Qualche settimana fa, e molte di voi lo avranno sicuramente letto perché è rimbalzato un po’ ovunque, ho letto un articolo che si intitolava: Donne sane e madri felici se il lavoro è a tempo pieno.
[che già il titolo mi aveva lasciata un po’ così…]
In buona sostanza, secondo uno studio americano della Penn State University e dell’ateneo di Akron condotto su 2.540 donne diventate madri tra il 1978 e il 1995, le donne che dopo aver avuto un bimbo riprendono subito a lavorare a tempo pieno mostrano condizioni di salute migliori sia dal punto di vista fisico che mentale rispetto alle madri che abbandonano il posto di lavoro o scelgono il part time.
Le mamme lavoratrici full time sono più in forma, hanno più energia e sono meno a rischio di ammalarsi di depressione.
«Il lavoro – spiega la ricercatrice americana – migliora la salute fisica e mentale delle donne perché migliora l’autostima e permette di raggiungere degli obiettivi, di mantenere un controllo sulla propria vita e di sentirsi autonome».
Ok, tutti d’accordo. E poi.
A sorpresa – riporta il quotidiano britannico Daily Telegraph – dallo studio Usa emerge anche che il tempo pieno fa meglio alla salute rispetto al part time, probabilmente perché il lavoro a mezza giornata è meno retribuito, meno sicuro e offre minori possibilità di carriera.
Penso quindi di postare questo articolo sulla nostra pagina Facebook e chiedere direttamente alle mamme “acrobate” cosa ne pensano (perché io ho ancora alcuni dubbi…).
Ecco alcune risposte.
Io ho sempre ritenuto fondamentale la mia realizzazione professionale. Sia dopo la prima che la seconda gravidanza ho, se possibile, visto crescere il mio desiderio di avere un buon lavoro che mi gratifichi, che mi faccia sentire realizzata, soddisfatta e “viva”.
Per concludere: non potrei mai vivere senza lavorare.
Ma. Perché un ma c’è. Per una donna/madre lavoratrice lavorare fuori casa 9/10 ore al giorno (contando i trasferimenti e le pause pranzo) non è propriamente una cosa che non impatta sulla qualità della vita, sull’organizzazione familiare e logistica, sulla salute, sullo stress e quant’altro.
E benché tu faccia il lavoro della tua vita, quello che adori e per il quale ti sei fatta un mazzo tanto, quello per il quale non ti pesa alzarti la mattina e la domenica sera non vedi l’ora che sia lunedì (sì, esiste, abbiate fede, abbiamo notizie di chi lo ha trovato!), ti tocca sempre tornare a casa dopo 10 ore e gestire anche figli, casa, marito, varie ed eventuali, giusto?
Perché gli aiuti scarseggiano (frase trita e ritrita ma la realtà dei fatti è questa), perché anche se tu avessi colf e tate che sbrigano incombenze al tuo posto, il tempo non lo potresti comunque recuperare e sempre 2 ore a sera ti rimarrebbero per stare con marito e figli e per, semplicemente, “vivere”.
Non meravigliamoci quindi se poi “qualche” mamma vede nel part time l’oasi felice che potrebbe risolvere (almeno in parte) i suoi problemi.
Ovvio che il part time non si può applicare a tutte le tipologie di lavoro, ci sono professioni che difficilmente potrebbero essere svolte in 4 ore. Ma è vero anche che ci sono numerose e diverse modalità di lavoro flessibile e di e-work che si potrebbero iniziare a sperimentare anche in Italia (sono troppo poche le realtà che lo fanno) e che renderebbero decisamente più vivibile la giornata lavorativa di una mamma (o di un papà).
Secondo voi quale potrebbe essere il “giusto compromesso” tra lavoro e “vita”?
20 Comments
E-work.
Credo che nei lavori non di produzione pura (che lì devi essere in reparto) ma comunque impiegatizi sia possibilissimo gestire in remoto una buona fetta, se non tutto, il lavoro.
Io ad esempio sono vincolata all’ufficio per il mio lavoro off line, ma non sarebbe necessario. Potrei fare tutto in remoto. Ma siamo inchiodati lì perchè se non fai presenza allora non lavori.
Fondamentalmente pochissimi datori di lavoro si fidano davvero dei proprio dipendenti perchè siamo ancora legati, in Italia, alla teoria che ci si deve sempre fregare tutti: i datori di lavoro vogliono fregare i dipendenti e viceversa.
