Nella mia infinita ignoranza ho sempre pensato che crescere un figlio fosse sì difficile, ma che i primi anni fossero dedicati a gestioni di base come nutrirli, cambiarli, insegnar loro a comportarsi bene. Cose del genere insomma. Ed ero lì, tranquilla, ad aspettare con terrore l’arrivo dell’adolescenza come la Grande Prova.
Poi capita che quest’estate si va in vacanza e all’aeroporto non trovino più la valigia. Seccatura, vero. Ma solo seccatura. Siamo in vacanza, al mare, fa caldo. Si può sopravvivere. Invece tuo figlio maggiore, di 9 anni appena compiuti va nel panico totale e comincia a piangere per la valigia persa (che 20 minuti dopo è saltata fuori). L’episodio ci ha dato da pensare un po’ su Miche ma, essendo in vacanza, abbiamo dato poco peso all’episodio.
A settembre ricomincia la scuola. Miche ci è sempre andato volentieri, non ha mai fatto storie e non ha mai dato particolari pensieri o preoccupazioni. Ha sempre fatto il suo dovere, senza ammazzarsi di fatica, ma degnamente. La maestra di italiano ha dei grossi problemi personali e si assenta spesso.
Miche comincia a raccontare episodi preoccupanti in classe: la maestra grida, gli dice cose pesanti sulla sua inadeguatezza e incapacità. Cominciamo a preoccuparci anche perché le cose sembrano andare di male in peggio. Miche si sveglia di notte piangendo perché non sa bene storia e teme di essere bocciato e rimanere disoccupato da grande.
La prima reazione è quella di pensare che la maestra, sopraffatta dai suoi problemi personali, faccia ricadere la sua angoscia sui bambini. Decido di parlare con la vicepreside, in via confidenziale (è la maestra, adorabile, di Lorenzo, il nostro secondogenito) e lei, stupita, mi dice che probabilmente, conoscendo la nostra famiglia e il nostro modo di stare coi figli, Miche interpreta il modo un po’ rude della maestra come ira nei suoi confronti.
Mi consiglia di parlare direttamente con lei per spiegare apertamente i problemi che stiamo avendo, assicurandomi che non ci sarebbero state conseguenze spiacevoli in classe. Poiché la maestra per i suoi problemi si assenta ancora per un periodo prolungato, decidiamo di andare a dare un’occhiata ad una scuola steineriana.
La scuola steineriana, o scuola Waldorf, è una scuola un po’ diversa dalle altre scuole. Ci sono pareri discordi in proposito. Alcuni sostengono che in questo tipo di scuola si viva in un ambiente troppo “ovattato” e fuori dal mondo e che rientrare poi nella dura realtà possa essere pesante. “Meglio abituare i nostri figli subito a quello che c’è là fuori” è la frase che mi sento dire più spesso dai detrattori di questo tipo di scuola.
Max e io crediamo che ci sia tempo per scontrarsi con la dura realtà e che comunque, a seconda degli ambienti che frequenti e delle persone con le quali ti accompagni, la realtà cambia. Io ho amato questo approccio dal primo momento in cui ne sono venuta a contatto.
“Ci sono soltanto tre modi efficaci per educare: con la paura, con l’ambizione, con l’amore. Noi rinunciamo ai primi due”.
Questo è quanto Rudolf Steiner diceva riguardo l’educazione di bambini e ragazzi. Abbiamo chiesto un appuntamento e siamo andati a parlare con una insegnante di questa scuola alla quale abbiamo raccontato il perché della nostra visita. Le abbiamo raccontato delle paure e delle ansie di Miche. Della maestra e dell’angoscia del brutto voto. E sorprendentemente l’insegnante sorridendo ci ha detto: è tutto normale. Michelangelo sta crescendo e nel passaggio tra i 9 e i 10 anni la realtà cambia ai suoi occhi. E fa paura, perché non è più una favola.
