In questi abbiamo parlato di tantissimi argomenti, molti dei quali ovviamente legati ai nostri bimbi, gioie e dolori, paure e soddisfazioni, gratitudine e ansia… ma ci siamo “dimenticate” di una cosa, importantissima: di dare voce a quelle mamme che intraprendono percorsi tortuosi e veramente acrobatici per arrivare ad abbracciare i loro bambini già tanto amati e desiderati ancora prima di nascere: sono le tante, tantissime donne che intraprendono il cammino della fecondazione assistita a causa di una natura con loro non tropo generosa.
Sul nostro percorso abbiamo incontrato Bibbi, giovane donna romana che ha affrontato la lunghissima strada delle fecondazione assistita prima ed eterologa poi, all’estero naturalmente e grazie alla generosità (perché secondo me di generosità si tratta) di una donatrice.
Ha anche fondato con la sua amica Stefy “La strada per un sogno” che lei stessa definisce “un angolo del web per incontrarci, per informarci, per parlare di noi…e dell’avventura di diventare mamme…con la fecondazione assistita… e perché la differenza tra un bimbo in più al mondo e una in meno è proprio una BELLA differenza”.
Ecco la sua storia. Noi la ringraziamo ancora per avercela raccontata.
Tutti dicevano che sarebbe stato facile: vedrai appena ci provate rimarrai incinta.
Nella famiglia di mio marito fanno figli con la facilità con cui si prende una tazza di caffè, quelle che non sono incinte hanno appena partorito e allattano stirpi di maschi a loro volta fertilissimi, io avevo cicli perfetti e millimetrici e l’utero più bello del mondo secondo i ginecologi, quale poteva essere il problema?
Per questo quando mi sono resa conto che passavano i mesi mi sono allarmata, la mia dottoressa diceva che ero esagerata e che fino a un anno non c’era nemmeno da preoccuparsi di fare esami.
Alla fine si è arresa alla mia insistenza: spermiogramma per lui ed eco per me.
Il dottore che mi ha fatto l’eco cantava e diceva: finalmente un utero come si deve, anzi vede?
Ha un follicolo pronto a scoppiare corra a casa e vedrà che tra qualche mese ci ritroveremo per ben altre eco…lo spermiogramma? Un disastro totale. Pochi, brutti e lenti, insomma un’ecatombe.
E’ iniziato il periodo degli accertamenti, andrologo, analisi, altri spermiogrammi, l’eco color doppler. Un intervento di varicocele, ma solo “per aumentare di qualche unità in modo da poter fare una ICSI, non illudetevi”. E poi il centro pma (procreazione medicalmente assistita).
Alla prima visita mi dicono senza mezzi termini che ho poche uova “signora dovete affrettarvi, avete entrambi pochi gameti” …e chi ci aveva mai pensato?
In un turbine di pensieri affrontiamo analisi del sangue, accertamenti diagnostici, visite e facciamo tutto in un mese e mezzo, il dottore si complimenta con me. Gli dico che sono un tipo organizzato, lui ribatte: signora lei è un tipo DETERMINATO, questa sarà la sua arma migliore.
Quattro stimolazioni in pochi mesi per produrre sempre poco, che con gli spermatozoi messi così veniva per lo più sprecato, in due tentativi non abbiamo fatto nemmeno il transfer per mancata fecondazione.
Al secondo transfer il miracolo: beta positive!! Ma bassissime.
La chiamano gravidanza biochimica. Tutto è finito in pochi giorni, ma per i medici il segno era ottimo e significava che potevo farcela. Peccato che alla stimolazione dopo gli ovociti non si sono fecondati.
A quel punto ho detto basta, ritenevo di aver fatto la mia parte e di aver tentato il “tentabile”…era il momento di passare oltre.
Ho detto a mio marito che era il caso di partire per l’estero, ma quando gli ho fatto capire che ENTRAMBI necessitavamo di un aiuto apriti cielo!!
È stata durissima…ma alla fine ha capito e accettato, a patto che non si dicesse in giro….a me francamente non importava affatto che gli amici pensassero che eravamo ricorsi solo a una donatrice…e siamo quindi partiti per Malaga.
Le possibilità erano altissime e anche le nostre aspettative, al primo transfer mi sentivo super incinta.
Le beta purtroppo furono negative: 0,17, ancora mi ricordo il numero esatto. Di corsa programmo un nuovo transfer, avevo dei congelati e quindi la questione era più semplice.
Stavolta sono premiata: rimango incinta, anche se all’inizio le beta crescono in modo strano.
Alla settima settimana, mentre ero tranquillamente seduta in poltrona sento un fiotto caldo…sangue rosso!!
