno da quasi 4 mesi penso che ringrazio il cielo che al mio nano sia venuto l’ittero, così ci hanno trattenuto una settimana e ho potuto stressare ostetriche e puericultrici fino allo sfinimento. Ho avuto una gravidanza a rischio quindi non ho potuto fare il corso preparto ma mi sono accorta subito, dopo la nascita di T, di quanto veniamo lasciate sole, in balia di quell’istinto materno che dovrebbe far sì che tutto fili liscio. “E se non è così che mamma sei!?” Ho allattato e sto ancora allattando al seno e ne sono felice, ma sono certa che se tutto fosse andato bene e mi avessero dimesso dopo 48h come fanno ora, non ce l’avrei fatta da sola. Nessuno ti spiega come si fa, dove vivo non c’è neppure un consultorio materno-infantile (consultorio!? what’s!?!?) a cui appoggiarsi..
    Grazie davvero per queste parole..
    Monica

  18. Non vorrei sembrare necessariamente in controtendenza, ma mi sembra che il post di Manuela si possa ridurre semplicemente in un “[b]ci vuole un’informazione corretta[/b]”. Il problema è dove trovare tale informazione. Non dal pediatra; difficilmente all’ospedale; con un po’ di fortuna dall’ostetrica; forse dalla LLL e così via.
    [b]Il problema di fondo è che si è in gran parte persa la consoscenza di come si allatta[/b] dato che noi siamo figli e in alcuni casi nipoti di madri che non hanno allattato. Ora si sta cercando di “riscoprire” questa tecnica, ma come è stato osservato in molti casi, è difficile.

    Ciò non toglie la verità che l’allattamento non sia il meglio per un bambino, ma semplicemente la norma.
    Ciò non toglie che il bambino abbia il diritto di essere allattato.
    Ciò non toglie che il latte artificiale abbia delle controindicazioni delle quali si parla troppo poco.

    Insomma, senza nulla togliere alla storia raccontata da Manuela, il problema non si risolve facendo una gita al supermercato, ma battendosi affinché venga resa disponibile un’informazione più accurata e utile.

    Dopo tutto, come ha fatto l’umanità a sopravvivere fino ad ora?

    Ah, per chi dice che siamo in un mondo dove si è bombardati da immagini di allattamento, ma su che pianeta vivono? Le statistiche parlano chiaro… [b]in Italia sono POCHE le donne che allattano[/b] fino a 3 mesi e quasi nessuna allatta fino a 6; figuriamoci quante sono quelle che vanno oltre (i dati sono facilmente reperibili in rete).

    • Professionemamma

      Assolutamente daccordo!
      Allattare al seno non è sicuramente facile, ma con le giuste informazioni ed il dovuto sostegno è possibilissimo!
      Io ne so qualcosa…mio figlio è stato ricoverato per un mese alla nascita in patologia neonatale perchè gli hanno rotto il femore nel tirarlo fuori dalla pancia con TC. Mi sono tirata il latte per un mese per portarglielo in ospedale, nonostante i primi giorni quando ancora non avevo avuto la montata usciva solo e tanto sangue dal tiralatte!
      Una volta uscito dall’ospedale ovviamente non ne voleva sapere di attaccarsi…ho avuto ingorghi, ragadi…ma ho chiamato non una, ma più consulenti che mi hanno sostenuta ed aiutata.
      Ho allattato per 20 giorni col Das al dito, finchè finalmente è partito l’allattamento!
      Nell’arco dei mesi ho avuto mastite, candida al seno, ingorghi frequenti, vasospasmo, morsi e…dulcis in fundo herpes zoster ad un seno.
      Ho continuato ad allattare sempre! ho dovuto prendere medicinali e mi sono informata sulla compatibilità, ho dovuto sospendere da un seno, ho dovuto educare mio figlio a non mordere!
      Il nostro allattamento nonostante tutto è stato meraviglioso e durato 22 mesi fichè lui non ha deciso di sospendere forse perchè sentiva la sorellina in arrivo!
      Per me, e per tante mamme che hanno dovuto avere un cesareo, oppure i loro bimbi ospedalizzati l’allattamento è un modo importantissimo per creare il legame col proprio bambino.
      E’ vero, non è sempre facile…ma è naturale!