E invece si vivrebbe tutti meglio.
Sì, Sara, anche io sono della tua stessa idea. Tantissimi lavori, con la tecnologia di oggi, potrebbero essere svolti in remoto. Si tratta ancora di una questione di cultura (o poca cultura, anzi) che pian piano si deve cambiare…
posso dire che prima il mio lavoro part-time da 30 ore settimanali piuttosto che l’attuale da 40 ore era perfetto e mi permetteva di avere tempo per fare la mamma ma anche di svolgere il mio lavoro. In entrambi i casi ero più serena e più motivata.
Lavorare 6 ore di seguito significava tornare a casa 3 ore prima … avevo il tempo di sistemare qualcosa in casa prima di prenderlo a scuola, facevo parte della sua vita sociale, si facevano 4 chiacchiere con le altre mamme mentre i bimbi giocavano, a volte invitavamo qualcuno a casa, magari offrendo i biscotti o la crostata fatta assieme il pomeriggio precedente. Avevo tempo per la spesa, per la cena e per un po’ di relax. E soprattutto non avevo la necessità di un aiuto costante. Ora che parto la mattina e torno la sera non riesco mai a riprendere mio figlio prima delle 18,30, se poi devo pure fare la spesa arrivo ancora più tardi … e per fortuna che mia mamma è andata in pensione altrimenti avrei dovuto pagare una persona che me lo tenesse fino al mio rientro. Ma una volta a casa … i letti da rifare, la lavastoviglie da sfare, le lavatrici, la cena … e si arriva presto all’ora di mettere a nanna mio figlio … ed io gli ho dedicato il tempo di una storia e nemmeno serenamente perché il mio pensiero è sempre in tutte le cose che devo ancora fare!!! Prima una ceretta o la tinta ai capelli era facile, lo prendevo a scuoal e chiedevo a mia mamma di tenermelo un paio di ore ma ora si riduce tutto al sabato e sono troppe le cose da fare a casa … infatti sono 3 mesi che non vado dal parrucchiere 🙁
Ci sto rimettendo in salute mentale e fisica e sinceramente mi bastava pure lo stipendio da part-time … e poi per ora il figlio è uno … non so se mi deciderò a fare il secondo perché stando tutto il giorno fuori non posso pensare di dare tutte le responsabilità a mia mamma.
ecco Valentina hai toccato il tasto dolente: la necessità di avere chi ti aiuta. E non tutti hanno i nonni, quindi se ti va male sono soldi che escono e persone affidabili da trovare…
scusate, ma i papà dove sono? mi pare evidente che il figlio sia “una cosa da donne”: la mamma e la nonna.
Ma i papà? Loro non fanno rinunce? Loro non cucinano la cena? La spesa? E per andare da parrucchiere il sabato, non può stare il papà col figlio?
E’ una mentalità all’italiana che i figli sono della donna…mamma o nonna che sia… in altri paesi questo proprio non esiste…
e non solo perchè ci sono le strutture che aiutano (asili meno cari e più diffusi in primis),
ma proprio perchè il figlio è di mamma e papà, e non di mamma+nonna.
(se il papà lavora 15 ore al giorno e/o anche il sabato, oppure la donna è mamma-single…naturalmente quello che ho detto non vale).
Sono come tutte le mamme attentissima a questa tematica sia personalmente sia professionalmente ma ogni giorno che passa leggo solo ed esclusivamente un problema, quella della conciliazione tempo vita familiare e lavorativo, come una questione spinosa solo per le mamme. Sono un po’ stufa di leggere le mille acrobazie, le mille soluzioni originali che ognuna di noi si inventa per mantenere integro il suo ruolo di mamma e di donna che lavora…ma quando si inizierà a leggere le stesse cose da parte dei papà?!?!?!?! Non è un problema solo nostro uffa!!!! e non diamo per scontato che loro DEVONO lavorare tutto il giorno e sempre fuori di casa….
No no infatti non penso assolutamente che sia un dovere solo della mamma dover conciliare vita familiare e vita professionale. E’ la società che ancora impone questo schema mentale. Basti pensare che in media gli uomini percepiscono uno stipendio superiore a quello di una collega donna che svolge stesse mansioni con stesso inquadramento (http://lavoro.economia.virgilio.it/editoriali/stipendi-in-europa-parita-uomo-donna-ancora-lontana.html). va da sé che quando si deve decidere chi si prende la maternità facoltativa al 30% anche questo aspetto gioca un ruolo abbastanza importante (soprattutto in questo periodo non proprio florido…)
esatto!