A parte l’infinita tenerezza che ha suscitato in me l’idea che Miche guardasse coi suoi occhioni una nuova realtà senza sapere cosa fare, ho subito chiesto un consiglio. Cosa fare? L’insegnante mi ha consigliato un libretto, Il nono anno di vita di Hermann Koepke edito dall’Associazione Amici della Scuola Steineriana, di neanche 100 pagine, che mi ha illuminata. Mentre lo leggevo mi sembrava di trovarmi davanti a Miche, alle sue reazioni, alle sue paure. E tutto ha trovato una risposta e una spiegazione.
“Nel nono anno il bambino vive una completa riorganizzazione del proprio essere, che indica una trasformazione significativa della sua vita animica ed una trasformazione significativa della sua esperienza corporea”.
Fino ai 9 anni il bambino vive nell’età dell’imitazione, una forza che non gli permette di vivere l’esperienza della solitudine. Il bambino è un tutt’uno con il mondo. A 9 anni per la prima volta i bambini capiscono di essere individui e quindi “soli”.
Proprio in questa fase hanno ancora più bisogno di sentire l’amore incondizionato dei genitori e ogni pretesto è buono per chiedere una dimostrazione d’amore. In alcuni momenti sembrano respingere la mamma e il papà, in realtà stanno cercando la conferma di questo amore.
Il libro si sofferma anche sull’aspetto fisico (aspetti antropologici) di questo cambiamento mettendo a confronto bambini di 5/7 anni a bambini di 9/10 anni, dimostrando come ai cambiamenti fisici (dimensioni testa/busto, dentizione) corrispondano cambiamenti interiori profondi che formeranno la persona.
E tratta, in modo interessantissimo, il principio di autorità, che in questa fase è fondamentale per lo sviluppo animico- spirituale, e il rapporto genitori-figlio:
“se i genitori ripetutamente, con il bambino in mezzo a loro, attraversano quella soglia che delimita la zona intima e sacra dell’anima, dove noi facciamo pace con noi stessi grazie alla forza di verità, essi, in tal modo, peparono il bambino ai grandi problemi della vita. […] se il padre e la madre guidano in questo modo il loro bambino, da qui può nascere in lui una forza animica tale che, più tardi, quando il ragazzo dovrà sopportare delle forti tensioni animiche, potrà, grazie a questa forza, superare più agevolmente le sue difficoltà.”
A 9-10 anni non si può più educare il bambino con l’imitazione, perché nel bambino ora si deve formare una voce interiore che i genitori devono rafforzare. In questa fase i bambini cominciano a vedere i propri educatori in modo molto critico e, come chiaroveggenti, riescono cogliere ogni debolezza.
Queste poche righe faticano a rendere la miriade di concetti che si intrecciano in questo libercolo e che spaziano dal fisico allo spirituale. La filosofia di Rudolf Steiner è molto complessa e ricca di aspetti, anche religiosi, che continuano ad emergere combinandosi con la sfera antropologica, psicologica e pedagogica in una sintesi affascinante e difficilmente riassumibile.
Se avete voglia di approfondire, vi consiglio di leggere il libretto Il nono anno di vita.
Ovviamente se vi fa piacere mi piacerebbe confrontarmi con chi ha già vissuto o sta vivendo questa fase di sviluppo del proprio bambino.
photo credit: 63894760@N00 via compfight cc
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16 Comments
Rimango impressionata dalle tue parole.
Sofia ha nove anni e sta attraversando proprio questo periodo.
Grazie per la condivisione, comprerò il libro sicuramente perché – da mamma – effettivamente mi sento un po’ spiazzata rispetto alle nostre “solite” dinamiche.
Un sorriso
Elena
Ciao Elena, mi fa piacere che ti sia utile questo mio post. Il libro puoi trovarlo online, se fai fatica a reperirlo ti mando il link dove l’ho trovato io. Sono sicura che troverai la lettura stimolante e utilissima Sofia. Io ora mi sono messa a leggere quello dedicato ai 7 anni, visto che ilm io secondo ha proprio 7 anni 🙂
Buona lettura
Silvia
Ciao Silvia, potresti indicarmi il titolo del libro dedicato ai 7 anni? grazie per la tua condivisione!!!