  19. Manu di Mammeacrobate

    Non è questione di controtendenza, ci mancherebbe. Anzi, credo che il tuo discorso sia molto giusto, forse manca una corretta informazione sull’allattamento, soprattutto durante i mesi della gravidanza, e un sostegno “fisso” ( e non che te lo devi andare a cercare perchè a volte non ne hai nemmeno la forza) nel post parto.
    Il mio racconto vuole però anche dire alle mamme che non sono riuscite ad allattare per N ragioni che NON devono sentirsi inadeguate o meno madri… a volte purtroppo ci si sente così o ci ti fanno sentire e ti assicuro che questo è uno dei sentimenti più desolanti e tristi che si possano provare perchè ti colpiscono in un momento di grande fragilità e rischiano di intaccare i primi momenti di vita con il proprio bambino.

    ciao e grazie per il tuo commento
    Manuela

  20. Ciao Manu,

    il problema è che senza informazione si tende ad avallare il comportamente che molti (genitori, pediatri, operatori sanitari e chi più ne ha più ne metta) hanno di cominciare con l’aggiunta al primo segno di difficoltà, che poi magari difficoltà non è… solo perché il bambino vuole attaccarsi di più, piange, si sveglia la notte o che so io; ovvero tutti comportamenti naturali.

    È essenziale eliminare l’immagine dell’allattamento da famiglia del mulino bianco illustrando CHIARAMENTE le difficoltà che è possibile si incontrino e come fronteggiarle. In sostanza si tratta di “empowerment”, senza il quale non si possono fare scelte ragionate.

    Bisogna saper distinguere quella che è un’aspettativa poco realistica, che si può essere formata durante la gravidanza, dalla realtà dell’allattamento

    Purtroppo il livello di consocenza di una pratica che esiste in TUTTI i mammiferi e che va avanti da che siamo su questa terra è pari quasi a zero (i motivi di ciò sono fonte di dibattito).

    Ho letto un articolo molto bello di Sara Cosano dove spiegava che se allattare è troppo faticoso, c’è chiaramente qualcosa che non va e bisogna saper correre ai ripari il prima possibile.

    Invece del tuo articolo (molto interessante per carità), a mio avviso sarebbe stato più utile invitare chi deve ancora partorire a cercare informazioni ATTENDIBILI sull’argomento, dove si trovano queste informazioni e suggerimenti su come far fronte alle difficoltà. Se il tutto poi parte da chi queste difficoltà le ha vissute in prima persona assume una valenza ancora maggiore.

    Ho il timore che così com’è l’effetto dell’articolo sarà di dissuadere, più che di informare il che sarebbe davvero un peccato.

    Scusa per il groviglio di pensieri, ma scrivo di getto:)

    • Manu di Mammeacrobate

      [quote name=”Alw-Tr”]Ciao Manu,

      il problema è che senza informazione si tende ad avallare il comportamente che molti (genitori, pediatri, operatori sanitari e chi più ne ha più ne metta) hanno di cominciare con l’aggiunta al primo segno di difficoltà, che poi magari difficoltà non è… solo perché il bambino vuole attaccarsi di più, piange, si sveglia la notte o che so io; ovvero tutti comportamenti naturali.

      È essenziale eliminare l’immagine dell’allattamento da famiglia del mulino bianco illustrando CHIARAMENTE le difficoltà che è possibile si incontrino e come fronteggiarle. In sostanza si tratta di “empowerment”, senza il quale non si possono fare scelte ragionate.