“.ma quando si inizierà a leggere le stesse cose da parte dei papà?!?!?!?! Non è un problema solo nostro uffa!!!! e non diamo per scontato che loro DEVONO lavorare tutto il giorno e sempre fuori di casa….”
Anche perchè spesso anche la donna lavora TUTTO il giorno fuori casa,però al figlio e alla casa ci deve pensare lei…..donne,ribellatevi!!!
Mettete lo straccio per pulire casa in mano ai vostri marito,caspita.
Almeno questo!
io da mamma lavoratrice ultra full time però vorrei dire una cosa: conciliazione/part time etc sono cose molto diverse dal lavoro in remoto. Lavorare 8 ore da casa non è esattamente meglio che farlo in ufficio anzi… se possibile aumenta ancora di più il livello di stress (questo per la mia esperienza).
La prima cosa da fare sarebbe quella di capire che conciliare lavoro e famiglia in modo positivo significa ance rendere più proficuo il lavoro! Ma pochi sembrano essere interessati a questo aspetto.
Da quando è nato mio figlio 3 anni e mezzo fa ho ottenuto il part-time a 4 ore (modello spada di Damocle rinnovato a piacere dell’azienda di anno in anno). A Luglio, in concomitanza tra l’altro con il mio trasloco, ho lavorato full time per sostituire una collega in viaggio di nozze. Ero terrorizzata da questa “separazione” da mio figlio. Di fatto, però, mi è piaciuto lavorare full time. Molto più di quanto non mi aspettassi. E a livello di vita domestica la cosa è sostenibile se, come nel mio caso, all e17,35 si è a casa. Ma c’è un ma… Se non ci sono i nonni a potersi occupare dei figli finita la scuola e comunque anche se ci fossero, è veramente giusto che una creatura di 3 anni o meno stia fuori da casa dalle 7.30 del mattino alle 18? Ossia quasi 11 ore? Io personalmente mi rispondo di no. Poi tutti ci si adatta a tutto per dovere, però io credo che la dimensione migliore per una madre sarebbe un lavoro, magari a 6 o 7 ore con orari “umani”. Faccio un esempio. Nell’azienda per la quale lavoro sono obbligatoi 90 minuti di pausa pranzo. Possibile? Cosa devo mangiare? Un bue intero? Con la sola riduzione della pausa pranzo a 45 minuti si guadagnerebbe un’uscita alle 16.45… invece no. Impossibile. Se poi a tutte le mamme fossero concesse le 7 ore, uscirebbero alle 15.45, in tempo per recuperare i figli a scuola o all’asilo. Insomma ci vorrebbe molto poco, ma manca totalmente la buona volontà. Perchè porsi il problema se possono fare diversamente? Ecco questo è il modo in cui molti datori di lavoro ragionano. Posso avere tutto quello che voglio e come lo voglio. Chissene se le mie impiegate/operarie non sono contente.
E il discorso della copertura dell’ufficio in certi orari è il 99% solo un alibi (perchè qualora servisse, chi non si fermerebbe a completare un lavoro???). Ecco, appunto. Infine concordo con Laura nel dire che lavorare da casa è ancor più difficile che farlo dall’ufficio. COn i tuoi figli che ti vedono lì, presente, e si chiedono perchè mai tu sei al pc anzichè a giocare con loro. Meditiamo, donne, meditiamo. BACI
Ecco Francy, questa cosa della pausa pranzo di 90 minuti mi mando in bestia! Ma possibile??? ma possibile che io dipendente sia OBBLIGATA a rimanere 1 ora e mezza a ciondolare invece che a lavorare per poter uscire prima? Assurdo! Avete provato a fare qualcosa? Non si può proprio modificare questa cosa???
davvero basita…..
Ti dico solo, Manu, che hanno negato il continuato per soli 2 mesi a una mamma che lavora in contabilità (e dunque non ha relazioni con i clienti) che rientrava e doveva fare le 6 ore (per l’allattamento). Tant’è che alla fine ha deciso di usare le ferie residue e di lavorarne 4. La loro scusa è sempre quella di non creare un precedente…
Assurdo Francy……
dove lavoro io la pausa pranzo è tassativa di 2 ore … 120 minuti!!!!! quando mi hanno passato da part-time a full-time ho accettato ma ho richiesto di dimezzare la pausa perché per me impensabile fare 2 ore, non lavoro vicino a casa e 2 ore qui che avrei fatto?!?!? per fortuna hanno accettato ed esteso la cosa alla mia collega! nel mio caso c’è pure la distanza casa-lavoro da dover coprire.
