potenziamento a scuolaPreparatevi… è partito il totoiscrizioni alle elementari (ah sì, adesso si chiama primaria) e sarò sfinente!! Una cosa semplice per la maggior parte delle persone…certo importante… ma comunque con implicazioni emotive, cognitive e fisiche relative… ma non per me!

Questa decisione si sta rivelando paritaria alla scelta della cucina quando ho comprato casa. Ci ho messo molto meno a scegliere l’abito da sposa per intenderci…

 

Quindi non vi dico quali e quante analisi, riflessioni, elucubrazioni (per la maggior parte piuttosto inutili) ho fatto.

Però ho scoperto una cosa che ignoravo: voi lo sapete cosa sono le ore di potenziamento? Si?? Brave!! No? Nemmeno io!! Ma ora lo so.

 

In generale ci sono attività, extra programma didattico, volte a ridurre le difficoltà di apprendimento di quegli alunni in cui vengano riscontrate delle carenze o una scarsa motivazione allo studio ed alla partecipazione al percorso formativo. E questo si chiama RECUPERO.

Ma queste io le conoscevo già molto bene!

 

Ma esistono (o forse dovrei dire esisterebbero) anche, per gli allievi più motivati, particolarmente capaci e ben predisposti allo studio, attività di ampliamento per accrescere e rendere ancora più consistente e approfondita la loro preparazione. Questo è in sintesi il POTENZIAMENTO.

 

Comunque sappiate anche che non è strano che non le conoscessimo visto che, in occasione di uno degli open day a cui ho partecipato, la Dirigente Scolastica (ma non si chiamava Preside?) ha sottolineato che purtroppo negli ultimi anni è stato molto difficile portare avanti questo tipo di attività.

Quindi: fino a un po’ di anni fa secondo me nemmeno esisteva. Ora è difficile portarlo avanti…e poi ci stupiamo della fuga dei cervelli!

Ma andiamo oltre.

Posso essere d’accordo che sia un po’ prematuro pensare a queste cose alla soglia della prima elementare ma vorrei davvero sapere se qualcuna di voi ha esperienza in questo senso

 

E per capirne di più abbiamo voluto chiedere aiuto a Mariapaola, la nostra educatrice. Ecco cosa ci ha raccontato.

 

Il figlio dei miei vicini di casa frequenta il primo anno della scuola primaria e ha lo stesso problema: sa leggere, scrivere, contare e anche parlare inglese, mentre i suoi compagni sono ancora più o meno a zero. Risultato? Mentre la maestra ripete e ripete concetti che lui sa a memoria, il bambino si distrae, si annoia e, spesso, è rimproverato e accusato di essere negligente e con scarsa capacità di concentrazione.

Il figlio di una mia amica frequenta la prima media e va a scuola malvolentieri, perché dice che lì si annoia e le lezioni sono banali e scontate. Il livello della sua classe è davvero basso e i professori sono costretti a spiegare in modo molto elementare, per esser certi che –almeno qualcosa- venga assimilato. Questo ragazzino, che ha sempre amato studiare, ora ha iniziato a fare i compiti male e di fretta, perché ha capito che –col minimo sforzo- può ottenere quanto basta per essere, comunque, tra i migliori della classe e come dargli torto?


È giustissimo dare a tutti i bambini uguale diritto di imparare e apprendere, non trascurare chi è più indietro e organizzare corsi di recupero (anzi se ne dovrebbero organizzare di più!), ma … chi è più avanti?


Viene da chiedersi: quale dovrebbe essere l’obiettivo principale degli insegnanti? Prodigarsi per stimolare interesse e partecipazione di chi è più svogliato o ha lacune di base è, ovviamente, doveroso. Ma compito della scuola non dovrebbe essere dare a ciascuno l’opportunità di scoprire e mettere in luce il proprio talento? Il diritto allo studio si ritiene sia garantito anche tarpando le ali a chi, invece, avrebbe la possibilità di spiccare il volo?


