Scegliere di mandare il proprio bambino all’asilo nido è un passo estremamente impegnativo, sia dal punto di vista affettivo e psicologico che dal punto di vista economico. Si tratta di un momento importante nel rapporto genitore-figlio. Il momento in cui il nostro piccolo, per la prima volta nella sua vita, lascia le mura rassicuranti di casa sua per affrontare un sistema sociale nuovo, dove non sarà più il centro esclusivo dell’attenzione ma una persona in mezzo ad altre, con le proprie peculiarità e il suo modo unico di rapportarsi con il prossimo. La crisalide diventa farfalla, con le farfalle nello stomaco dei genitori che attraverso l’inserimento prima e la frequenza poi, impareranno a gestire ansie e problemi pratici. Paura e diffidenza fanno parte del gioco, almeno all’inizio, ma per poter stare davvero sereni, una volta fatta l’abitudine al distacco, i genitori devono scegliere con cura la struttura più idonea alle loro esigenze e contemporaneamente più accogliente e rassicurante per i loro bambini.
Ma cosa bisogna chiedere ad un asilo nido? Le domande possono essere infinite, ma si concentrano essenzialmente su due aspetti:
1) educativo:
– livello di preparazione specifica degli educatori (esperienza, qualifica, studi)
– organizzazione della giornata tipo (esperienze didattiche, laboratori, gioco libero)
– suddivisione o meno dei bambini a seconda dell’età
– modalità di inserimento
– obiettivi educativi
– feedback asilo/famiglia
2) pratici ed economici:
– costo della struttura
– eventuali graduatorie di accesso
– fasce orarie (flessibili o meno)
– pasti (costo e tipologia)
– riposo e cambi biancheria e pannolini
– politica dell’asilo rispetto alle malattie (quali sono – se ci sono – le condizioni di salute per
le quali un bambino non è ammesso alla frequenza?)
Esistono oggi molte soluzioni. Sul territorio convivono spesso diverse scuole, ciascuna caratterizzata da proprie regole e proprie prerogative.
Per comodità, però, suddivideremo i “nido” in 4 grandi categorie e cercheremo di capire quali sono in genere le peculiarità di ciascuna tipologia di asilo, rispetto alle domande che ci siamo posti:
– gli asili nido pubblici (comunali)
– gli asili nido privati
– gli asili nido aziendali
– i “nido famiglia”
Asili nido pubblici o comunali
Gli asili nido pubblici sono strutture fornite di norma dal comune ai cittadini che ne fanno richiesta.
Il loro limite sostanziale è in genere la disponibilità. Essendo il numero di richieste di norma fortemente superiore ai posti offerti, l’accettazione dei bimbi è soggetta a una rigida graduatoria basata sul reddito, sullo status dei genitori (sposati o meno, separati, divorziati, single, occupati, inoccupati) e sul luogo di residenza.
Gli insegnanti sono reclutati in base a graduatorie, la giornata strutturata secondo un programma didattico elaborato che viene comunicato alle famiglie prima dell’inizio della frequenza ed esposto in itinere nel corso di incontri genitori-educatori.
L’inserimento viene concordato preventivamente con il genitore, che si renderà disponibile per un certo periodo per accompagnare il bambino e sostare con lui nella struttura per periodi via via più brevi fino a che il piccolo non sarà pronto a rimanerci da solo.
Gli orari sono di solito coincidenti con la giornata lavorativa standard dei genitori 8.30-17.30.
Normalmente i pasti sono gestiti da società di catering sulla base di un piano dietetico approvato dall’ASL e modificabile per motivi di salute o culturali (religiosi).
La biancheria, il materiale per il gioco e i pannolini sono in genere a carico delle famiglie. Per i pasti è prevista una diaria, che in genere viene rimborsata qualora il bambino sia assente.
Il costo medio in Italia (citiamo Cittadinanza Attiva) è di circa 300 euro per la giornata intera, ma può variare in maniera consistente su base regionale, più cari al Nord, più accessibili al Centro e al Sud.
I bambini che contraggono malattie infettive dovranno presentare al loro rientro il certificato del medico o autocertificazione prodotta dai genitori.
Bambini con stati febbrili, dissenteria, vomito, secrezioni oculari o rush cutanei non saranno accettati fino alla guarigione.
