La vita’ e’ piena di domande e di interrogativi di cui impariamo subito a diffidare.
Gia’ la scuola ci insegna che il momento delle domande e’ un momento pericoloso…ricordate le famose interrogazioni?
Chi non ha desiderato almeno una volta di poter essere altrove grazie al teletrasporto o non ha fatto promesse a tutti i santi del paradiso pur sapendo di non poterle mantenere?
Tutti abbiamo avuto paura della maestra, dell’insegnante della professoressa. Ma almeno lei, per terribile che fosse, ti lasciava la chance delle tre giustificazioni.
Tua moglie invece no!
Ai tempi del fidanzamento le cose, tutto sommato, erano un po’ piu’ semplici.
Certo, avevi a che fare con una raffica di domande trabocchetto del tipo: “non ti sembra che questa maglietta mi stia male?”, dove sapevi che la risposta giusta era solo una ma che sembravano fatte apposta per farti sbagliare.
Poi c’erano le domande a bivio del tipo: “Stasera andiamo al cinema o proviamo a sentire gli altri per sapere che fanno?”, che rappresentavano il “livello due” di difficolta’ perche’ dovevi in pochi secondi azzeccare quello che in realta’ lei aveva gia’ deciso e spacciarlo per opinione tua.
Ma anche quelle, con un po’ di pratica, si potevano risolvere senza problemi (“si in effetti potremmo andare al cinema”…rapido sguardo alle sue sopracciglia…”ma forse stasera mi andrebbe di uscire in compagnia”).
Con il matrimonio invece le domande si complicano…esistenziali, di contenuto!
In confronto gli studi universitari sono bazzecole…una volta sostenuta la tesi si fa un po’ di festa e addio per sempre agli esami!
La laurea, insomma, e’ un punto di arrivo…il matrimonio invece un punto di partenza.
Certo, detta cosi non sembra neanche male…se non fosse per le domande.
Sempre piu’ insinuanti, sottili.
Spesso poste sotto forma di richiesta di consigli ma in realta’ finalizzate all’ottenimento di un’unica, precisa risposta (quella giusta).
E se riguardano il tema “bambini” raggiungono livelli di estrema pericolosità’: “Secondo te non ha caldo?”, “Non e’ forse meglio che si fermi che poi suda troppo?”
Tu vorresti poter dire “ma cara, se secondo te ha caldo togligli la felpa senza stare a chiederlo a me! Se io penso che lui abbia caldo gliela tolgo io”…ma poi siccome ci tieni alla vita rispondi: “ Si in effetti stavo pensando la stessa cosa”.
I mariti tendono al regime totalitario…penso, decido, agisco…mentre le donne sono per la democrazia.
Cercano il consenso popolare, fanno sondaggi, referendum, dibattiti dove discutono dei pro e dei contro di ogni cosa.
Si confrontano con le altre nazioni confinanti (mamme anch’esse) e dopo ballottaggio e spoglio delle schede…spogliano il bambino della felpa. Onde poi ritornare ai seggi perche’ nel frattempo una nuvola sta oscurando il sole.
In questo “modus vivendi” le donne si trovano bene.
Sposano la tipica teoria centrista italiana (ovvero non fa mai abbastanza caldo per togliere la felpa ne’ abbastanza freddo per rimetterla) e dialogano costantemente con l’opposizione (i mariti, che in quanto tali al governo non possono andare), ma e’ comunque una falsa democrazia….alla fine e’ sempre lei che vince.
Il marito si trova all’uscita dalle urne con un 49% fisso dei voti.
Uno degli argomenti piu’ delicati e’ proprio la salute del bambino.
Colpo di tosse, candela al naso…lei si gira e ti dice: “Tu non sei preoccupato?”.
Tu lo sai che e’ solo un raffreddore e non ha mai ucciso nessuno (si ok, lei potrebbe controbattere con la storia degli Indios e dei conquistadores spagnoli) ma guardati bene dal dirlo!
Conta fino a cinque e poi, con fare rassicurante stile dottore (non Dottor House pero’, che fa figo ma antipatico), rispondi: “In effetti quella tosse non ha un bel suono, aspettiamo domani e vediamo come va, nel caso sentiamo la pediatra” (ovviamente senza far trapelare il minimo sarcasmo…ve l’ho gia’ detto che House e’ antipatico).