Ancora troppo poco si pensa a stimolare e gratificare gli studenti cosiddetti “eccellenti”, dotati di capacità e ritmo di apprendimento superiori a quelli dei compagni.


Le conseguenze sono:


• appiattimento dei programmi curriculari, modulati su una classe di livello medio-basso


• mancanza di stimoli per chi potrebbe e vorrebbe fare di più


Naturalmente, una programmazione personalizzata è impossibile da attuare. Non sono molto d’accordo neppure con le classi separate per piccoli geni, anche perché, se adeguatamente inseriti in una classe media, i più bravi possono servire anche da sprono e stimolo per gli altri.


Una soluzione, però, c’è: occasioni e corsi dipotenziamento” che permettano a questi studenti “plus-dotati” di trovare soddisfazione nel misurarsi con argomenti di maggiore impegno e, perciò, per loro più stimolanti.


Qualche esempio? Partecipazione a gare anche a livello nazionale, seminari, laboratori o incontri di approfondimento. Ecco cosa dovrebbe significare garantire a tutti il diritto allo studio.

 

 

Nella foto di Attualissimo.it Heidi Hankins è una bambina di 4 anni con una quoziente intellettivo di 159 (quello di Einstein era 160)

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4 Comments

  1. Patrizia

    Sono capitata qui per caso ed essendo de mestiere mi sento di poter dire che non è impossibile fare programmazione personalizzata per gruppi di livello…
    Certo ci vuole metodo e soprattutto aggiornamento che con i tagli nessun insegnante è più riuscito a fare.. Ci hanno consegnato le nuove indicazioni a settembre ma nessuno ha ancora saputo dall’alto cosa è cambiato.. Chi è scrupoloso le ha almeno lette ma non si parla di formazione.. La scuola dovrebbe reinvestire su questo.

    • MammeAcrobate

      [quote name=”Patrizia”]Sono capitata qui per caso ed essendo de mestiere mi sento di poter dire che non è impossibile fare programmazione personalizzata per gruppi di livello…
      Certo ci vuole metodo e soprattutto aggiornamento che con i tagli nessun insegnante è più riuscito a fare.. Ci hanno consegnato le nuove indicazioni a settembre ma nessuno ha ancora saputo dall’alto cosa è cambiato.. Chi è scrupoloso le ha almeno lette ma non si parla di formazione.. La scuola dovrebbe reinvestire su questo.[/quote]

      Patrizia grazie del tuo commento. Ironia a parte è esattamente quello che pensiamo anche noi.
      Speriamo davvero che questo paese, in gereale, riesca a reinvestire dove ha senso farlo.

  2. Francesca

    Certo che se aspettiamo sempre che le cose vengano “dall’alto”, come siamo messi in Italia ai piani alti lo sappiamo quindi di questo passo non cambierà mai nulla. L’investimento nella scuola deve partire in primo luogo dalla scuola stessa e non dal legislatore che si occupa soltanto di mantenere i propri privilegi e alimentare il proprio bacino elettorale.
    La formazione è in primo luogo degli individui e quindi anche degli insegnati, indipendentemente che ci siano leggi o direttive in merito. Sono inorridita di come in questi ultimi mesi di fronte alla proposta di aumentare il numero di ore di insegnamento si sia scatenato un vero putiferio nazionale. Passare dalle attuali 18 ore settimanali a 24 non mi sembra una tragedia e dopotutto magari con un po’ di ore in più si possono sopperire alcune lacune (vedi ore di potenziamento, sostegno, lingue straniere, ecc…). Vorrei sottolineare inoltre che 18 ore un normale impiegato le lavora in poco più di due giorni, ma questa è un’altra faccenda……
    Ovviamente anche questa ultima occasione di cambiamento nella scuola è stata sprecata perché la norma non è entrata in vigore (e poi parlano di caste).
    Venendo al discorso della formazione degli insegnanti, girando un po’ per scuole e Open Day vari la vera resistenza la pongono proprio gli inseganti stessi. A me sembra scontato che chi svolge un ruolo così importante come quello dell’insegnante debba per primo porsi nell’ottica di studiare e aggiornarsi sempre, ma il vero dramma è che in Italia abbiamo un parco insegnanti che non si aggiorna e non studia più forse dai tempi del liceo e se per qualche motivo si introducono delle novità, apriti cielo, vengono lesi diritti inviolabili!!!!!
    Non voglio per questo dire che tutte le scuole sono messe male, ci sono tanti esempi di ottime scuole (e quando parlo di scuole intendo scuole pubbliche), ma che guarda caso non sono così perché hanno aspettato “dall’alto” che qualcuno li mettesse nelle condizioni di operare al meglio, ma perché hanno dei presidi e degli insegnanti che si sono rimboccati le maniche e fregandosene dei soldi, finanziamenti, tagli, leggi e simili, la scuola di eccellenza se la sono costruita da soli.

