Le parole sono importanti, sono parte di noi sin da quando siamo piccoli e ci accompagnano per tutto il corso della vita. Attraverso le parole esprimiamo noi stessi, le emozioni, gli stati d’animo, facendo della comunicazione il centro di tutto. Questa nostra capacità innata di relazionarci agli altri non è però esente da intoppi, da difficoltà, che spesso ci bloccano e non ci permettono di esprimere quello che realmente proviamo.
Provate a rifletterci per un attimo. Quante volte avremmo voluto dire qualcosa ma non ci siamo riusciti? Bloccati dalla paura di non essere in grado di trovare le parole giuste, di dare forma al nostro pensiero o di non essere capiti o fraintesi.
Allora succede che cerchiamo altre vie per comunicare, per rendere tutto più semplice. Come? Ad esempio attraverso lo schermo di un telefono, o di un PC, con un sms, una telefonata o una mail.
Sì, perché la tecnologia, sempre più presente nella nostra vita, più pervasiva negli affetti, ci permette di comunicare senza necessariamente essere vis à vis, di rifugiarci dietro uno schermo o un telefono che fungono da riparo, da filtro per le emozioni, per la paura.
A volte però, per comunicare davvero, la tecnologia non è tutto. Non basta. Ci sono cose che non si possono dire per telefono o attraverso una mail. Ci sono cose che abbiamo nel cuore, ma che a volte facciamo fatica a dire guardando il nostro interlocutore negli occhi. Allora ci vuole coraggio, il coraggio di vincere le resistenze ed esserci per davvero, per non perderci l’occasione di vedere le emozioni nascere sul viso di chi amiamo.
Un invito a pensare al nostro modo di comunicare che ci arriva anche da chi ha fatto della tecnologia la propria ragion d’essere.
Stiamo parlando di Wind che, per la sua nuova campagna, ha lanciato un bellissimo cortometraggio sul web, per far riflettere sul modo in cui comunichiamo e sull’uso che facciamo della tecnologia. Regista del cortometraggio è Giuseppe Capotondi, autore anche di numerosi videoclip per artisti internazionali e del lungometraggio “La doppia ora”.
Il protagonista è un uomo alle prese con gli impegni quotidiani, attività accompagnate da continui flashback del passato: l’infanzia, i primi baci, i primi tentativi di guida, la presenza costante di suo padre al suo fianco. Un padre oggi lontano, a cui continua a pensare e con il quale prova a mettersi in contatto, con il cellulare, con una mail. Per quanto ci provi però, non ci riesce. Frenato ogni volta dal bisogno di qualcosa di più, di qualcosa che il telefono e il PC non possono dargli. Decide così di raggiungerlo e si mette in viaggio per trovarsi ancora una volta nello stesso posto, insieme, ad esprimere quello che sente.
Ce la farà? Riuscirà a non perdere questa preziosa occasione? Questo non ve lo diciamo, lasciamo che siate voi a scoprirlo!
Ci sono opportunità che non vanno sprecate, perché potrebbero non tornare più, facendoci pentire di non averle colte, di non essere stati capaci di dire a qualcuno che lo amiamo o che ci manca.
Perché tutto è un attimo e non bisogna perdere neanche un secondo di questa strana, complicata, ma bellissima vita.
photo credit: sodaniechea via photopin cc
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