Asili nido privati
Il panorama degli asili nido privati è estremamente variegato. Si va da strutture in tutto e per tutto analoghe a quelle degli asili nido pubblici, ai cosiddetti micronidi, dove i bambini sono suddivisi in classi da 8/10 elementi, con due maestre qualificate (anche se spesso giovanissime) per classe e una varietà di servizi didattici che spazia dalla psicomotricità, ai laboratori musicali per arrivare all’insegnamento di una lingua straniera.
Le attività spesso sono concordate e discusse in appositi incontri tra genitori e corpo insegnante.
L’organizzazione della mensa è in genere correlata al numero di bambini.
Sopra i 15 elementi la legge obbliga la struttura a rivolgersi al catering, che fornirà un menu su rotazione settimanale, approvato da nutrizionisti qualificati, variabile sulla base di esigenze terapeutiche o culturali.
La fornitura di biancheria e materiale didattico può essere a carico della struttura oppure dei genitori. Così come la diaria per il pranzo che può essere esclusa o inclusa nella retta base (nel primo caso vi sarà rimborsata in caso di assenza, nel secondo sarà comunque dovuta).
L’accettazione dei bimbi in fase di malattia o malessere si svolge in maniera del tutto analoga a quanto avviene negli asili pubblici.
La disponibilità oraria è molto variabile. La maggior parte dei nido privati, però, offre la possibilità, al di fuori dell’orario standard (8.30-16.30), di accogliere i bambini in pre-orario (dalle 7.30 alle 8.30) e oltre l’orario (fino alle 18.30 o addirittura 19.30!).
La nota dolente riguarda senza dubbio i costi, che possono essere anche più che doppi rispetto a quelli di un nido comunale.
Il costo di un asilo privato, infatti può arrivare anche a superare le 700 euro mensili per fasce orarie molto lunghe, andando a incidere in maniera consistente sul reddito familiare.
Asili nido aziendali
Alcune aziende “illuminate”, in genere di grandi dimensioni, offrono ai loro dipendenti il servizio di nido aziendale.
Si tratta di un asilo nido ubicato all’interno dell’azienda, che accoglie i bambini dei collaboratori durante l’intero arco della giornata lavorativa.
I nido aziendali possono essere strutturati come nido privati e dunque affidati ad insegnanti qualificati che si occupano della cura dei bambini, seguendo un percorso didattico strutturato.
In questo caso è in genere corrisposta una retta da parte dei genitori che concorrono al sostentamento della scuola, in solido con l’azienda.
In altri casi, invece, possono essere basati sulla cooperazione tra genitori.
L’azienda, in buona sostanza, mette a disposizione dei propri dipendenti i locali necessari all’accoglienza dei bambini e allo svolgimento delle attività di gruppo. Al fianco di un’unica responsabile di ruolo (di norma un’insegnante), si alternano i genitori dei bambini che frequentano il nido, i quali, su base di turni prestabiliti, prestano il loro servizio presso l’asilo anziché in ufficio o in fabbrica per un paio di giorni alla settimana. Ogni genitore provvede alla fornitura dei materiali di consumo e dei cibi che verranno dati ai bambini.
Nelle aziende dove è prevista questa tipologia di nido, non è previsto il pagamento di nessuna retta. Al contrario la società si impegna a retribuire i genitori chiamati alla cura del nido, con la stessa retribuzione prevista per lo svolgimento delle loro abituali mansioni professionali.
Nido famiglia
Si tratta di associazioni senza fine di lucro volte alla cura della prole.
In buona sostanza una mamma costituisce l’associazione e decide di mettere a disposizione la propria casa per ospitare nel corso della giornata, alcuni bambini di cui si occuperà: una sorta di evoluzione della storica “balia”.
Le attività variano da nido a nido, non sono soggette a una struttura rigida. Le rette concorrono esclusivamente alla copertura delle spese e dello stipendio della persona che le gestisce e possono essere strutturate secondo un costo orario oppure su una retta fissa che per la giornata intera in genere si aggira sui 300 euro più diaria per il materiale di consumo (3/5 euro per bambino).
Trattandosi di una struttura di tipo familiare le regole sono più elastiche rispetto a quanto previsto dagli asili nido. Pertanto spesso gli orari possono essere personalizzati, così come può essere fatta qualche eccezione sull’astensione o il rientro nella struttura di bambini che abbiano avuto qualche problema di salute. Si tratta di una soluzione economica e spesso ben conciliabile con le esigenze di lavoro, ma ancor più che per i nidi strutturati, richiede al genitore una buona dose di senso critico e di fiducia.
