bambini e musicaFin da prima che mia figlia nascesse, le ho sempre cantato e fatto ascoltare diversi tipi di musica, prediligendo melodie che a me trasmettevano sensazioni positive e sperando che le stesse sensazioni passassero anche a lei. Non l’ho fatto seguendo una teoria particolare, ma perché ho sempre amato suonare, cantare e inventare canzoni e, perciò poi, quando è nata, ho continuato a riempirla di “coccole sonore” per intrattenerla o insegnarle parole nuove.

La sua prima canzoncina preferita è stata Brilla brilla mia stellina e, quando l’ho sentita per la prima volta cantarla alla sua bambola, per me è stata un’emozione pari a quando la sentii pronunciare per la prima volta mamma! Ora non ha ancora 3 anni, ma inventa canzoncine anche lei, insieme cerchiamo le note delle nostre canzoni preferite sulla sua pianola e il suo amore per la musica cresce ogni giorno.

Non è mai troppo presto per avvicinare i bambini alla musica. Un paio di anni fa, abbiamo partecipato ad alcuni incontri di musica in culla dedicati alla fascia 0-3 anni e quelle melodie senza parole accompagnate dal flauto e da foulard colorati che svolazzavano su di noi avevano un effetto rilassante e divertente.

Se ci pensate, bambini anche piccolissimi cercano di riprodurre le nenie che cantiamo loro per rassicurarsi. Quanti bimbi, poi, amano farsi cullare dalle note di un carillon? Mia figlia ne ha uno appeso al lettino e, tirandolo da sola quando vuole prendere sonno, ha imparato senza problemi ad addormentarsi da sola.

Le ninna nanne permettono di instaurare un legame intimo e profondo col bambino. Per lui – fin da quando è nel pancione della madre – tutto è musica e ascoltare quei suoni gli permette di interagire con le altre persone e con l’ambiente. Se cantiamo una stessa canzoncina fin dagli ultimi mesi della gravidanza, il feto la memorizzerà e, dopo la nascita, il neonato si sentirà confortato se riascolterà quella melodia a lui familiare.

Capita che ci si vergogni un po’ a lasciarsi andare alle note di ninna nanne e canzoncine, ma che peccato se l’imbarazzo impedisce di vivere questa magica forma di comunicazione e condivisione col proprio figlio! Per questo, già durante la gravidanza ci si può esercitare a cantare al bambino avvicinandosi al pancione della mamma e accarezzandolo e pian piano si riuscirà certamente a trovare il proprio stile di canto. Non conta essere intonati, ma cantare col cuore, perché sono le emozioni trasmesse che rimarranno impresse e non certo le stecche!

Facciamo in modo che la musica diventi qualcosa di familiare per i nostri bambini, facendogliela ascoltare – anche dal vivo – e vivere, perché l’espressione sonora è importante per la crescita globale della persona. Io sono cresciuta con un “nonno baby sitter” che mi faceva ascoltare opere liriche e per me non erano noiose, ma anzi era divertente imitare quei gorgheggi, così come cantare le sigle dei cartoni animati.

A suon di musica si possono imparare, per esempio, alfabeto, colori, numeri o giorni della settimana (anche in diverse lingue), ma anche fare esercizi di psicomotricità, socializzare e giocare. Proviamo a cantare tutti insieme, facendoci accompagnare dal battito delle mani o dei piedi, da movimenti a ritmo, da strumenti musicali anche improvvisati o costruiti insieme con materiale da riciclo. Non solo i bimbi si divertiranno (e pure noi!), ma vivranno anche un’esperienza fortemente formativa ed educativa, che permetterà loro di esercitare sensi e abilità e condividere esperienze e sentimenti.

La musica è una forma di comunicazione ed espressione, fa sentire liberi, è armonia, è un linguaggio universale, alternativo e comprensibile da chiunque a qualunque età, che riesce a superare le barriere di eventuali handicap o diversità, che suscita emozioni e sensazioni, che nutre e solleva lo spirito. A seconda della melodia scelta, le note possono rilassare, rassicurare, allietare, dare energie, motivare. Per sfruttare i benefici della musica, è nata anche la musicoterapia, che utilizza melodie come strumenti terapeutici per promuovere il benessere psico-fisico.

La musica, tra l’altro, ha effetti positivi su:

  • sistema uditivo e capacità di ascolto di se stessi e degli altri;
  • creatività;
  • coordinazione;
  • benessere; 
  • sviluppo intellettivo, cognitivo e cerebrale;
  • capacità espressive e comunicative;
  • attenzione, concentrazione e memorizzazione;
  • apprendimento;
  • capacità di lettura (studi si stanno effettuando anche sull’utilizzo della musicoterapia per aiutare i bambini dislessici);
  • socializzazione.

Ho spesso lavorato con bambini in condizioni di disagio e ho potuto assistere ai benefici che la musica ha avuto su alcuni di loro. Ricordo il caso di un bambino arrabbiato col mondo da cui si sentiva rifiutato e tradito e che usava la violenza come unica forma di comunicazione. Fu inserito in un laboratorio di flauto e la prima lezione la trascorse usando lo strumento come arma per picchiare i compagni. Si vergognava, era a disagio, non aveva il coraggio di mettersi alla prova, era certo di non riuscire – e di deluderci – e reagiva nell’unico modo che conosceva: picchiando!

La seconda lezione, però, stupì tutti, perché, dopo aver accettato di provare a soffiare dentro il flauto, iniziò a prenderci gusto ed era anche molto bravo. Più suonava e più acquistava fiducia in se stesso e nelle proprie capacità e provava emozioni e sensazioni positive. Le note avevano aperto un varco nel muro che la sofferenza gli aveva creato attorno, permettendoci di trovare un nuovo modo di comunicare e avvicinarci a lui.

La musica è anche semplicemente un ottimo intrattenimento. Per me e mia figlia ogni occasione è buona per cantare o suonare qualcosa e così diventa più piacevole anche fare le pulizie in casa, andare a scuola o fare un viaggio in auto.

A patto che tutto sia vissuto come un gioco, incoraggiamo sempre i nostri bimbi a fare musica: iscrivendoli ad un corso specifico (ce ne sono anche per la fascia 0-6 anni) o dando loro in mano mestoli e coperchi delle pentole…poco importa!

 

Per approfondire:
www.natiperlamusica.it

 

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Author

Laureata in Economia per inerzia e poi in Scienze della Formazione per passione, ora sono felicemente educatrice e mediatrice familiare (e ancora manager, ma solo per se stessa!). Adoro giocare con mia figlia, ma non mi sentirei completa senza il mio lavoro così, da brava – per modo di dire! - MammAcrobata, provo a conciliare tutto, a costo di star sveglia fino a tarda notte. Da anni, collaboro con diverse Associazioni che difendono i diritti dei minori e sostengono famiglie che vivono situazioni di disagio o sofferenza. Sono socia di un'Associazione, in cui mi occupo di formazione ed essendo appassionata di comunicazione e scrittura, sono anche scrittrice, blogger e web writer.

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