La scorsa settimana abbiamo parlato dell’importanza dell’acqua per i bambini, un elemento con cui giocare, apprendere e divertirsi, e di come stimolarli nei primi approcci con questa sostanza.
Oggi è di nuovo con noi Erica Marconi, istruttrice di nuoto, che ci aiuterà a capire quali sono le fasi da seguire per insegnare ai nostri bambini non solo ad acquisire confidenza con l’ambiente acquatico, ma soprattutto a imparare a nuotare in modo corretto, vincendo le paure.
Ciao Erica e bentornata! Ci spieghi come si può insegnare i più piccoli a nuotare?
Il primo passo da fare è quello dell’ambientamento, ossia il favorire un primo contatto, per stimolare attraverso la dimensione ludica la conoscenza del nuovo ambiente, con cui prendere gradualmente confidenza, stimolando sicurezza e rilassamento.
In questa fase si possono proporre ai bambini dei semplici giochi, come la fontanella, “sputando” fuori l’acqua dalla bocca, per aiutarli a capire che non è una nemica da temere, ma qualcosa con cui ci si può giocare e divertirsi. Oppure posizionare una pallina a pelo dell’acqua e far soffiare i bimbi per spostarla, esercizio utile per far capire come i corpi in acqua, oltre a galleggiare, possono muoversi. O altre attività che prevedono schizzi sul viso, come il gioco dell’innaffiatoio fatto dall’istruttore o da un compagno, o ancora provando a mettere la testa sott’acqua e a tenere gli occhi aperti cercando di toccare la mano dell’insegnante, i primi galleggiamenti, tuffi e salti, tutti volti a superare la paura.
Questa fase è estremamente importante, poiché senza di essa, non è possibile prendere coscienza e acquisire il controllo delle azioni del proprio corpo. La scoperta dell’ambiente acqua può avvenire in acqua bassa, alta o contemporaneamente in entrambi gli ambienti, dotando i bambini di ausili didattici che possano favorire l’apprendimento.
Quali strumenti si possono usare per aiutare i bambini a sentirsi a proprio agio?
Gli ausili didattici più comunemente utilizzati sono i braccioli, i tubi e le tavolette di gomma, scelti a discrezione dell’istruttore a seconda del percorso pensato per quel bambino e dal modo in cui si approccia all’acqua. Spesso vengono usati sin dalla fase dell’ambientamento per dare maggior sicurezza, mentre se si nota che il bimbo ha già una buona acquaticità si possono utilizzare tubo e tavoletta.
Si tratta di un percorso graduale da valutare caso per caso, ad esempio si può togliere prima un solo bracciolo, oppure sgonfiarli gradualmente entrambi.
Il tubo si presta meglio per imparare il movimento sia delle gambe che delle braccia attraverso giochi come il cavalluccio – mettendo il tubo tra le gambe e cercando di spostarsi utilizzando solo le braccia, in modo tale da poter percepire e capire le prime propulsioni – oppure far finta di essere in sella alla propria bicicletta e pedalare. La tavoletta invece, permette di concentrarsi sul movimento delle gambe, tenendo le mani occupate.
Poi, solo una volta acquisita una buona padronanza motoria, mano mano che i bambini crescono si potrà poi passare all’apprendimento dei vari stili natatori – rana, delfino, crawl e farfalla – e della respirazione, ma ci vuole tempo.
Di nuovo grazie ad Erica per i suoi suggerimenti che metteremo sicuramente in pratica!
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