Mio figlio, anni due, è nel mood del “Chi è?” grazie alla sua Guru, una deliziosa Biancaneve di quasi un anno più grande, molto esperta di salti e arrampicata, talmente esperta che la chiamo “Ginnasta, vita parallela“.
Gli attacchi di “Chi è?” sono imprevedibili e di durate variabili, si concludono sempre con la frase “Anche io, anche me“, aprendo ogni volta un varco temporale in cui si deve spiegare il motivo per cui lui non può fare una certa cosa o andare in un certo posto per poi fargli fare la certa cosa o portarlo nel dato posto.
Alcuni esempi per capire meglio.
I liceali. Ore 7 e rotti. Camera da letto.
“Chi è?”.
“Sono le ragazze che vanno a scuola”.
“Mamma, chi è?”.
“Vanno a scuola con lo zaino. I ragazzi…”.
“Anche io, anche me, noooo”, il labbro è a mestolino.
Lui vorrebbe uscire e lo dice chiaramente; i liceali, di contro, fanno il bordello che devono fare quando la mattina percorrono l’ultimo tratto a piedi dal bus a scuola: hanno tutto il sacrosanto diritto di urlarsi a vicenda “Infame” per un giocatore del fantacalcio o per una sigaretta che non viene offerta perché il pacchetto da 10 sta già finendo.
Le ragazze hanno menate diverse, ma sempre menate che portano a gridare.
Casa nostra è sul tratto maledetto e mio figlio ha il bordello-radar.
E via a trovare spiegazioni. Alla fine, dopo un po’, mi ritrovo con la bici davanti alla scuola.
Grazie al cielo sono accompagnata da un minore e non indosso l’impermeabile.
Lo sciacquone dei vicini. Ore a caso. Cortile. Una performance di tutto rispetto.
“Chi è?”
“La signora T.”
“Chi è ?”
“Acqua Nino. La signora T.”
“Chi è?”
“La signora T. che ha tirato l’acqua”
“Chi è?”
“La pipì della signora T. che va giù nelle fogne”
“Anche io, anche me”.
Bingooo!
La signora si affaccia, saluta.
“Coa a acendo?”
“Acqua Nino, ha tirato l’acqua”
“Anche io anche io”.
Niente: si va in bagno a produrre due goccioline di pipì per fargli schiacciare il bottone dell’acqua.
Esclama: “Bello!“. Anche questa faccenda è archiviata.
In questi ultimi giorni mi diverto un sacco ad anticiparlo.
Anche alle 7 e rotti.
Lo faccio anche mentre dorme.
Ad azione corrisponde reazione!
photo credit: Vanessa Pike-Russell via photopin cc
3 Comments
Chi è? Che cos’è? Perché papà va lavoro? Perché la macchina è rossa? Oppure posso farlo io?Mammma ti posso aiutare? Se vivi con dei bambini dei armati di tanta pazienza…tanta, tanta pazienza. Ma è bellissimo, se si ha la capacità di tornare bambini e guardare il mondo dalla loro prospettiva. Sono come libri dalle pagine bianche che ogni giorno si riempiono di colori, immagini, suoni, azioni.
a proposito di prospettive, quando non capisco di cosa ha bisogno mio figlio mi metto alla sua altezza….ovvero mi abbasso e mi siedo per terra! bastasse questo!
Ho letto un articolo oggi, non so dove, di una mamma che per un giorno ha provato a vivere all’altezza del figlio: proprio fisicamente! E le si è aperto un mondo 🙂