Il tuo articolo capita “a fagiolo”, proprio mentre (ormai da qualche mese) pensavo che il mio rapporto con Emma (9 anni a Marzo) fosse ‘strano’… mi trovo a gestire situazioni che (con ignoranza) reputavo pre-adolescenziali. Mi chiedevo come mai il suo comportamento fosse diventato così critico con me, nervoso nel gestire alcune situazioni. Ora mi sembra di “capire” 🙂 E comprerò sicuramente il libro che spero mi dia gli strumenti per affrontare questa sua nuova fase di crescita.
Grazie! Lorena
Cara Lorena mi fa proprio piacere che il mio post sia utile. In questo periodo alcuni bambini diventano particolarmente critici nei confronti dei genitori e sembra che vogliano allontanarli. In realtà ill oro è un modo per sperimentare un nuovo rapporto tra individui e anzi, sono alla ricerca di attenzioni. Allontanare le persone a loro più care è una sorte di test per vedere se poi quelle persone tornano da loro lo stesso. In questo periodo capita anche che i bambini ti rifiutino per poi, dopo poco, tornare con una scusa che può sembrare bizzarra e fuori luogo!
grazie per questo articolo. mio figlio ha ancora 8 anni e tutto scorre liscio ma leggerò il libro per prepararmi. e, scusa se divago, ne esiste anche uno sui 4-5 anni visto che io i problemi li ho con la piccola?
Esiste un libro dedicato ai 7 anni, altro momento importante perla crescita dei bambini. Per l’educazione dei figli in generale c’è “l’educazione dei figli” scritto direttamente da Rudolf Steiner, molto bello. Oppure ti segnalo anche “Le età evolutive dall’infanzia alla maggiore età” di Lievgoed. Infine si trovano diverse risposte interessanti al perché di certi atteggiamenti anche ne “il segreto dei temperamenti umani” di Rudolf Steiner 🙂
Ciao Silvia. ..ti ringrazio molto x qs meraviglioso articolo…mi potresti dare il link del libretto dei 9 anni x cortesia. ..
Hai cambiato poi la scuola a tuo figlio?
Ciao Ela,
Ecco il link per comprare il libro on line: http://www.rudolfsteiner.it/shop/libri/libri-per-genitori/il-nono-anno-il-punto-di-svolta
Alla fine non abbiamo cambiato scuola, abbiamo semplicemente applicato i consigli trovati sul libro. Miche non se la sentiva di cambiare scuola e compagni, visto che mancava solo 1 anno. Ed è proprio vero quello che sitrova sul libro a un spcerto punto: quando hai un problema e decidi di affrontarlo mettendoti accanto a tuo figlio, uno da una parte, l’altro dall’altra, come per magia qualcosa si muove 🙂
Mio figlio Mattia ha ormai dieci anni e in questi ultimo anno sia fisicamente che interiormente ho visto un salto in avanti impressionante. Cerca di entrare nei discorsi da grandi, fa domande serie sulla politica, sul mondo che lo circonda e non sono i soliti “perchè” che attribuisco a sua sorella di 3 anni ma sono mirati ad approfondire questo strano pensiero che si chiama mondo!
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Ecco un articolo che capita a fagiolo… Leggevo e avrei potuto tranquillamente sostituire il nome Miche con Giu…
Ciao Silvia
sono mamma di Ethan di 9 anni e Nina di 6.
