Solo l’idea di doversi cimentare con l’impresa dello svezzamento del proprio bambino fa venire i brividi a molte neomamme…chi di noi non ha mai ascoltato terrificanti racconti di bocche tappate, sputi a raffica o piatti volanti?
Ma ci sorge un dubbio: e se fosse l’approccio tradizionale ad essere sbagliato? Se ci fossero delle alternative meno traumatiche per tutti?

Svezzamento classico o autosvezzamento?

Negli ultimi tempi ci è giunta all’orecchio da più parti la proposta di una diversa via di passaggio all’alimentazione solida, comunemente chiamata autosvezzamento, ed abbiamo deciso di approfondire.

La definizione più corretta di questa modalità di svezzamento è quella di Alimentazione Complementare a richiesta, che meglio sottolinea l’importanza dell’allattamento come elemento naturalmente indispensabile per la nostra crescita, togliendone ogni velato accenno negativo ad un “vizio” dal quale liberarsi.

Svezzamento e allattamento

Da anni infatti è assodato, e sottolineato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, come il latte materno costituisca la base fondamentale dell’alimentazione dei bambini nel corso di tutto il primo anno di vita e come l’assunzione di un qualsiasi altro cibo sia da intendersi appunto semplicemente come un “complemento” ad esso.

L’OMS ritiene anzi opportuno alimentare esclusivamente con latte i bambini di età inferiore ai primi sei mesi di vita, posticipando quindi lo svezzamento dopo questo periodo.

A quell’epoca, infatti, il bambino avrà ormai perso il “riflesso di estrusione” (ovvero il tirar fuori la lingua allorché viene stimolata la bocca, necessario per la suzione al seno), sarà in grado di stare seduto da solo e anche di deglutire ed inizierà a mostrare un vivo interesse verso ciò che vede nei piatti dei genitori.

Quando iniziare lo svezzamento?

Una cinquantina d’anni fa, quando si iniziò (secondo convinzioni prive di reale fondamento) la pratica di svezzare i bambini piccolissimi (2-3 mesi), la consapevolezza di trovarsi di fronte ad un organismo ancora immaturo impose di ricorrere solo ad alimenti altamente digeribili e confezionati in maniera sterile e di introdurli in modo lento e graduale per poter individuare ed eliminare subito il responsabile di eventuali intolleranze.

Oggi però le cose sono cambiate e a 6-7 mesi, epoca prevista per l’introduzione dei primi cibi solidi, un bambino ha ormai un apparato digerente e un sistema immunitario abbastanza maturi da poter digerire le normali pietanze preparate in casa. È inoltre ormai in grado di comunicare in maniera efficace con le persone che gli stanno intorno e di esprimere il suo interesse e le sue preferenze anche rispetto al cibo.

In fondo, se è valido il principio per cui attenersi alle sue richieste sia il modo migliore per allattarlo nei primi mesi di vita, perché ciò non dovrebbe valere anche con l’alimentazione solida, così da permettere al bambino di autoregolarsi in base ai propri desideri e al proprio appetito?

Autosvezzamento, perché sceglierlo

Ovviamente scegliere l’autosvezzamento significa anche, per i genitori, imporsi uno stile alimentare sano e corretto, al quale anche il bambino possa adeguarsi senza problemi. È meglio, per esempio, evitare di aggiungere sale o zucchero al cibo e posticipare ai 10-12 mesi di vita l’introduzione di alcuni alimenti (come latte vaccino o uovo intero) che più frequentemente possono scatenare reazioni allergiche nei bambini predisposti.

Prese queste opportune misure, dettate dal buonsenso, si potrà poi lasciare che il piccolo sperimenti in tutta libertà!

Austosvezzamento: come iniziare?

Armiamoci di grembiulini o bavaglini molto coprenti che gli permettano di sporcarsi senza problemi, un telo, dei giornali o degli strofinacci per raccogliere più facilmente tutto ciò che cade per terra, un bicchierino infrangibile e facilmente maneggevole e, quando lui lo vorrà, un cucchiaino e una forchettina adatte.

Facciamo sedere il bambino a tavola con tutta la famiglia, che sia nel seggiolone, in un seggiolino appeso al tavolo o sulle ginocchia di mamma o papà.

Al primo segno di interesse del bambino verso il cibo contenuto nel nostro piatto potremo dargliene un piccolo assaggio (sminuzzato o servito a strisce da mordicchiare) proseguendo per le portate successive fino a quando lui non smetterà spontaneamente di fare richieste e continuando nello stesso modo ad ogni pasto.

Le poppate non verranno diradate bensì continueranno con i ritmi abituali: gradualmente quelle in prossimità dei pasti finiranno col divenire meno consistenti fino a scomparire spontaneamente. Così, in modo del tutto graduale, naturale e seguendo il proprio ritmo spontaneo, ogni bambino finirà praticamente con lo svezzarsi da solo adeguandosi alle abitudini alimentari degli altri componenti della famiglia.

Si tratta quindi solo di avere fiducia in nostro figlio e nella sua capacita’ di autoregolarsi… in questo modo sarà lui a chiederci di mangiare e non noi a doverlo forzare.

 

Fonti:

Dai genitori per i genitori

http://www.uppa.it/dett_articolo.php?idr=35&ida=534&idb=80

Autosvezzamento

 

Diritto d’autore: marysmn / 123RF Archivio Fotografico

Author

Mammeacrobate.com è un portale di informazione e confronto su maternità e genitorialità, uno spazio nel quale le mamme si raccontano e si scambiano consigli, racconti ed esperienze di vita grazie alla collaborazione con professioniste che mettono a disposizione di altre mamme e donne le loro competenze e grazie a mamme che si raccontano per socializzare problematiche o stralci di quotidianità.

