Ogni tanto si risveglia il dibattito sull’allattamento al seno. E soprattutto sull’allattamento al seno in pubblico: tutti avete sentito parlare di Francesca, la mamma di Biella a cui è stato vietato di allattare il proprio piccolo all’ufficio postale. La sua storia ha fatto infuriare tante mamme che si sono unite in una protesta collettiva che sta mobilitando l’Italia con un flash mob!
Le virtù dell’allattamento sono riconosciute dalle direttive dell’OMS-UNICEF, anche se il sostegno alle mamme non passa solo dalle linee guida ufficiali ma dovrebbe passare anche dal sostegno della comunità intera. In questo momento la legge italiana e il Ministero della Salute incoraggiano l’allattamento ma non ci sono leggi che tutelano le mamme che allattano i propri bimbi nei luoghi pubblici.
Ci vuole una legge? Evidentemente sì, a sancire il diritto di allattare liberamente in luoghi pubblici o dove si desidera.
Sembra quasi assurdo da leggere o da sentire ma a quante di voi è capitato di sentirsi in soggezione per aver allattato in pubblico? È davvero sempre possibile limitarsi ad allattare tra le mura domestiche? Come si può gridare allo scandalo, all’offesa e al pudore quando una mamma allatta?
Per questo motivo Raffaella Sottile ha lanciato la petizione on-line che in pochi giorni ha raggiunto circa 35.000 firme: Ovunque lo desideri, che si è trasformata in un movimento e in collaborazione con MAMI-Movimento Allattamento Materno Italiano, ha dato via alla giornata di flash mob che l’11 febbraio 2017, dalle ore 11 alle 17, unirà circa 50 città italiane (numero destinato a crescere), che organizzeranno in contemporanea nazionale i diversi sit-in di mamme che allattano.
Ecco la mamma del flash mob per l’allattamento #ovunquedesideri
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