      Bisogna saper distinguere quella che è un’aspettativa poco realistica, che si può essere formata durante la gravidanza, dalla realtà dell’allattamento

      Purtroppo il livello di consocenza di una pratica che esiste in TUTTI i mammiferi e che va avanti da che siamo su questa terra è pari quasi a zero (i motivi di ciò sono fonte di dibattito).

      Ho letto un articolo molto bello di Sara Cosano dove spiegava che se allattare è troppo faticoso, c’è chiaramente qualcosa che non va e bisogna saper correre ai ripari il prima possibile.

      Invece del tuo articolo (molto interessante per carità), a mio avviso sarebbe stato più utile invitare chi deve ancora partorire a cercare informazioni ATTENDIBILI sull’argomento, dove si trovano queste informazioni e suggerimenti su come far fronte alle difficoltà. Se il tutto poi parte da chi queste difficoltà le ha vissute in prima persona assume una valenza ancora maggiore.

      Ho il timore che così com’è l’effetto dell’articolo sarà di dissuadere, più che di informare il che sarebbe davvero un peccato.

      Scusa per il groviglio di pensieri, ma scrivo di getto:)[/quote]

      Ciao, scusa se ti rispondo solo ora ma sono stata via da Milano alcuni giorni. Tu hai perfettamente ragione, la prima cosa è INFORMARSI e soprattutto rendere disponibili a tutte le mamme corrette informazioni sull’allattamento. Il mio non è un articolo bensì una riflessione molto personale che ho voluto condividere con le mamme che ci leggono, sono stati d’animo messi nero su bianco, sentimenti, emozioni… Le mamme che mi hanno letta e che si sono sentite “capite” o “meno sole” sono mamme che ci sono già passate e che come me si sono sentite inadeguate e fallite. Ecco questo mio sfogo era per loro…
      Noi nel nostro piccolo abbiamo pubblicato diversi articoli (scritti da professioniste) dedicati all’allattamento e crediamo molto ovviamente nell’importanza di divulgare corrette informazioni.

      Grazie per i tuoi consigli, se ti va lasciaci il link di quell’articolo di Sara Cosano di cui parlavi, magari potrà essere di aiuto per qualche mamma in difficoltà.

      ciao Manuela

  21. Una cosa è certa nessuno prepara una mamma ad allattare e all’inizio diciamo le prime settimane è difficile (non mesi non esageriamo, forse 15 giorni sono un po’ difficili), i capezzoli fanno molto male vengono le ragadi, ma io grazie a un’amica ho preso una crema favolosa che mi faceva passare le ragadi da un giorn all’altro, così dopo diciamo le prime due settimane un po difficili il mio allattamento è stato fantastico, sempre stata piena di latte, il mio bambino non ha mai visto latte artificiale se non in rarissimi casi in cui avendo preso delle medicine non ho potuto allattarlo, mi tiravo il latte e lo conservavo in freezer per quando ero fuori per lavoro. E continuo ad allattarlo tutt’ora che ha 15 mesi anche se poco ormai solo la mattina a colazione. Un’altra cosa importante secondo me per avviare bene l’allattamento è l’ospedale dove parotrisci. Dove ho partorito io ai bambini non danno assolutamente aggiunte, la mamma lo deve allattare anche se i primi giorni latte non ne ha, ma ha il colostro e quello basta al bambino. Anche a me la montata lattea è arrivata dopo 4 giorni e anche il mio bambino è calato di peso, gli hanno dato solo una volta un pochino di latte in aggiunta e a me facevano fare la doppia pesata ogni volta che lo attaccavo Insomma sono uscita dall’ospedale che il mio bambino si nutriva col mio latte e non aveva bisogno di nient’altro. Nella mia città le mamme che avviano l’allattamento senza problemi la maggior parte sono quelle che partoriscono dove ho partorito io.

  22. e comunque parlando con le mamme, secondo me sono più quelle che non allattano di quelle che allattano tanto che io con mio allattamento felice di 15 mesi mi sento strana.cosa confermata anche dalla mia pediatra. A molte non interessa allattare, non è possibile che tutte abbiano tutte queste difficoltà, che non hanno latte e così via, la natura ci ha fatto per poter allattare i nostri figli.

