Chi ha fiducia in se stesso, di solito, è di buona compagnia e si avvicina volentieri agli altri. Sai perché? Perché vede il lato buono della vita, pensa positivo e si aspetta di vivere esperienze positive. Si aspetta, cerca e, quindi, spesso trova, situazioni positive.
Aiutare un bambino a pensare positivo è fondamentale, perché in questo modo:
- crescerà con l’idea che la vita in generale è bella;
- si abituerà a pensare che ogni problema ha una soluzione;
- vedrà il lato positivo delle persone;
- crederà in un futuro soddisfacente;
- sarà felice di crescere e cambiare, disposto ad affrontare le frustrazioni che a volte il cambiamento ci riserva.
Pensare negativo, in realtà, è soltanto una cattiva abitudine che, in quanto tale, può essere modificata. È un’abitudine che i bambini assimilano, fin troppo presto, dall’ambiente circostante.
Se ci pensi, avere pensieri negativi è talmente diffuso e radicato nella nostra cultura che ogni giorno nascono corsi di sviluppo personale per sradicare questa brutta abitudine.
Il pensiero negativo corrode anche la fiducia in se stessi; tutti ci rendiamo conto che quando siamo di buon umore la nostra autostima si alza e abbiamo più possibilità di riuscire in ciò che ci proponiamo.
Pensare positivo dovrebbe essere ciò che ci viene naturale e possiamo aiutare nostro figlio a farlo, prima di tutto con il nostro esempio e poi instaurando con lui abitudini positive. E se noi per primi non siamo dei buoni esempi di ottimismo, questi consigli valgono anche per noi.
Che cosa possiamo fare per stimolare pensieri positivi?
Comincia dal mattino, aiutando i bambini a iniziare la giornata con idee e impressioni positive. Per esempio, alzati un po’ prima, per avere il tempo di chiacchierare in tranquillità; non affrontare discorsi tristi o problematici.
Alla sera, concludi la giornata con una nota positiva. Prima di addormentarsi, per esempio, puoi parlare con i bambini delle conquiste, delle impressioni e situazioni positive della giornata trascorsa. Noi abbiamo l’abitudine di dire ognuno le “tre cose belle” fatte durante la giornata. Puoi anche leggere con loro delle storie positive, che accompagnino dolcemente al sonno.
E cosa fare durante la giornata?
Fai attenzione ai messaggi che i bambini rivolgono a se stessi, e incoraggiali a usare affermazioni positive, come:
“Posso farcela”
“Mi piacciono le sfide”
“A calcio sono bravo”.
Attenzione poi alle generalizzazioni che spesso usiamo quando parliamo e che fanno sembrare una situazione più negativa di quello che è in realtà. Tu magari a volte dici “Non mi ascolti mai!”, mentre tuo figlio qualche volta potrebbe aver detto “Le femmine (o i maschi) sono insopportabili!”.
Prova a sostituire queste parole con frasi più specifiche, come:
“Quando non mi ascolti, mi arrabbio molto!”
“È la terza volta che te lo ripeto!”
E suggerisci a tuo figlio di fare lo stesso, dicendo magari “Alcune bambine (o bambini) mi danno proprio fastidio!”
Questo aiuta a ridimensionare la situazione e a vederla con più obiettività.
A volte, poi, i pensieri negativi portano a fare predizioni ingiustamente pessimiste, che inevitabilmente indeboliscono la fiducia in se stessi. Proviamo a sostituirle con la realtà dei fatti e con la speranza che le cose vadano meglio di quanto si creda; davanti a un “Non avrò mai degli amici!” di tuo figlio, potresti rispondere “Capisco che sei preoccupato di non trovare amici, ma conoscerai tanti bambini ed è molto probabile che tu faccia amicizia con qualcuno, soprattutto se ti rivolgi a loro sorridendo!”
Pensare positivo ci fa vivere meglio e ci fa essere persone migliori; diamo il buon esempio ai bambini e coinvolgiamoli nel nostro ottimismo, fin da oggi.
Che ne dite?
photo credit: new room via photopin (license) & POSITIVE THINKING Tag Cloud (optimistic happy head mind) Autore: treenabeena via fotolia
2 Comments
Che bello pensare positivo!
Facciamo anche noi, in famiglia, il gioco delle cose belle. Aiuta davvero a pensare positivo e cambiare prospettiva.
Dovremmo un po’ tutti sorridere di più e preoccuparci di meno, dando valore alle cose positive.
Hai ragione Silvia! Io ho iniziato il gioco delle cose belle per i bambini, ma mi sono accorta che serve moltissimo anche a me 🙂