Le balbuzie infantili rappresentano un motivo di apprensione per molti genitori, ma  – nella maggioranza dei casi – non sono realmente preoccupanti e si risolvono spontaneamente.

Essendo un fenomeno diffuso, però, cerchiamo di conoscerlo meglio, per capire quando e come intervenire.

Cos’è la balbuzie?

È un disturbo del linguaggio, legato al ritmo della parola. Chi balbetta sa cosa vorrebbe dire, ma non riesce a farlo, a causa di un’interruzione involontaria del flusso del linguaggio.

Quand’è che si può iniziare a balbettare?

Quando il bambino inizia a parlare, può capitare che inizialmente ripeta o prolunghi delle sillabe. Spesso, la balbuzie si manifesta intorno ai 33 mesi e – per lo più – si risolve entro 3 o massimo 5 anni dalla comparsa, anche se capita che ritorni durante l’adolescenza.

Da cosa dipende?

È un fenomeno più frequente nei maschi che nelle femmine e può essere ereditario. Dipende da una predisposizione, ma anche da fattori linguistici, fisiologici, ambientali e psicologici, che influenzano il sistema pneumo-fono-articolatorio. Potrebbe dipendere dalla fretta di esprimere a parole i tantissimi pensieri che affollano la mente o dalla mancanza di un vocabolario sufficiente ad esprimerli. Può presentarsi in concomitanza con eventi particolarmente stressanti, come reazione ad un clima di tensione a casa, a problemi di inserimento a scuola, alla nascita di un fratellino o alla separazione dei genitori. C’è da dire che può capitare che il bambino balbetti anche per imitazione.

A chi rivolgersi?

Io consiglio sempre di consultare il pediatra di base per tranquillizzarci riguardo a qualunque dubbio o preoccupazione sulla salute dei nostri bambini. È sempre meglio ascoltare un parere obiettivo e professionale, piuttosto che fare autodiagnosi. Se poi la balbuzie infantile persiste o compare dopo i 3 anni, allora potrebbe trattarsi di balbuzie conclamata e, perciò, di un disturbo del linguaggio e della comunicazione, che richiede l’intervento di un professionista.

Come comportarsi?

Anche se sentire nostro figlio che balbetta mette ansia, dobbiamo:

  • cercare di mantenere la calma e non interromperlo
  • non cercare di completare le parole che sta tentando di dire
  • non facciamogli notare la sua difficoltà
  • evitiamo di incoraggiarlo o dargli consigli su come parlare senza balbettare
  • facciamo capire al bambino che non abbiamo fretta e che siamo e restiamo lì, interessati a ciò che ci sta dicendo.

Si dice che sia un disturbo della relazione verbale, poiché il bambino balbetta quando interagisce e non se gioca o parla da solo. Perciò, la nostra reazione davanti ai balbettii è molto importante.

Un consiglio può anche essere quello di parlare al bambino in modo lento e chiaro, in modo da invitarlo in modo indiretto a fare altrettanto. Un esercizio piacevole e senza controindicazioni è anche cantare.

Facciamo attenzione a come reagiscono gli altri bambini alla balbuzie di un amichetto o un parente. Sentirsi preso in giro non può che far aumentare il problema.

photo credit: Josh Liba via photopin cc

Author

Laureata in Economia per inerzia e poi in Scienze della Formazione per passione, ora sono felicemente educatrice e mediatrice familiare (e ancora manager, ma solo per se stessa!). Adoro giocare con mia figlia, ma non mi sentirei completa senza il mio lavoro così, da brava – per modo di dire! - MammAcrobata, provo a conciliare tutto, a costo di star sveglia fino a tarda notte. Da anni, collaboro con diverse Associazioni che difendono i diritti dei minori e sostengono famiglie che vivono situazioni di disagio o sofferenza. Sono socia di un'Associazione, in cui mi occupo di formazione ed essendo appassionata di comunicazione e scrittura, sono anche scrittrice, blogger e web writer.

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