Consigliamo di valutare molto bene ogni singola struttura, perché essendo le regole demandate al buon senso degli associati, il rischio potrebbe essere quello di incorrere in ambienti non sufficientemente sicuri e in persone non adeguatamente preparate a svolgere un compito così delicato.
Ciascuna di queste tipologie di nido, insomma, presenta vantaggi e svantaggi, punti di forza e limiti.
Vero è che in un paese che dovrebbe essere tra i primi al mondo per il Welfare, la carenza di strutture pubbliche per la cura parentale dei piccoli sotto i 3 anni è una lacuna incolmabile e inaccettabile.
Di fatto quello che dovrebbe essere un diritto acquisito, finisce con l’essere un beneficio destinato a pochi. Chi non può appoggiarsi alle rete familiare o aziendale e non beneficia di un nido pubblico sul territorio, è perciò costretto a mettere mano al portafoglio e ad affidarsi al mercato.
Le strutture private sono spesso di ottima qualità e offrono servizi paritetici se non superiori in certi casi rispetto a quelle pubbliche, ma a costi esorbitanti.
L’unica alternativa è l’associazionismo familiare dei “nido famiglia” che può essere un’ottima risorsa quando più famiglie si associano e organizzano in maniera indipendente la giornata dei loro piccoli, ma rischia di essere poco controllabile nel caso in cui il nido famiglia si proponga invece come un nido low cost senza offrire tutte le garanzie educative e igieniche di una scuola sottoposta a periodici controlli e all’egida di leggi dello Stato o della Comunità Europea.
Non esiste dunque una struttura preferibile all’altra. Tutto dipende dal background, dalle esigenze e dalle priorità delle famiglie.
Come madre mi sento di consigliare ai genitori di affidare i loro figli alla struttura che sentono più affidabile, a persone che siano in grado di suscitare un naturale senso di comunione e di empatia, a organizzazioni che consentano loro di lasciare con un sorriso i loro bambini mentre sono via per la loro giornata lavorativa e che doni ai loro piccoli quella serenità che di giorno in giorno li invogli a confrontarsi con gli altri e a crescere giocando, senza sentirsi soli o abbandonati.
L’esperienza del nido, se sarete in grado di scegliere il posto che più vi assomiglia, diverrà un momento di grande gioia e di crescita per i vostri cuccioli e anche per voi, che scoprirete di cosa possono essere capaci i vostri figli se inseriti un contesto ludico ed educativo che li stimoli a tirar fuori le loro capacità e loro doti.
Una sorpresa meravigliosa che vi ripagherà di tutte le piccole e grandi preoccupazioni.
Francesca R. Torracca
10 Comments
anche solo come quello nella foto! 😉 grazie comunque. Molto interessante.
🙄 🙄 il mio bimbo ha cominciato a frequentare il nido ad un anno circa.nella città in cui vivo non è che ci sia una scelta molto ampia,ma abbastanza per mandarmi nel pallone cercando di far combaciare il più possibile tutte le variabili del caso:costi,distanze,orari e giorni di “frequenza”,struttura,preparazione delle educatrici.più ne visitavo,più parlavo con qualche mamma il cui bimbo frequentava questo o quel nido e più andavo in confusione.alla fine ho scelto in base alla prima impressione che avvertivo appena mettevo piede nella struttura,a ciò che mi trasmetteva la stretta di mano che scambiavo con l’educatrice alla presentazione,insomma ho scelto “a pelle” e ho avuto piena ragione.tutte le mattine accompagnavo il mio piccolo e poi di corsa a lavorare:ecco,dal momento in cui lo affidavo alle educatrici fino a quando andavo a riprenderlo l’argomento “mio figlio” non mi dava più ansia o paura (oddio chissà cosa gli succede,chissà se lo accudiscono bene,se lo guardano,se lo consolano,se,se,se).mi vergogno un pò a dire che mi sentivo molto più tranquilla quando lo lasciavo al nido che al padre! la verità è che al nido non ho solo affidato il mio cucciolo ma anche me stessa.
