Aspettative e delusioneHo appena finito di leggere il libro “AMY e ISABELLE” di Elizabeth Strout. Racconta il rapporto tra una madre e una figlia adolescente, un rapporto teso, intessuto di cose non dette e di una reciproca incomprensione che si trasforma in aperta ostilità quando la madre scopre nella figlia l’esuberanza e la voglia di vivere che un tempo erano state le sue.

Mi piacciono molto i libri che hanno per protagoniste le donne e in particolare il rapporto madre/figlia mi ha sempre interessato.

 

Di questo libro, mi ha colpito un passaggio che dice:

“Amy (la figlia) riprendeva la strada di casa ansiosa di vedere, anche nelle stanze deserte, tracce di sua madre: calze appese ad asciugare sulla doccia, borotalco sul comò… queste cose la rassicuravano, così come il rumore della macchina sul vialetto di casa. Era tutto a posto. Sua madre era a casa.
Ma la presenza reale della madre la lasciava delusa: gli occhi piccoli e preoccupati con cui entrava dalla porta, la mano pallida che si rassettava le ciocche di capelli.  Ad Amy riusciva difficile conciliare l’immagine di questa donna con quella della madre di cui aveva avuto nostalgia fino ad un momento prima”

Ecco è proprio questa delusione che segue il desiderio dell’incontro con la madre che mi ha fatto riflettere.

E’ verissimo che quando siamo lontani da chi amiamo sentiamo una necessità fisica (oltre che spirituale) della loro vicinanza. Sentiamo il bisogno di vederli, di toccarli, di sentire il loro profumo, la loro voce.
E pregustiamo il momento in cui nostro marito, nostra moglie, i nostri figli ecc. apriranno la porta di casa ed entreranno finalmente nel nostro campo.

E immaginiamo che entreranno sorridenti, felici di vederci, con tante cose da raccontare proprio a noi che abbiamo aspettato questo momento per tutto il giorno (avete presente quella meravigliosa canzone che dice “io lavoro e penso a te….”).

 
E poi succede che la porta si apre e la persona che appare non è quella che noi stavamo aspettando. Certo è nostro marito/moglie/figlio/mamma/papà ma non è come ce lo aspettavamo.

E in quel momento ci sembra che il mondo ci crolli addosso, ci sembra di non riconoscere chi ci sta davanti.

Ma è lui/lei o è un’altra persona?

Ma se è contento/a di vedermi dovrebbe sorridere…..

Ma non poteva lasciare le sue preoccupazioni fuori dalla porta?

Ma si è dimenticato/a persino di abbracciarmi….

Possibile che non pensi a chiedermi come sto, come ho passato la giornata……..

Qual’è la soluzione? Come sempre Nonna Maria non ha soluzioni, ha solo pensieri che condivide.

 

Forse dovremmo farci meno aspettative e renderci conto che chi ci sta intorno magari subisce le stesse nostre delusioni. Siamo proprie sicure che noi, quando incontriamo i nostri cari, siamo sempre all’altezza delle loro aspettative?

Author

Laura Campagnoli, mamma di Tommaso e Francesco, una passione irrefrenabile per tutto ciò che ruota intorno alla casa ma incapace di gestirla (la casa), un marito superattivo eco-addicted e un lavoro più che full time. Pigra fisicamente ma non di mente. Acrobata come tante mamme in (precario) equilibrio tra lavoro, casa, bimbi, marito, amiche, genitori e nonni, hobby e sport (poco)… e non necessariamente in quest’ordine!

1 Comment

  1. elisabetta

    che fatica però, no? Mi devo ricordare di NON leggerti prima di andare a letto!! 😆