Prendere tempo e rimandare alla pediatra vi fara’ apparire, agli occhi di lei, come uno che si occupa del figlio ma non si preoccupa (per quello c’e’ gia’ lei).
Inoltre lei ci pensera’ su due volte prima di chiamare la pediatra perche’ si e’ gia’ presa gli sberleffi in piu’ di un’occasione…avete presente la dolce dottoressa che al telefono tuona: “Va bene me lo porti tra tre giorni ma solo se sta per morire!”
I mariti comunque finiscono per rimanere invischiati in questa metodologia di governo fino al punto da commettere uno dei piu’ gravi errori possibili: confondere gli sfoghi e le esternazioni delle mogli con richieste di consigli.
Attenzione, “oggi sono stanca” non e’ una domanda e non richiede nessuna replica!
Uscire con un “potresti riposarti di piu’” o altre frasi fatte del genere riuscirebbe solo a suscitare le sue ire.
In questi casi non bisogna dire nulla…faccia seria e partecipe…occhi dolci da cucciolo…carezza sulla guancia e METTETE A POSTO LA CUCINA (o passate l’aspirapolvere… insomma robe del genere).
Quando tirano in ballo la stanchezza date sempre una rapida occhiata attorno: e’ un messaggio subliminale per dire “fai qualche cosa anche tu”!
Se non vi viene in mente nulla buttate fuori la spazzatura, ma senza fiatare: ogni cosa che direte potra’ essere usata contro di voi.
Avete presente Jennifer Aniston in “ti odio, ti lascio , ti..” quando dice al suo compagno: “Io voglio che tu voglia lavare i piatti”?
Ecco, nessun uomo sano di mente puo’ morire dalla voglia di fare i mestieri (e a dirla tutta neanche una donna), ma il messaggio deve essere quello del: “io voglio essere d’aiuto”.
In sostanza…gli esami non finiscono proprio mai.
Pero’, come all’Univerista’, mano a mano riuscirete ad affrontarli con sempre minore tensione e stress.
E soprattutto vi accorgerete che non sempre e’ necessario sapere bene la materia per passarli…basta conoscere le domande in anticipo e vi saranno sufficienti due o tre concetti di base: rassicurare, condividere e far sentire la vostra vicinanza.
3 Comments
Mi sembra di leggere una vena di sarcasmo in quanto scrive Mr. Dad….. Vogliamo forse parlare delle domande che ci rivolgono i mariti? L’ultima di oggi di mio marito: sai dove sono i pantaloni del mio pigiama? Là dove per pigiama si intende il pigiama estivo che era stato “messo via” solamente un anno fa!!!! Non sono mai riuscita a decidere se gli uomini ci ritengono un computer vivente con una memoria infinita o se pongono le loro domande così, tanto per fare quattro chiacchiere. E non dimentichiamo che noi donne spesso non rispondiamo proprio per dare modo agli uomini di “ripensare” la domanda e magari riproporla o lasciar perdere…
Eh caro Mr. Dad….devo ammettere che un po’ mi riconosco nella descrizione che fai, sarcasmo a parte. Pero’, come dice Maria, almeno le nostre domande sono complesse, sottili, ti ci devi impegnare un po’…
Hai presente le vostre? “Dov’e’ questo? Dov’e’ quello? Non trovo piu’ quell’altro…” con la risposta che e’ sempre la stessa: cerca bene sotto al tuo naso! 😉
[i]“Io voglio che tu voglia lavare i piatti”? [/i]
Grandioso Mr. Dad…quando ho letto il tuo post non sapevo se ridere o piangere…ridere perchè ho rivisto me stessa, piangere perchè ho pensato…”oh mamma che rompiscatole che sono”, scherzi a parte penso che uno degli errori che maggiormente si commette – parlo per la mia famiglia, ma è un discorso che va al di la delle relazioni moglie/marito -è aspettessarsi che chi ci sta di fronte veda le cose allo stesso modo in cui le vediamo noi e che si comporti di conseguenza…ed è proprio questa aspettativa che poi ci manda in bestia se non accade. Secondo me il segreto ogni tanto sta nel lasciar correre e nel non prendersi troppo sul serio…e se i piatti ogni tanto restano nel lavandino chi se ne importa! comunque grazie…mi hai proprio divertito!