Che valore diamo al tempo? A pensarci bene, in fondo, il tempo è un concetto relativo e fugge o va lento lento a seconda di ciò che stiamo facendo… Per noi MammeAcrobate – sempre di corsa fra casa, figli e lavoro – essere multitasking sembra l’unica soluzione per far tutto, anche se, talvolta, oltre al tempo si moltiplica lo stress…
Ma per i bambini che valore ha il tempo?
Quante volte sgridiamo i nostri figli perché “perdono tempo” facendoci fare tardi? Ma loro davvero stanno “perdendo tempo”? In realtà, per fortuna, più i nostri figli sono piccoli e più non hanno la concezione del tempo che abbiamo noi…
Anche il concetto di età è molto relativo per un bambino – e se ci pensiamo bene anche per un adolescente – perciò un trentenne è considerato da loro “vecchio” al pari di un ottantenne.
Eppure, è importante per un bambino imparare a rendersi conto di che giorno è, di qual è la successione degli eventi che lo attendono, se quello è il giorno in cui dovrà fare sport o in cui si va dai nonni a pranzo.
Come possiamo aiutare noi e i nostri bambini a vivere lo scorrere del tempo con più consapevolezza?
Le routine sono importanti per i piccoli, proprio perché per loro il concetto di tempo è troppo astratto. Ecco che, perciò, riferirsi ad un evento che il bambino riesce a collocare nella giornata può essere molto più utile di parlare solo di ore e minuti. Meglio, quindi, non dire solo che i nonni arriveranno alle ore 16.00, ma aggiungere che arriveranno all’ora di merenda o dire a nostro figlio che dovrà andare a fare il bagnetto dopo un determinato cartone e non solo fra generici “dieci minuti”. Anche il concetto di “domani” sarà più comprensibile se ci riferiremo al giorno che viene dopo la nanna della notte.
Per collegare gli orari ai vari momenti della giornata (per esempio, sveglia, colazione, scuola, pranzo, merenda, cena, bagnetto, nanna) si può anche creare un grande orologio di cartoncino e disegnare accanto a ciascuna ora l’attività corrispondente. Questo può anche essere utile per far capire ai nostri figli quando andremo a prenderli alla scuola dell’infanzia. Il bambino è rassicurato dal poter prevedere ciò che gli accadrà durante la giornata, perciò, sarà sicuramente più sereno sapendo che dopo la pappa o dopo il sonnellino andremo a prenderlo e potrà tornare a casa.
Anche un timer può rendere più concreta l’idea del tempo che scorre e del turno, per esempio, o del limite da dare ad un’attività (un gioco, la televisione ecc.).
Teniamo presente che esistono anche libretti ad hoc, per aiutare a comprendere il concetto del tempo, del ‘prima’ e del ‘dopo’ e lo scorrere dei giorni.
Stesso discorso per il Calendario dell’Avvento, un utile strumento per far comprendere quanti giorni mancano ad una determinata data e possiamo costruirne uno ad hoc anche in attesa di un giorno speciale, oltre che in attesa del Natale.
Già in età prescolare si può far prendere ai bambini dimestichezza con l’orologio (con numeri belli grandi e, magari, anche con i minuti segnati), ma ciò che si può insegnare loro per prima cosa (sempre giocando, ovviamente, perché l’apprendimento è gioco) è cosa segna la lancetta piccola e cosa vuol dire quando la lancetta grande si trova su 12, su 3, su 6 o su 9.
Cosa non fare?
Evitiamo di innervosirci e sgridare i nostri figli se non arrivano a tavola entro 5 minuti o se non si preparano entro 10 minuti, perché noi abbiamo fretta. Otterremo solo un capriccio… I bambini –per fortuna- vivono ancora il “qui ed ora” e perciò, sta a noi prevenire capricci e ribellioni, preparandoli per tempo. Dovremmo imparare anche noi ad adeguarci un po’ ai loro tempi… ne trarremo certamente beneficio!
Se pretendiamo di andare a piedi a scuola in 5 minuti e i nostri figli si fermano a guardare tutti gli uccellini e i gattini che incontriamo e vogliono cantare tutte le canzoni che hanno imparato fino ad oggi, magari, certo sarebbe il caso di far capire loro che la campanella sta per suonare, ma anche di scendere 5 minuti prima di casa e approfittarne per cantare una canzone con loro e rilassarci al canto degli uccellini… È questione di abitudine e di voglia di farlo, non di tempo.
Ha senso anticipare ai bambini un evento molto tempo prima?
Fino agli 8-9 anni, un bambino non possiede una concezione del tempo uguale alla nostra, perciò può non essere una buona idea anticipargli troppo un avvenimento, con l’intento di volerlo preparare. Se l’evento è qualcosa di bello, si rischia di essere letteralmente assillati dal bambino che non vedrà l’ora che arrivi il fatidico momento, mentre se l’evento è qualcosa di spiacevole, il bambino vivrà la sofferenza già dal momento presente e potrebbe stare male di più.
Un utile esercizio
Vi suggerisco un esercizio che io ho trovato molto utile con mia figlia e anche con i bambini di cui mi occupo come educatrice: il calendario. Ogni mattina, segnate insieme ai bambini il giorno sul calendario, dicendo loro, per esempio:
“Ieri quale giorno della settimana era? E, quindi, oggi è…? In che mese siamo? In quale anno? E in quale stagione?”
Esistono canzoncine e filastrocche divertenti per imparare i giorni della settimana e potranno tornare utili da ripetere per ricordarsi in che giorno siamo.
Può sembrare un’abitudine superflua, ma vi assicuro che col tempo darà risultati eccezionali e vi sentirete orgogliosi e soddisfatti quando vostro figlio vi dirà che giorno è, addirittura dopodomani!
Letture consigliate:
Perrotta Emma, Il mio libro del tempo. Materiali e attività per conoscere l’orologio, la settimana, i mesi e gli anni, Edizioni Erickson, 2011.
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