Tra i dubbi amletici che ogni giorno attanagliano noi genitori c’è quello di scegliere se, al rientro dal lavoro dopo la maternità, sia meglio lasciare il nostro piccolo alle cure dei nonni o iscriverlo ad un nido.

Per districarsi in una giungla di se, ma, però… cerchiamo di fare chiarezza cercando di elencare i pro e i contro di ciascuna opzione.

I nonni sono una buona scelta perché:

  • sono gratis!
  • al contrario del nido, accolgono il bambino anche quando ha qualche linea di febbre o altri malesseri
  • offrono un clima familiare rassicurante e conosciuto, evitando la fatica dell’inserimento in un ambiente nuovo e più caotico, a contatto con persone e bambini all’inizio sconosciuti
  • dedicano un’attenzione totale, cosa che ovviamente non può avvenire in un nido

Anche i nidi però sono un’ottima scelta perché:

  • al contrario dei nonni, che come i genitori a volte tendono a sostituirsi al bambino servendolo in tutto e dandogliele sempre vinte, al nido il piccolo imparerà molte autonomie che gli saranno utili nella sua crescita. Inoltre apprenderà ad aspettare, a condividere, a non vincere sempre nei giochi perché i coetanei saranno meno disponibili dei nonni a favorirlo sempre!
  • apprenderà le regole della vita sociale stando a stretto contatto con altri bambini, imparando a modulare il proprio comportamento in base alle reazioni degli altri.
  • gli verranno proposte attività studiate appositamente per stimolare le capacità cognitive e motorie, aiutandolo così nel suo percorso di sviluppo
  • osservando gli altri bambini e tramite la potenza dell’imitazione, probabilmente diventerà più curioso verso cibi che a casa non tocca mai
  • la separazione dall’ambiente familiare lo porterà ad apprendere autonomie che a casa magari fatica ad avere: addormentarsi nel lettino anziché in braccio, bere da solo dal bicchiere, etc.

Ogni scelta ha anche i suoi lati meno positivi:

  • a volte i nonni tendono a viziare molto i nipoti, non riuscendo a dire loro di no. Capita spesso di sentire genitori lamentarsi per cattive abitudini che i nonni danno ai loro figli, per esempio sul mangiare, o sulla quantità di televisione da vedere. Quando la linea educativa dei genitori non è seguita dai nonni nascono frizioni e problemi. Il nido in questi casi costituisce una buona soluzione di compromesso per evitare conflitti in famiglia.
  • il nido offre la possibilità di imparare a tollerare frustrazioni che in casa difficilmente vivrebbero i bambini: non poter giocare con il balocco preferito perché lo sta usando un compagno, aspettare il proprio turno per mangiare la merenda, imparare che se si spinge un compagno questi può reagire e restituire la spinta.
  • al nido i bambini si allenano ad affrontare la separazione dal mondo familiare, diventando più forti e sicuri quando riescono a vivere con la giusta serenità questa esperienza.
  • al nido i bambini si ammalano di più ovviamente, soprattutto il primo anno. A casa si ammalerebbero meno, ma si tratta solo di un rinvio: chi non ha fatto il nido infatti più facilmente si ammalerà con maggiore frequenza al primo anno di scuola materna, mentre chi ha già fatto il nido ha già allenato il proprio sistema immunitario e alla materna generalmente si ammala meno. Insomma, prima o poi tutti i bambini rinforzeranno il loro sistema immunitario!
  • quando i bambini si ammalano al nido, è necessario avere un piano B, ovvero una baby sitter, un parente o un’amica che possano essere contattate all’ultimo minuto.

Qualunque sia la vostra scelta, è importante tenere presente che:

  • il nido non è assolutamente una scelta di serie B, né un parcheggio in mancanza di alternative. Anzi, se parlate con una maestra della scuola materna, vi dirà che i bambini che hanno fatto il nido si riconoscono immediatamente, perché hanno una “marcia in più”. Sono più autonomi, si inseriscono con meno difficoltà, conoscono già le regole del vivere in comunità.
  • detto questo, i bambini che sono stati a casa con i nonni, apprenderanno alla materna quello che i loro compagni hanno appreso già al nido, impiegando magari  – ma non necessariamente – qualche settimana in più degli altri ad adattarsi ma raggiungendo lo stesso livello degli altri bambini senza alcun tipo di problema.

Accanto a tutto questo, al momento di fare una scelta ogni famiglia dovrà ovviamente fare i conti anche con la propria disponibilità economica e la qualità dei rapporti tra genitori e nonni.

Quindi, buona scelta a tutti!