[quote name=”carlotta”]:roll: 🙄 il mio bimbo ha cominciato a frequentare il nido ad un anno circa.nella città in cui vivo non è che ci sia una scelta molto ampia,ma abbastanza per mandarmi nel pallone cercando di far combaciare il più possibile tutte le variabili del caso:costi,distanze,orari e giorni di “frequenza”,struttura,preparazione delle educatrici.più ne visitavo,più parlavo con qualche mamma il cui bimbo frequentava questo o quel nido e più andavo in confusione.alla fine ho scelto in base alla prima impressione che avvertivo appena mettevo piede nella struttura,a ciò che mi trasmetteva la stretta di mano che scambiavo con l’educatrice alla presentazione,insomma ho scelto “a pelle” e ho avuto piena ragione.tutte le mattine accompagnavo il mio piccolo e poi di corsa a lavorare:ecco,dal momento in cui lo affidavo alle educatrici fino a quando andavo a riprenderlo l’argomento “mio figlio” non mi dava più ansia o paura (oddio chissà cosa gli succede,chissà se lo accudiscono bene,se lo guardano,se lo consolano,se,se,se).mi vergogno un pò a dire che mi sentivo molto più tranquilla quando lo lasciavo al nido che al padre! la verità è che al nido non ho solo affidato il mio cucciolo ma anche me stessa.[/quote]
Anche a me è successa la stessa cosa. Sono contentissima del nido che avevamo scelto…per ora non posso dire esattamente la stessa cosa della materna 😥
io ho due bimbi, la più piccola frequenta attualmente il nido, lo stesso del fratellino più grande. Io sono stata molto fortunata, ho trovato un luogo accogliente, sicuro, pedagogicamente interessante per i miei piccoli e anche per me. Sì, anch’io sono stata accolta da queste splendide educatrici sempre attente ai piccoli disagi dei bimbi e dei loro genitori. Attente alle parole, ai gesti, alle scelte, all’alimentazione e alle competenze di ciascun piccolo. Un nido, un vero e proprio nido.
Per chi vivesse nella provincia di Varese consiglio di informarsi e chiedo a MammeAcrobate di interessarsi a questa bella realtà: http://www.avalon.va.it/
per la tua segnalazione! Lo faremo sicuramente!
Ciao
Peccato però che la realtà, almeno a Milano, non ti permette di effettuare alcuna scelta. Puoi andare a visitare strutture, a conoscere educatrici, a sentir parlare di programmi didattici ma poi, alla fine, ti trovi costretta ad accettare quello che ti capita (sempre che non ti capiti di sentirti dire che per tuo figlio non c’è alcun posto!!!).
la mia terzogenita è al secondo anno di nido e devo dire che mi trovo benissimo.L’ ambiente è molto accogliente e all’ingresso campeggia la scritta ”vi vogliamo tanto bene”,le educatrici propongono ai bambini tante attività e li aiutano a rendersi autonomi in tante cose.La mia piccola ha imparato tanto per la fine dell’anno scolastico,poichè il prossimo settembre comincerà con la scuola dell’infanzia,stanno preparando la festa del diploma. 😀
ciao sono Barbara di Milano e ho aperto un nido famiglia e da me non c’è nessuna eccezione per il rientro dei bambini malati(dal vostro articolo sembra differente), se sono malati stanno a casa con i genitori , perchè al nido ci sono gli altri bambini che potrebbero ammalarsi e per il bimbo malato è giusto che lo curino a casa dove ha tutte le attenzioni necessarie.
barbara.zambelli@fastwebnet.it
Detto questo, il nido famiglia è un ottima soluzione
Il mio grande amore per i bambini mi ha spinto ad aprire a Napoli (S. Lucia) un nido Famiglia. Si chiama “Gnomi e fate” a casa di Annamaria. E’ un luogo accogliente e sereno. I pasti sono inclusi e preparati da me Annamaria Pagano, su indicazione del nutrizionista. Ho ancora posti per accogliere piccoli grandi Gnomi e piccole grandi fate!!!
Ciao sono Francesca,
ho aperto il primo nido famiglia a Napoli giocare e sognare a casa di Francesca.E’ un grande successo… i bimbi vengono volentiei e le mamme sono contentissime.Sono psicologa e mi occupo di infanzia,quindi cerco di dare il massimo in termini di qualità: le attività sono strutturate i progetti educativi individualizzati.Tutto è curato nei miimi particolari dall’alimentazione a tutto il resto.Anche nel mio nido seguiamo regole precise per la malattia,io chiedo il certificato medico per il rientro,quando s ha a che fare con la salute dei piccoli non si può essere leggeri.E’ una esperienza meravigliosa comunqe ciao a tutti e grazie