Ah bene, 120 minuti di pausa pranzo imposti????
Ne abbiamo di strada da fare per cambiare le cose…..
eccomi qui, madre di due bambini di 4 e 6 anni, lavoratrice autonoma (ho un attività con mio padre che a fine anno andrà in pensione e una dipendente). L’ufficio ovviamente ha degli orari e qualcuno deve sempre essere presente in quegli orari. Per entrambe le gravidanze ho avuto la fortuna di poter lavorare fino al gg del parto essendo stata benissimo e sono rientrata a mezza giornata circa ai 3 mesi, però per quelle 4 ore mi portavo appresso il pupo che stava nell’appartamento sopra l’ufficio con mia nonna che mi chiamava se aveva bisogno. Ora è tutto una corsa, i bimbi il pomeriggio a volte si fermano in ufficio, ma alternati x’ assieme fan troppo casino. GLi altri pomeriggi, quando finiscono scuola e asilo, li porto da mia suocera o da mia cognata, ma vado sempre io a prenderli x’ loro non guidano e sono a un 7-8 km da me. Ora che porto, recupero ecc non siamo mai a casa prima delle 19! La gestione casa invece è un bel casino, ho una ragazza che viene a fare il grosso delle pulizie mezza giornata alla settimana… ma c’è sempre un perenne disordine (già io sono disordinata di mio, coi bimbi e il poco tempo, vi lascio immaginare!). Tempo per me zero. Ogni tanto mi piacerebbe provare a fare almeno le 6 ore invece delle 8, ma è impossibile, se il cliente chiama alle 17 e io non ci sono poi se ne va da un’altra parte… anzi spesso sono + le volte che mi fermo mezz’ora in + che in meno. Insomma x far capire che anche lavorando in proprio non è che le cose vadano chissà quanto meglio!
Io sono una mamma disperata…lavoro in un negozio fel centro,molto esclusivo…bah!! Orario al pubblico 10-19,il ch esignifica ch efacendo apertura e chiusura diventa 9-20.ora sto usufruendo del part time post maternita`, 30 ore settimanali,esco alle 17 e alle 18 arrivo a prendere mio figlio di due anni dai nonni pateni anziani,se faccio spesa non sono a casa prima delle 19…. tutto questo scadra` al compimento dei 3 anni de mio cucciolo e sicuram alla mia richiesta di part time mi faranno una pernacchia…chi la sostituisce una venditrice????non vedro piu` mio figlio!!!!e sicuram non e` facile di questi tempi x una 38 enne con bimbo piccolo trovare un altro lav a tempo indeterminato!!!ma nessuno pensa a quante donne sono impiegate nei negozi dove il part time e` visto come uno scandalo????perche questa societa` e` cosi retrograda?e poi dicono ch ei figli ctrscono senza guida e valori….io intanto vivo con il fiato strozzato al pensiero di che vita fa incubo spettera` a tutta la mia fam.,al bimbo che si sentira abbandonato da me che tornero alle 21…ma come si fa????
C’è uno studio che dice prorpio o quasi il contrario:
http://www.yourself.it/donne-lavoro-lavoratrici-part-time-piu-sane-meno-depresse/
diciamo che potrebbero esserci 1000 studi e dire ognuno la sua.
Porto la mia esperienza ho lavorato part-time fine al secondo anno della mi abimba, ora PURTROPPO mi ritrovo lavoratrice full-time, senza troppi giri di parole con il part-time (6 ore al giorno) sono riuscita ad essere una mamma serena, ed una lavoratrice serena,
diciamo mettendo su una bilancia il tempo lavorato e il tempo da dedicare a mia figlia (e non solo) avevo trovato un ottimo equilibrio.
Situazione attuale: sveglia alle 7, porto mia figlia alle 8:30 dai nonni/asilo entro al lavoro alle 9 finisco dopo 9:30 ore e alle 7,30 vado a recuperare mia figlia: la trovo una situazione umiliante, purtroppo nel mio caso mi stanno rubando il mestiere (e dico mestiere) di genitore, le aziende sembrano non sentirci da questo punto di vista esiste solo il lavoro la produttivita’ a discapito di una essenziale condizione di vita decente che non puo’ esistere se sei fuori casa 9/10 ore, c’è da dire che porto a casa 400 € in piu….peccato che li spendo tutti e di piu’ in baby sitter e asile full/full time che di fatto stanno crescendo mia figlia!!!!