8 Comments

  1. Bell’articolo, ma perché l’uovo no?
    Il latte vaccino (a causa della sua composizione “sbagliata”) non viene introdotto come alimento PRINCIPALE nella dieta dieta del bambino, ma per cucinare o da assaggio va benissimo.
    Ma l’uovo? Anche se ci sono precedenti di allergie in famiglia basta assere accorti quando si introduce. Se un bambino è allergico lo è comunque e la ricerca dimostra che l’introduzione il prima possibile degli alimenti cosiddetti allergizzanti (tipo pesce, uova, pomodori, ecc.) aiuta il corpo ad abituarsi e ad evitare ntolleranze future.

    • MammeAcrobate

      [quote name=”Andrea”]Bell’articolo, ma perché l’uovo no?
      Il latte vaccino (a causa della sua composizione “sbagliata”) non viene introdotto come alimento PRINCIPALE nella dieta dieta del bambino, ma per cucinare o da assaggio va benissimo.
      Ma l’uovo? Anche se ci sono precedenti di allergie in famiglia basta assere accorti quando si introduce. Se un bambino è allergico lo è comunque e la ricerca dimostra che l’introduzione il prima possibile degli alimenti cosiddetti allergizzanti (tipo pesce, uova, pomodori, ecc.) aiuta il corpo ad abituarsi e ad evitare ntolleranze future.[/quote]

      ciao Andrea, grazie per essere passato da noi! Come vedi siamo tornate a parlare di autosvezzamento perchè sempre più mamme lo preferiscono allo svezzamento classico.
      L’introduzione dell’uovo è sempre molto dibattuta, i pediatri consigliano di proporre il tuorlo intorno ai 7/8 mesi mentre di ritardare a dopo i 10 mesi l’introduzione dell’uovo intero questo sempre perchè è un cibo a rischio allergie in individui predisposti.
      Se vuoi segnalarci un link alle ricerche di cui parli fallo pure, grazie anzi!
      ciao!

      • Vediamo…
        Queste sono le linee guida dell’UE:
        http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1618_allegato.pdf
        Il punto 8.13 legge: “Nei bambini con storia familiare di allergia alle uova, se ne deve evitare l’uso nei primi 12 mesi; dopo quest’età si può introdurre il tuorlo, seguito dall’albume.”

        Il Ministero della salute ci dice qui:
        “l’ordine con cui gli alimenti semisolidi e solidi vengono introdotti nella fase dello svezzamento non riveste più l’importanza che un tempo veniva attribuita e può variare in base alla preferenza del bambino e alla cultura gastronomica della famiglia e del pediatra che fornisce i consigli.
        È invece assolutamente valida e attuale la raccomandazione di non esagerare, nella fase dello svezzamento, con l’offerta di cibi salati e ad alto contenuto proteico.” (ovvero uova e carne, aggiungo io)

        Questi due documenti sono datati, se non ricordo male, 2006 o giù di lì.

        Un’articolo più recente (2009)
        http://www.efsa.europa.eu/en/efsajournal/pub/1423.htm
        dove dice (scusate, ma è in inglese):
        “…did not find an evidence for a protective effect of delaying the introduction … of potentially higher allergenic food beyond 6 months” (pagina 21)

        Se volete ce ne sono altri, ma credo che più o meno si capisca… Non c’è niente di specifico sull’uovo perché non serve evidenziarlo. Dopo tutto non parla esplicitamente di pesce, pomodoro o quant’altro.

        Un articolo che parla specificamente di uovo è questo:
        http://www.google.co.uk/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=7&ved=0CGoQFjAG&url=http%3A%2F%2Fwww.child-nutrition.co.uk%2FWeaning.pdf&ei=vQLrT-eMNKLB0QW04fTbBQ&usg=AFQjCNEGqF_u8YJ21QQSMBMtMzWdgHSCmQ&sig2=H1H4lTzp4bL6M1PYWLeKaA
        ma è un semplice derivato di quello che ho messo prima.

        Forse cercando più attentamente qualche articolo che si concentra sull’uovo lo si può trovare; al momento mi sono basato su quello che ho sul mio computer.

        PS

        Ma come mai non mi arrivano le notifiche?

        • MammeAcrobate

          ciao andrea, grazie per i link che ci segnali!
          non so come mai non arrivano le notifiche, a noi segnala che le dovresti ricevere…

          • No, niente notifiche 🙁
            Per leggere questo commento ho dovuto riaggiornare la pagina.

  2. Lauracrobata

    con il mio secondo bimbo ho avuto un approccio molto più “naturale” che consiglio a tutti. la pediatra mi ha supportata in questa scelta che poi ho proseguito in modo del tutto autonomo. Non so esattamente come mai ma anche lei ha chiesto di aspettare un pochino ad introdurre il bianco dell’uovo.

    Ora ha 15 mesi e mangia davvero di tutto!!!

  3. ilaria sabilar

    …anche io all’inizio ero mooolto scettica, perchè il pediatra ti dice di fare così (svezzamento classico) tutte fanno così e quindi è giusto così. invece la mia bimba voleva altro che le solite pappette, voleva mangiare quello che mangiavamo noi. così ho cominciato facendole assaggiare un po di tutto, ovviamente con buon senso e iniziando con bocconi piccoli e ho notato un cambiamento totale! spesso la paura maggiore dei genitori è “se si strozza”, ma il bambino si autogestisce anche in quello. quindi consiglio che, se il bambino si mostra interessato al cibo di casa, assecondatelo! 😉

  4. Pingback: Burger Bio Granarolo 100% Vegetale per una cena bio e gustosa