  23. Oltre all’innegabile “verità” che racconta il post, ossia che l’allattamento non è sempre un idillio, mi viene da evidenziare il fatto che ormai noi mamme siamo sole: ci sono ospedali, ostetriche, milioni di informazioni che si possono prendere su libri, internet ecc.. ma davanti alle difficoltà spesso siamo lasciate da sole, o quantomeno diventa molto difficile avere qualcuno di davvero preparato che ci segua (per non dire quanto possa essere costoso!). Con la prima figlia fu difficile perchè soffriva di reflusso, e ho dovuto dare la giunta di latte antireflusso, donando parte del mio al Meyer (a qualcosa è servito!). Ho fatto allattamento misto per 8 mesi, un delirio: Matilde rifiutava il bibe, il latte spesso si raffreddava e lo dovevo buttare (diventa budino), e ricominciare da capo. Poi dare il mio seno come consolazione. La notte mi svegliavo per tirare il latte con ingorghi dolorosissimi. Solo io so quello che ho passato per continuare a darle il mio latte. E c’è sempre qualche “mammaperfettasotuttoio” pronta a dire che hai allattato poco (8 mesi in quelle condizioni io le definisco un’impresa eroica, ve lo assicuro!). Con Jacopo speravo in un bell’allattamento (me lo meritavo, no?): si è attaccato subito, tutto è iniziato alla grande. Ora come lo attacco piange e si contorce. Sto cercando di capire il perchè e cercare una soluzione. Probabilmente arriva troppo latte tutto insieme e lui si arrabbia, quindi dovrò imparare a spremere un po’ le tette prima di attaccarlo. Semplice vero? Non per me che rabbrividisco al solo pensiero. Comunque cercherò una buona soluzione, perchè ho tanto latte e voglio darlo a mio figlio, senza andare fuori di testa. Ieri sera mi sentivo giù: tra il problema dell’allattamento, il fatto che lui voglia sempre stare a contatto con me (sempre!), il fatto che dorma poco, una mastite appena avuta… insomma, l’aiuto materiale manca, e noi mamme siamo caricate davvero da troppo lavoro senza un vero supporto. Facciamo comunque coraggio… in ogni modo dobbiamo cercare di essere serene per goderci la maternità ma sopratutto ogni giorno della nostra vita!

    • ManuAcrobata

      Ciao Chiara, il tuo primo allattamento non è stato eroico… DI PIU’!!! Sei stata bravissima, coraggiosa e determinata e non devio assolutamente recriminarti nulla a mio parere. Anche io ho avuto entrambe le figli con il reflusso e so bene anche quel problema cosa comporta… da quello che scrivi però mi sembri molto forte e ben determinata, purtroppo non tutte le neomamme lo sono, spesso prevale la fragilità.
      Hai ragione, spesso siamo lasciate sole…
      grazie per la tua testimonianza!
      ti abbraccio Manuela

  24. Grazie, Manuela. A dire la verità non mi sento molto forte, anzi… sono piena di insicurezze e di momenti “no”. Però fino ad oggi sono sempre riuscita a trovare quel tanto di fiducia in me stessa per credere almeno un po’ in ciò che stavo facendo, e ad andare avanti seguendo l’istinto, cosa molto difficile quando siamo alle prese con i figli e tutti vogliono dire la propria! Ma vedo che siamo tutte sulla stessa barca.

    • ManuAcrobata

      [quote name=”Chiara”]Grazie, Manuela. A dire la verità non mi sento molto forte, anzi… sono piena di insicurezze e di momenti “no”. Però fino ad oggi sono sempre riuscita a trovare quel tanto di fiducia in me stessa per credere almeno un po’ in ciò che stavo facendo, e ad andare avanti seguendo l’istinto, cosa molto difficile quando siamo alle prese con i figli e tutti vogliono dire la propria! Ma vedo che siamo tutte sulla stessa barca.[/quote]

      Sì, tutti vogliono dire la propria… e non sanno quanto sbagliano… Ti abbraccio!