Ho effettuato quasi tutte le stesse scelte per entrambi, come ad esempio l’inserimento al nido a 9 mesi (per esigenza di lavoro come si puo’ immaginare). Gia’ da quella parentesi di vita, lui ha mostrato atteggiamenti e lati del carattere che ritrovo ancora adesso. Il lattante che era al nido e’ lo stesso bambino di ora. Non ha mai accettato l’amore e le attenzioni che le maestre del nido sono li per darti. Le consolazioni, le cure. Si e’ limitato ad essere ”un bravo bambino , ligio alle regole e quasi sull’orlo di una innaturale perfezione. Se cadeva e si faceva male, ad esempio, non piangeva e questo lasciava di stucco anche le maestre perché davvero era molto piccolo. Lui era quello che i morsi li prendeva e non li dava. Veniva spinto e non spingeva. Partecipava alle attivita’ con interesse ma senza mai varcare quel limite. Le sue richieste di amore , di coccole, di attenzioni, erano solo rivolte a me, e sicuramente al papa’, anche se meno. Con i nonni di nuovo c’era parecchia distanza emotiva, lui sapeva che se c’erano loro era perché non potevo esserci io, e cosi’ stava bravo, senza mai pero’ andare oltre al semplice essere accudito. Alla materna e’ accaduto lo stesso. La maestra, che era particolarmente sensile agli atteggiamenti dei bambini, mi disse che non riusciva ad abbraccialo, a stringerlo a se per un gesto di affetto. Quando e’ arrivata sua sorella, fin da subito si e’ capito la diversita’ di carattere di Nina ed ora che e’ piu’ grandicella , questo aspetto si e’ definito. Lei e’ una bambina spontanea, entusiasta di tutto, solare, che sa conquistare. Chi si trova dall’altra parte trova molto piu’ semplice amare lei perché lei richiama amore. Ed e’ lampante come chi ci gira intorno si rivolga diversamente. Naturalmente io credo che questo lo faccia soffrire, ma e’ come un vortice: lui si chiude, lei gli ruba la scena, e le persone ”scelgono” lei. Dovrebbe cambiare qualcosa in lui, che gli faccia capire che non esisto solo io o suo padre. Lui aspetta me se ha qualcosa da confidare, mi fa pesare quando non ci sono dicendo che gli manco. E questo mi fa molto preoccupare perché mentre sua sorella colma le mie assenze (per esempio dal lavoro) riempendosi di affetto di nonni zii ecc. lui non facendolo si sente spesso ”solo”. Tutti i giorni entrano in conflitto per cose sciocche, perché lui si mette al livello di lei, torna ad avere atteggiamenti da bambino piccolo. Non mostra interesse a condividere nulla con sua sorella mentre lei vorrebbe tanto diventare una sua compagna di giochi. Invece di essere contento per cose che la riguardano, trova soddisfazione quando lei ne viene privata, o viene sgridata. Non ha atteggiamenti di protezione alcuna verso Nina. Il classico ”fratello maggiore” non gli appartiene e questo mi addolora molto. Non so come aiutarlo e non so come aiutare me stessa per vivere in un clima piu’ sereno.
Ciao io sono mamma di due bambini e il maggiore di 10 anni ha iniziato nella primavera dei suoi 9 anni ad avere un rifiuto verso la scuola, la quale ha sempre frequentato volentieri ora è ancora in questa fase altalenante…. Leggero questo libro spero possa aiutarmi a capirlo sempre di più!
L’articolo ha qualche anno, ma ci sono arrivata ora, perché ho un nipote che vive le stesse esperienze del tuo figlio allora. Sua mamma sta valutando una scuola montessoriana, ma lui vorrebbe rimanere nella sua classe. Di certo, stargli vicino quando ha bisogno, è importantissimo.
Mia figlia Emily ha 9 anni e da 4,5 giorni è cambiata sembra un altra è sempre triste, piange di continuo dice cose tristissimo tipo che la testa le dice che deve desiderare che noi genitori dobbiamo morire soprattutto lo dice di me chesono il padre. Fino a 5 giorni fa non si staccava né da me né da mia moglie ci diceva hi amo in continuazione. Aiuto non sappiamo più che fare sembra che la stiamo perdendo