La domanda che forse più frequentemente mi fanno i genitori è:
Dove devo far dormire il mio bambino una volta tornati a casa?
Ogni famiglia deve valutare quale sia la soluzione migliore per loro e per il proprio bambino, cercando di rispettare delle norme di sicurezza.
Un bambino, potendo scegliere, dormirebbe sicuramente tra le braccia del proprio genitore, questo perché è stato per 9 mesi contenuto dalle pareti dell’utero e soddisfatto nei propri bisogni immediatamente.
Dall’altro canto, ci sono genitori che hanno il timore di assecondare questo desiderio del bambino, che cercano di avere sempre il loro spazio e hanno l’esigenza di staccare un pochino durante l’arco della giornata, ma sopratutto hanno paura che il proprio bambino prenda dei vizi.
Il sonno condiviso o cosleeping, è stata cosa naturale per i nostri antenati e nelle altre culture. Addirittura nel 900 era comune che mamma e bambino dormissero insieme e venivano predisposti dei letti molto più grandi per le famiglie, che si adattavano quindi a questa necessità.
Oggigiorno solo nella cultura occidentale ci si aspetta che il bambino dorma da solo già dalla prima notte in pieno benessere e autonomia.
In Giappone o nelle tribù non esistono i problemi di sonno notturno o sono davvero limitati.
Dormire con il bambino permette al genitore di prendersi cura di lui senza doversi alzare dal letto, andare in un’altra stanza, questo rende il tutto meno faticoso.
Una mamma che dorme al fianco del suo bambino ne riceve tanti benefici:
- aumento della produzione del latte
- tutela nei confronti della depressione post-partum
- aumento del legame mamma-bambino
Importante nella condivisione del sonno notturno, è la prevenzione della morte in culla (SIDS.)
La SIDS è una sindrome di cui ancora non si sa molto, sicuramente non dobbiamo confondere questa sindrome da morte improvvisa del lattante con il soffocamento da rigurgito.
Di seguito, alcune raccomandazioni da adottare per andare a ridurre il rischio:
1. Il bambino deve essere messo a dormire a pancia in su;
2. Nella stanza dove dorme il bambino non bisogna fumare. Come non devono fumare le persone che si occupano del bambino e lo fanno addormentare tra le loro braccia;
3. Se non volete far dormire il bambino nel vostro letto, fatelo almeno dormire nella vostra stessa stanza vicino al vostro letto almeno per il primo anno di vita;
4. Controllate la temperatura della stanza. Deve essere intorno ai 18-19 gradi. Se non riuscite a mantenere una temperatura simile, svestite il bambino;
5. Non utilizzate il cuscino, le coperte, lenzuola e non tenete oggetti morbidi all’interno dello spazio dove il bambino dorme. Per coprire il bambino potete usare una mussolina quindi fasciarlo o un sacco nanna.
È inoltre importante diffondere queste raccomandazioni a tutte le persone che si prendono cura del bambino.
I genitori rimangono sempre colpiti dal perché i bambini debbano dormire nella loro camera e come questo possa abbassare il rischio di morte in culla. Semplicemente il bambino percependo il respiro dei genitori ha un sonno leggero e questo porta a non farlo sprofondare in un sonno profondo che potrebbe portarlo, vista l’immaturità del suo sistema nervoso, a non svegliarsi più.
Il bambino se messo all’interno del letto matrimoniale può essere posizionato in base alla sua preferenza e a quella dei genitori, al centro o dalla parte di uno dei due genitori.
Inoltre è fondamentale che:
- il materasso non sia troppo morbido;
- i genitori non assumano farmaci o sostanze che alterano il sonno;
- i genitori non siano affetti da obesità:
- i capelli vengano legati e che non ci si copra con delle coperte. Il bambino deve dormire sopra di queste.
Un giusto compromesso potrebbe essere l’utilizzo del side-bed che è un lettino che viene messo accanto al letto dei genitori, viene fissato con dei ganci o delle fettucce e va a formare come un prolungamento del materasso matrimoniale con quello del bambino.
Buon sonno condiviso!
photo credit: brooklyn skinny via photopin cc
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