  25. è importante cercare aiuto dalle persone giuste in quei momenti così complicati. sicuramenete non bisogna fare affidamento su chi trovi in ospedale, ma cercare supporto privatamenete, nei consultori oppure c’è la lega del latte…

    • ManuAcrobata

      Ciao Dani, hai ragione, bisogna trovare la forza di farsi aiutare!
      Grazie per essere passata di qua, ciao
      Manuela

  26. quanta verità nelle tue parole….io sto vivendo adesso a dieci giorni dal parto tutto ciò….come per il primo figlio vivo le stesse problematiche e un nuovo allattamento fallito…delusione….senso di inadeguatezza….senso di colpa….e per di più ci si sente dire che nn é possibile che tutte abbiamo il latte…ma allora sono io che nn sn normale…xkè io nn ne produco….bisognerebbe avere maggiore sensibilità nei confronti di chi non riesce ad allattare

    • ManuAcrobata

      ciao Maria, eccomi subito qui a dirti che non sei inadeguata e non stai fallendo come Mamma, ok?? Questo non pensarlo mai!
      Sei bismamma da pochissimi giorni, sono i momenti più delicati questi e tu lo sai bene immagino, di maggiore fragilità. Hai vicino qualcuno che ti dia una mano?
      Se hai voglia di sfogarti un po’ siamo qui ad ascoltarti!
      Per ora ti abbraccio virtualmente!

      Manu

      • grazie…è bello sapere che esiste un posto in cui puoi parlare in tutta franchezza…..!!!!!un abbraccio virtuale anche da parte mia

        • ManuAcrobata

          Ciao Maria, come stai? come va con il piccolino??
          baci

          • ciao tutto bene per fortuna……il piccolino è un angioletto e il grande tra capricci ed attentati vari si sta sforzando di volergli bene….quanto all’allattamento ormai non lo attacco più completamente tanto è inutile….servirebbe solo a farmi stare male….cmq in qst periodo ho saputo di tante mamme che hanno vissuto esperienze analoghe alla mia e mi chiedo:perchè mai continuare a fare il lavaggio del cervello alle future mamme e poi non offrire supporti psicologici in caso di fallimento, ma anzi attribuire la non riuscita dell’allattamento alla pigrizia della donna.
            E poi sfatiamo il mito che non c’è mamma senza latte…mia nonna ha avuto sette figli e non è riuscita ad allattarli tutti….un bacio

