Dal primo momento in cui si affaccia al mondo, il bambino comincia a incontrare quotidianamente compiti evolutivi, cioè sfide talvolta faticose che accompagneranno e caratterizzeranno il suo intero percorso di crescita. Questi “problemi dei bambini”, come vengono definiti dalla psicoanalista Françoise Dolto, sono volti a favorire lo sviluppo della propria autonomia. Tuttavia non coinvolgono solo i più piccoli, ma anche i genitori che, a loro modo, vivono e sostengono i cambiamenti del figlio nell’affrontare le sfide a “sua misura”.

L’autonomia si insegna?

Ci sono bambini che vogliono fare tutto da soli, altri che scoprono le loro potenzialità e risorse in tempi più lunghi. È sicuramente un bene incoraggiare la loro indipendenza, che ha a che fare con il senso di scoperta e di fiducia che via via il bambino matura.

Tra le più grandi conquiste dell’infanzia è possibile trovare quelle che riguardano le abilità motorie, l’alimentazione, il controllo degli sfinteri e l’addormentamento.

Camminare – ma ancor prima gattonare – è un’attività che richiede la padronanza di una serie di capacità tra cui l’equilibrio e la coordinazione motoria. Inoltre coincide con una maturazione psicologica del piccolo che tenta, sempre di più, di affermarsi come individuo unico nel mondo: ecco che i ripetuti “NO!” infantili mostrano l’inizio della costruzione di una propria identità. Solitamente tutto questo avviene entro i primi due anni di vita, periodo tipicamente denominato, a causa anche di questa continua opposizione, i terribili due.

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Ci sono altri ambiti in cui il bambino cerca di cominciare a separarsi dai genitori e di farsi riconoscere come soggetto unico e particolare: lo svezzamento. È questo il momento in cui emergono le preferenze infantili rispetto all’alimentazione e la voglia di mettersi in gioco imboccandosi. È utile ricordare che il pasto non è solo un’occasione nella quale poter placare la fame, ma anche nella quale fare esperienza delle relazioni sociali! E se con l’allattamento il legame riguarda principalmente il rapporto madre-bambino, con lo svezzamento le relazioni si rivolgono al mondo: dall’abbraccio materno si passa allo stare seduti sul seggiolone con il desiderio di mangiare la pappa da solo.

Sempre entro i primi anni di vita, i genitori introducono il bambino all’utilizzo di un nuovo oggetto: il vasino. Il controllo degli sfinteri e la capacità di sapersi vestire e svestire da solo, quindi la conquista di una maggiore autonomia, sono ora richiesti, oltre all’abbandono del fidato compagno pannolino.

Fare la nanna da soli nel lettino, poi, è un grande cambiamento per il piccolo che prima può aver dormito nel lettone: il calore e la presenza rassicurante dei genitori sono talvolta sostituiti da un’iniziale paura della solitudine notturna. Anche questo passaggio, però, può permettere al bambino di riconoscersi come individuo separato dalla propria mamma e dal proprio papà.

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Ad ogni conquista corrisponde una perdita

Ogni nuova conquista raggiunta necessita di un tempo variabile e comporta anche un’importante perdita: per conquistare la pappa, infatti, si deve perdere il latte, per conquistare il vasino si deve perdere il pannolino, per conquistare il lettino bisogna perdere il lettone…  

Il bambino si trova quindi di fronte a una scelta tra il nuovo e il vecchio, la cui perdita risulta fondamentale in senso evolutivo: grazie a ciò, è possibile crescere e iniziare a incontrare qualcosa del “mondo dei grandi”, caratterizzato anche da frustrazioni, rinunce e dalla capacità di tollerarle.

Conquista e perdita non caratterizzano solo l’infanzia. Nell’adolescenza il soggetto si ritrova a dover fare i conti con l’incertezza della propria identità: per alcuni aspetti si sente ancora bambino, per altri già adulto. L’immagine riflessa allo specchio non permette più di riconoscersi e questo può generare allora inquietudine e irrequietezza, fino a quando il ragazzo non si percepirà adulto a tutti gli effetti.

In tutti questi passaggi evolutivi, di estrema importanza è proprio il supporto che gli adulti offrono a ogni conquista e a ogni rinuncia: diventeranno così un riferimento per le diverse difficoltà e i numerosi traguardi che i figli incontreranno e raggiungeranno nello sviluppo.

A cura di Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus
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