 

photo credit: matteo_bagnoli via photopin cc

Author

Psicologa e psicoterapeuta rogersiana, da diversi anni ho iniziato a lavorare con i neogenitori sia diventando insegnante di massaggio infantile, sia conducendo gruppi per genitori sull’educazione emotiva e su vari argomenti legati all’educazione e all’accudimento dei bambini, dalla nascita all’adolescenza. Sono profondamente convinta che sostenere i genitori nelle scelte educative, informare, spiegare, ma soprattutto ascoltare e accogliere dubbi, domande, fragilità, sia la strada più importante per promuovere il benessere dei nostri bambini e prevenire il crescente disagio infantile e adolescenziale. Nel mio lavoro porto la mia professionalità, ma anche la mia esperienza con i miei tre figli, gli errori fatti, i dubbi vissuti, le battaglie vinte. Perché non si può pensare di aiutare i genitori se ci si erge su un trono, ma solo se si condividono esperienze, fatiche, paure e soddisfazioni. Sito web: www.sentieridicrescita.com Facebook: https://www.facebook.com/pages/Sentieri-di-Crescita/ 653600438012603

4 Comments

  1. La storia che una maggiore autonomia si acquisisca grazie al nido, secondo me è una leggenda che va sfatata. Così come quella che i bambini che hanno frequentato il nido hanno una marcia in più. Conosco bambini che sono sempre stati a casa con i nonni o con i genitori e che non hanno mai bevuto dal biberon o succhiato il ciuccio. bambini spannolinati molto prima dei coetanei frequentanti un nido, poiché in casa si ha più tempo per seguire le tappe dello spannolinamento e maggiore libertà per assecondare le tempistiche uniche di ogni bambino.
    Quanto all’emulazione sul fronte cibi: i bambini piccolissimi, come quelli del nido, emulano più facilmente i genitori. Credo che un’aspetto della vita tanto importante come quello dell’alimentazione vada curato più dalla famiglia senza doverlo delegare ad altri. Se i genitori adottassero un’alimentazione corretta e presentassero in tavola solo cibi salutari, allora anche i bambini imparerebbero ad apprezzare sapori genuini e naturali. Purtroppo nelle scuole italiane, salvo rare eccezioni, i menu sono pessimi…
    Secondo la mia personalissima opinione, i nidi non sono certo un modello sociale esemplare…è una situazione di vita poco realistica e che non rispecchia per nulla il mondo esterno. Socializzare è anche e soprattutto scoprire come funziona la vita vera tramite i rapporti autentici delle persone che magari si incontrano passeggiando o andando a fare la spesa o ascoltando genitori, vicini di casa, nonni chiacchierare con altri adulti. E’ sbagliato secondo me, veicolare l’idea che per incontrare bambini e giocare insieme occorra andare al nido.
    Diciamoci la verità: delegare ad altri ormai è un must per nostra società moderna ed adultocentrica. Poi, certo, ci sono famiglie che hanno la necessità del nido e non possono organizzarsi altrimenti. Ma, se si hanno nonni disponibili, secondo me non c’è ragione di affidare i propri cuccioli a dei costosi asili nido che costringono già da piccolissimi i bambini a seguire tabelle di marcia, orari, schemi e regole fisse. L’autonomia va costruita anche con la libertà di poter seguire i propri ritmi senza uniformarsi al resto del gruppo. Hanno tutta la vita davanti per essere “scolarizzati”… Perché abbiamo tanta fretta di farli diventare dei piccoli adulti? Perché addormentarsi in braccio sarebbe sintomo di non autonomia? Io ho 34 anni e preferisco addormentarmi abbracciata al mio uomo, eppure credo di essere abbastanza autonoma…
    Io penso che dovremmo metterci più spesso nei panni dei nostri figli e sviluppare più empatia nei loro confronti.
    Valentina

  2. Nonni!
    Sento i racconti di molte mamme soddisfatte dell’esperienza al nido, ma io sono contentissima di averli affidati ai nonni. Con i miei bambini, più di quanto hanno fatto loro non avrei potuto chiedere.

    • Se ce li hai i nonni a disposizione e stanno bene, certo che sono meglio i nonni.
      mandarli all’asilo è sempre una scelta di serie B e ce la facciamo piacere perchè è l’unica (dato che una tata costerebbe uno stipendio).

      • akismet-fe5c702a5e5e54719d7853915084c2b1

        no, Gio, il nido non è una scelta di serie B, è semplicemente una scelta. ogni famiglia fa la sua. io ho vissuto due ottime esperienze con il nido con i nonni da paracadute. credo che vincolare i nonni possa essere una scelta egoistica. mia mamma ama i nipoti, ma come moltissimi nonni non si pone dei limiti e sta male dopo; io mi rendo conto che negli anni non avrebbe retto il ritmo di “tutti i giorni, tutto il giorno”