    • Ciao Manu,
      Ciao Maria, e ciao a tutte.
      Intanto grazie per il post iniziale di Manu. Il io secondo bimbo ha appena un mese ed io sono in crisi nera per un allattamento che ormai posso dire fallito.
      Premetto che sono sempre stata stra convinta della bontà dell’allattamento al seno, dell’importanza dell’informazione e del fatto che tutto funziona se si fa la cosa giusta con i consigli giusti. Con il mio primo bimbo, l’allattamento era partito con fatica, ma poi si era avviato: il bimbo era molto piccolo, faticava ad attaccarsi e a succhiare, ma alla fine insistendo e seguendo indicazioni e consigli ho allattato oltre l’anno e ne ero orgogliosissima. Niente immagini patinate sempre l’ansia che crescesse poco, però alla fine tutto bene. Il secondo è nato più grande e i primi giorni sono stati da manuale: attaccato quasi subito (compatibilmente con un cesareo), suzione vorace, attacco corretto (e verificato più e più volte dagli operatori – sono stata in ospedale 6 giorni), calo fisiologico importante, ma niente aggiunta. Sono dimessa con indicazione di allattamento al seno esclusivo… E poi? Già in ospedale avevo iniziato ad essere massacrata dalle ragadi (non avute col primo)… ho chiesto supporto e seguito tutte le indicazioni (creme emollienti naturali, coppette d’argento, creme medicinali, seni all’aria etc)… Continuavo ad allattare a richiesta (spessissimo) e usciva sangue e latte, con dolore crescente. Intorno al ventesimo giorno, allattavo con un asciugamo in mezzo ai denti per non urlare e non riuscivo più quasi a tenere tra e braccia il mio bimbo…ero terrorizzata ad ogni pianto. Allora, sentendomi in colpa e uno schifo, gli ho dato un biberon di LA, poi ho iniziato a dargli biberon di latte mio tirato. Ora dopo circa 10 giorni, le ragadi sono migliorate (ma non sparite), ho provato a riattaccarlo, ma ormai ho pochissimo latte (col tiralatte tiravo ogni giorno di meno)…e penso non mi resti che LA ed eventualmente attaccarlo solo per coccola nostra, ma non per alimentarlo. Penso sia importantissimo informare, sostenere, promuovere l’allattamento al seno, ma anche non far sentire in colpa la mamma che alla fine non riesce e spiegare che il LA (peggiore si di quello materno) però non è veleno…io mi sento ancora di fargli del male dandogli LA, mi sento in colpa anche perché il fratello maggiore è stato allattato a lungo…però il rapporto con il proprio figlio passa anche attraverso molto altro e la serenità della madre è fondamentale. Scusate la scrittura di getto e grazie.

      • cara elena hai proprio ragione….ma l’amore che nutri per il tuo piccolo ti aiuterà a superare tutte le difficoltà….non abbatterti perchè i tuoi ometti hanno bisogno di te

      • ManuAcrobata

        Ciao Elena, stai affrontando un periodo di grande difficoltà, hai provato a contattare qualche consulente del latte? Se ti senti in colpa a passare al LA e vuoi con tutte le tue forze provare di nuovo ad allattare fatti aiutare, se mi scrivi in privato a info@mammeacrobate.com ti mando qualche nominativo a secondo di dove abiti. Se invece ti senti di aver fatto il possibile e non ce la fai più a continuare, molla. Fallo per te, per il tuo primo bimbo e per questo piccolino che ha bisogno della tua forza e del tuo amore, non delle tue lacrime.
        Ti abbraccio, torna a darci vostre notizie.
        Manu

  27. Antonella Pfeiffer

    Io ho “mollato” il secondo giorno dalla nascita di mio figlio. Ho detto alle infermiere/ostetriche non poco “invasate” (che deve essere naturale sentire l’esigenza di allattare al seno, no? No, non è detto): “Non dico per favore, esigo diate subito il latte artificale a mio figlio”. A me interessava si nutrisse, stesse bene e fosse sereno e dal momento che non considero il latte artificilae il Male (anzi), mi è sembrata la scelta migliore anche per il mio benessere psico-fisico. Se sta bene la madre sta bene anche il neonato. Chi ha voglia di allattare al seno allatti, chi no, non lo faccia. C’è questo strano desiderio di competizione tra le madri e questa mentalità retrograda e ottusa: se allatti al seno sei figa se no una sfigata, una che non può essere una brava mamma perché non è disposta a farsi tagliuzzare i capezzoli, a soffrire per il bene della propria creatura… No comment. Ad ogni modo credo che alcune infermiere/ostetriche pro-allattamento al seno siano da denuncia per violenza psicologica nei confronti delle neomamme inesperte. Quelle che ho incontrato io, in 24 ore mi hanno fatto sentire una sorta di mucca sbagliata (senza latte e con capezzoli “non sporgenti”) e non vi dico le cose allucinanti che mi sono sentita dire… se ci ripenso mi incazzo ancora. Fortuna non sono tutte così. Ho amiche che sono state invece seguite e “aiutate” (come non mi piace questa parola verso un atto che deve essere prima di tutto una scelta consapevole della donna e – soprattutto – libera da condizionameti esterni) bene e con dolcezza.