    • LaurAcrobata

      [quote name=”Francesca”]Certo che se aspettiamo sempre che le cose vengano “dall’alto”, come siamo messi in Italia ai piani alti lo sappiamo quindi di questo passo non cambierà mai nulla. L’investimento nella scuola deve partire in primo luogo dalla scuola stessa e non dal legislatore che si occupa soltanto di mantenere i propri privilegi e alimentare il proprio bacino elettorale.
      La formazione è in primo luogo degli individui e quindi anche degli insegnati, indipendentemente che ci siano leggi o direttive in merito. Sono inorridita di come in questi ultimi mesi di fronte alla proposta di aumentare il numero di ore di insegnamento si sia scatenato un vero putiferio nazionale. Passare dalle attuali 18 ore settimanali a 24 non mi sembra una tragedia e dopotutto magari con un po’ di ore in più si possono sopperire alcune lacune (vedi ore di potenziamento, sostegno, lingue straniere, ecc…). Vorrei sottolineare inoltre che 18 ore un normale impiegato le lavora in poco più di due giorni, ma questa è un’altra faccenda……
      Ovviamente anche questa ultima occasione di cambiamento nella scuola è stata sprecata perché la norma non è entrata in vigore (e poi parlano di caste).
      Venendo al discorso della formazione degli insegnanti, girando un po’ per scuole e Open Day vari la vera resistenza la pongono proprio gli inseganti stessi. A me sembra scontato che chi svolge un ruolo così importante come quello dell’insegnante debba per primo porsi nell’ottica di studiare e aggiornarsi sempre, ma il vero dramma è che in Italia abbiamo un parco insegnanti che non si aggiorna e non studia più forse dai tempi del liceo e se per qualche motivo si introducono delle novità, apriti cielo, vengono lesi diritti inviolabili!!!!!
      Non voglio per questo dire che tutte le scuole sono messe male, ci sono tanti esempi di ottime scuole (e quando parlo di scuole intendo scuole pubbliche), ma che guarda caso non sono così perché hanno aspettato “dall’alto” che qualcuno li mettesse nelle condizioni di operare al meglio, ma perché hanno dei presidi e degli insegnanti che si sono rimboccati le maniche e fregandosene dei soldi, finanziamenti, tagli, leggi e simili, la scuola di eccellenza se la sono costruita da soli.[/quote]

      Francesca mi trovi completamente d’accordo su tutto…io la mia piccola grande battaglia l’ho inziaita alla materna trovando tra l’altro poco appoggio tra i genitori ma raccogliendo consensi una volta ottenuti dei piccoli grandi successi…
      E’ un peccato. Buttiamo via davvero tante opportunità dimentichimoci quanta potenzialità e quale risorsa sia la formazione dei nostri figli.
      E, facendo un po’ di sana utopia, quanto sia più bello LAVORARE BENE, indipendentemente dall’alto!!