Il legame di attaccamento tra mamma e neonato inizia a crearsi fin dai primi istanti dopo il parto, nelle ore e nei giorni successivi, per consolidarsi e crescere nelle settimane e nei mesi che seguiranno.
La qualità di questo legame è influenzata dalla possibilità di stare a contatto stretto, imparare a conoscere – da parte della mamma – i bisogni e le caratteristiche del proprio piccolo e – da parte del bambino – di sapere che la madre è in grado di interpretare i suoi segnali, di comprendere i suoi bisogni e di rispondere ad essi in maniera solerte.
Questo dà al neonato una sensazione di sicurezza, ovvero di essere accudito, capito, contenuto. Un neonato che si sente sicuro della qualità dell’accudimento materno probabilmente piangerà meno, sarà più tranquillo, più gestibile e più facilmente consolabile, dando a sua volta alla mamma la sensazione di essere efficace e competente.
Il legame di attaccamento è quindi come una danza, dove più i due protagonisti sanno prevedere i passi del compagno di ballo, più il movimento sarà armonico e fonte di soddisfazione ed appagamento reciproci.
Ma cosa succede quando si verifica una nascita prematura?
Nel caso di bambini prematuri il processo di formazione e di consolidamento del legame di attaccamento può essere più difficoltoso per vari motivi:
- il prolungato ricovero in Terapia Intensiva Neonatale ostacola il reciproco bisogno di contatto stretto e costante che serve a madre e bambino a conoscersi.
- i nati prematuri, anche una volta tornati a casa, restano talvolta più difficilmente consolabili e meno prevedibili nelle loro richieste e nelle reazioni. Questo può causare nella madre un senso di inadeguatezza e di incompetenza che rende più difficile la fluidità della danza relazionale.
- la madre può vivere come un fallimento il parto prematuro, o può sentirsi profondamente angosciata per la salute del suo bimbo, dimostrandosi molto ansiosa nell’accudimento anche dopo la dimissione.
- la relazione affettiva tra madre e bambino si nutre di un’interazione costante e prolungata. Poiché spesso i bambini pretermine raggiungono con più ritardo rispetto agli altri la giusta competenza sociale e comportamentale per interagire negli scambi con la madre, la madre può faticare ad instaurare una buona sincronia comunicativa con il proprio bambino, e la relazione può mancare parzialmente del nutrimento dato dallo scambio vis-a-vis madre-bambino, in cui la madre si sente riconosciuta nel suo ruolo dallo sguardo, dai gorgheggi e, più tardi, dai primi sorrisi del suo piccolo.
Cosa si può fare allora?
- per ovviare alla mancanza di contatto madre-bambino data dal ricovero in Terapia Intensiva Neonatale, oggi, rispetto ad alcuni anni fa, non solo si permette ma si incoraggia un contatto fisico costante con il bimbo ricoverato, anche se tenuto in incubatrice, anche attraverso il massaggio infantile e la marsupioterapia.
- sapere che un bambino prematuro avrà tempi più lunghi per interagire serve a non rimanere delusi dal confronto con gli altri piccoli e a non sentirsi inadeguate, o meno capaci delle altre madri. Il sostegno di una brava ostetrica e di un pediatra competente è fondamentale per trovare le risposte a tutti quei dubbi che potranno sorgere, per essere sostenute nella costruzione di un legame che, anche se potrà richiedere più tempo, sarà ugualmente speciale ed unico.
- se il senso di ansia o di personale delusione o fallimento permangono a lungo, causando profondo dolore nella madre, può essere utile parlarne con uno psicologo. Questo non solo rasserenerà la mamma, ma influenzerà positivamente la qualità della relazione con il suo bambino.
photo credit: adriandressler via photopin cc
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