Credo sia essenziale che mamme (ma anche papa’ per carita’!) ritrovino un giusto bilanciamento tra lavoro e crescita dei figli, che senso ha fare un figlio per poi demandare quasi completamente la sua educazione???
La risposta alla domanda di Cosima è semplice:non ha senso fare figli e poi affidarli ai nonni o peggio ancora alle babysitter.I nonni devono fare i nonni e non i sostituti dei genitori.Lasciategli godere la loro serena vecchiaia,senza sobbarcarli della responsabilità dei nipoti.Anche se sembrerò antiquata a molte donne il problema care mamme è sempre quello.Se una donna sceglie di diventare madre deve seguire i figli,nella crescita e nell’educazione,altrimenti è meglio per tutti che non li abbia.Scelta questa che merita un grande rispetto.Prima o dopo i figli rinfacceranno ai genitori e ancor più alle madri di non aver trascorso abbastanza tempo con loro,anche se non è solo la quantità ma anche la qualità del tempo a fare la differenza.La donna si è emancipata e questo va bene,però emanciparsi non vuol dire mettere al secondo posto la prole.Si può scegliere:o la famiglia o fare carriera.Personalmente ho scelto i miei meravigliosi bambini alle 8 ore come impiegata in ufficio.Mi danno molta più soddisfazione e non rimpiango il passato,seppur fatto di elogi e bel stipendio.Non per questo mi adagio alla vita casalinga,anzi,aiuto mio marito col lavoro,ho un sito di e-commerce e faccio mercatini alla domenica.Il tutto nel rispetto della famiglia,tanto che spesso anche i bambini mi aiutano e ne sono orgogliosi.Non sarà un granchè di guadagno ma tutto aiuta e credetemi avere tanti soldi non vuol dire essere felici,anzi direi che impoverisce la mente di ognuno di noi,compresi i nostri figli,troppi sprechi,agi e frivolezze non sono altro che la compensazione a quello che noi putroppo stiamo perdendo:la CULTURA e i giusti VALORI.Quanta tristezza provo nel vedere certi bambini che si rifugiano nel mondo dell’elettronica con videogiochi e diavolerie varie frutto della moderna tecnologia,volti tristi e annoiati che non sanno più cogliere il divertimento nel gioco,sempre all’affannosa ricerca di qualcosa di più stimolante.Carissime mamme questi bambini saranno un giorno adolescenti e poi giovani adulti,non abbandoniamoli in questo faticoso cammino,loro hanno bisogno del nostro sostegno,che non può essere ridotto a poche ore al giorno o al fine settimana.Non si viziano i figli regalando continuamente qualsiasi cosa venga proposta dalla pubblicità per compensare alla carenza di tempo da trascorrere con loro.Quello che dobbiamo insegnare loro è l’ESSERE e non l’AVERE.So che è difficile oramai in questra nostra società dell’apparire il cui inno è purtroppo il consumismo scriteriato.Ma sforziamoci tutti,le cose possono cambiare,basta volerlo.Forse il mio sembrerà un sermone da bigottona ante-guerra,ma non importa,ho ancora la voglia di scrivere quello che penso e ritengo giusto.Un saluto a tutte.
Ciao a tutti,
Io sono mamma da un anno e due mesi, ho fatto la mia maternità obbligatoria, più facoltativa e ferie arretrate rientrando al lavoro quando mio figlio ha fatto gli 11 mesi quindi super fortunata. Essendo una responsabile di reparto per una boutique di lusso, per avere un part time a 30 ore, dovrei retrocedere di ruolo e tornare a fare la venditrice. Per carità lavoro di tutto rispetto e ben retribuito, ma il che quest anno compio 34 anni e mi sono sempre fatta il mazzo per raggiungere i miei obiettivi, non so davvero cosa fare! Mi chiedo continuo con il full time e sto solo due giorni a settimana con mio figlio più a volte dalle 19 in poi (io lo porto al nido mio marito lo va a prendere alle 16 e poi ci alterniamo con i nonni nei week end) oppure rinuncio alla mia “carriera” al mio ruolo che essendo di mezzo non mi fa fare troppi sacrifici e rinuncio a parte del mio stipendio?? Qualcuna per caso mi sa consigliare?? Ormai è un anno che mi arrovello 🙁