Se vi dico “disciplina” che cosa vi viene in mente? Una caserma militare, un insegnante severo, la signorina Rottermeier?
E che cosa significa “disciplinare” i bambini? Usare con loro ricompense e punizioni per insegnargli la differenza tra giusto e sbagliato?
La disciplina è una delle maggiori preoccupazioni dei genitori, e spesso viene intesa come disciplina punitiva, imposta dagli adulti, che dispensano ai bambini premi e castighi a loro piacimento.
In realtà, il vero scopo del genitore che usa la disciplina con i suoi bambini dovrebbe essere quello di condurli all’auto-disciplina e all’auto-controllo. Il vero significato di disciplina rimanda all’ordine, all’organizzazione, alla collaborazione, al conoscere e seguire norme e procedure nel rispetto degli altri; quando questi elementi vengono da dentro di noi e ci guidano senza che nessun altro ci obblighi a farlo, siamo auto-disciplinati e riusciamo a essere coerenti con noi stessi e a fare ciò che sappiamo giusto fare, per il bene nostro e degli altri.
Come possiamo ottenere questa propensione dai bambini?
Il controllo esterno
Molti genitori pensano che la soluzione sia usare il loro potere per tenerli sotto controllo, sottometterli, punirli, costringerli a fare qualcosa. E i bambini? Si ribellano, resistono oppure fuggono, come spiega bene lo psicologo clinico americano Thomas Gordon nel suo “Né con le buone, né con le cattive”.
Perché? Perché i bambini non rispettano veramente l’autorità basata sul potere, anche se la temono.
Quando costringiamo nostro figlio a fare qualcosa, lui magari lo farà per paura della punizione, ma in questo modo non lo guidiamo all’autodisciplina, e non influenziamo positivamente il suo comportamento.
Il controllo va benissimo, quando viene da dentro di noi; molti pensano che i bambini acquisiranno automaticamente l’autocontrollo grazie al nostro uso della disciplina, quindi al nostro controllo esterno. In realtà, però, anche tu avrai esperienza del fatto che “quando il gatto non c’è, i topi ballano”: quando manca il controllo esterno, chi è abituato a subirlo dimostra di solito ben poco autocontrollo e autodisciplina.
Bambini Autodisciplinati
Come si fa allora a crescere bambini autodisciplinati? Dando molta libertà personale. Sembra un controsenso, ma non lo è. Gordon sostiene che quando l’adulto dà al bambino la possibilità di fare scelte e di prendere decisioni, il piccolo impara da solo, con l’esperienza, a evitare quei comportamenti che disturbano i grandi; quando l’adulto, poi, permette al bambino di partecipare alla formazione delle regole, questo dimostra più autocontrollo nel seguirle.
I limiti servono, sono in alcuni casi indispensabili; la chiave sta nel chi debba stabilirli: gli adulti in modo unilaterale o insieme ai bambini?
L’autorità calata dall’alto non ci salva dal caos, anzi. Appena vacilla, ecco che la facciata rigorosa e disciplinata si sgretola.
Che cosa fare nel quotidiano?
Ci sono delle alternative ai classici metodi basati su ricompense e punizioni, alternative che puntano a portare i bambini sulla strada dell’autodisciplina. Eccone alcune:
1. Scoprire ciò di cui il bambino ha bisogno
Sembra la scoperta dell’acqua calda, ma è il primo passo per risolvere un problema: un comportamento per noi inaccettabile nasconde sempre una ragione. Scopriamola e partiamo da lì.
2. Modificare l’ambiente
Rendiamolo a misura di bambino, semplifichiamolo, riduciamolo o aumentiamo gli stimoli presenti a seconda del momento della giornata e delle attività previste. Se non vogliamo che nostro figlio tocchi qualcosa, semplicemente togliamolo dalla sua vista.
3. Parliamo a nostro figlio in prima persona
Diciamogli come ci sentiamo quando lui si comporta in un modo per noi inaccettabile, senza esprimere accuse o valutazione nei suoi confronti:
“Quando tieni il volume così alto non riesco parlare con la mamma.”
Un messaggio di questo tipo è più probabile che induca il bambino a modificare il comportamento per riguardo verso il genitore.
4. Prevenire è meglio che curare
Facciamo sapere in anticipo a nostro figlio cosa ci aspettiamo da lui in una determinata situazione:
“Settimana prossima verrà a trovarci la nonna e mi piacerebbe che pensassimo ora a cosa potremmo fare per rendere piacevole la sua visita, che ne pensi?”
5. Cambiare marcia
Se vediamo che il nostro atteggiamento non è efficace e che provoca resistenza nel bambino, facciamo un passo indietro e mettiamoci in ascolto delle sue difficoltà e del suo rifiuto; già solo il fatto di sentirsi ascoltato e compreso spesso induce il bambino a decidere da solo di modificare il suo comportamento.
La libertà e la responsabilità guadagnate per piccoli passi, grazie ad adulti rispettosi e comprensivi, oltre che autorevoli, conduce pian piano a trovare dentro di sé la forza di controllarsi e di essere disciplinati, quando e perché si comprende che questo porta un beneficio soprattutto a noi stessi.
Insegnare ai nostri figli a farlo mi sembra un ottimo investimento per il suo futuro, che ne pensate?
di Adele Borroni – www.mammeimperfette.com
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photo credit: pixabay
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