Di corsa al pronto soccorso, passo una notte di emorragia, ricoverata nel reparto con le partorienti felici e soddisfatte che telefonano continuamente ai parenti per raccontargli il loro parto, le infermiere che se ne fregano di me e del mio dolore, in sala operatoria mi perdono addirittura una scarpa e mi prendono in giro quando dico che mi serve per andare a far la visita per la dimissione.
Scendo allora dal letto scalza e inizio ad attraversare il corridoio così. A quel punto si vergognano e hanno paura di quel che posso raccontare al dottore, così improvvisamente la mia scarpa ricompare.
Taccio delle scortesie, delle umiliazioni, del dolore che ho provato.
Taccio di quanto mi sono sentita maltrattata, non capita, di come non esista calore umano ed empatia, di come le ragazze che avevano il bagno in comune con me si siano lamentate perché a causa dell’emorragia avevo riempito il secchio di pannoloni, dell’infermiera della sala operatoria che ridendo mi ha detto: ma che ti piangi? Tra 40 giorni ci riprovi…ma che ne sai della mia vita? avrei voluto dirle…questo era il mio bambino, avuto dopo tanta fatica e tanto dolore, lo chiamavo Raggiodisole e quel giorno il mio cuore è morto un po’ con lui, che all’arrivo al pronto soccorso ho visto nello schermo col cuoricino che batteva forte.
Dopo qualche mese, sono di nuovo in pista, si torna a Malaga, non posso fermarmi, lo devo a Raggiodisole.
Prima di partire una dolorosissima isteroscopia post aborto mi conferma che ho un utero fantastico, perfetto, pronto per una gravidanza.
Stavolta incappo in un nuovo biochimico, ma le beta crescono ogni giorno, piano piano, inesorabili.
Da 22 arrivano a 132 e nel mezzo faccio 8 prelievi di sangue. Niente da fare nemmeno stavolta, ma per azzerare le beta e poter ripartire ci metto due mesi.
A febbraio del 2011 vado a prendere i miei due congelati. Si risvegliano perfetti e vitali, appena fuori dal congelatore riprendono subito a svilupparsi.
L’utero è stato preparato in modo perfetto, la mia dottoressa ha fatto un lavoro egregio, la terapia è quella giusta.
Faccio le beta il 4 marzo: 276.
Mi metto a piangere per la strada, davanti a tutti. Un vecchietto mi guarda con aria triste: probabilmente ha pensato a una cattiva notizia. Dopo tre giorni le beta salgono a 1074!!
Ora dobbiamo solo aspettare l’eco di conferma.
Una mattina ho perdite rosso scuro, prendo un taxi e vado al pronto soccorso: si vedono due camere gestazionali, ben attaccate, tutto a posto, probabilmente l’utero si allarga e qualche capillare si è rotto, sentenzia la ginecologa.
Gli embrioni ancora non si vedono ma era davvero troppo presto.
Alla prima vera eco la sorpresa: in una delle due camere l’embrione si è sdoppiato, ora aspetto tre pupetti, due omozigoti identici e un eterozigote!!
Tutti col loro cuoricino pulsante che sembrava dirmi: mamma siamo qui!!!
Mia madre si sente male, io ho un riso isterico e felice, inizio a preparare tutto, ormai con le perdite ci ho fatto il callo, so che tutto va bene e quindi rinforzo la terapia di progesterone e continuo tranquilla…sono spietata e pronta, una mattina addirittura mi faccio un’intramuscolo da sola e mi rimetto a letto ad aspettare che passi.
Per i miei figli sono una tigre pronta a qualsiasi attacco e sacrificio.
Mi fanno eco tutte le settimane, la cosa è delicata, specie per i due omozigoti.
Che al secondo mese si fermano insieme, lasciando solo il terzo fratellino.
Poveri cuccioli vederli lì col cuoricino fermo…si sono riassorbiti senza dar noia, dando chance al fratello di crescere e nascere, senza disturbarlo o metterlo in pericolo.
A novembre nasce Diego, un gigante di 56 cm e più di 4 chili, il più grande successo della mia vita, credo l’unica cosa veramente meravigliosa che ho fatto, l’eternità dell’amore, il risultato di tanti sacrifici.
Ancora dopo 6 mesi lo guardo e non ci credo, lui è innamorato della sua mamma, quando siamo assieme non esiste nessun altro, i nostri giochi, le nostre scemenze, tutte per noi, senza quasi bisogno di mondo esterno.
L’esperienza più bella della mia vita. Che sono pronta a ripetere appena possibile, perché non è giusto che Diego cresca senza un fratello e che un giorno debba sentirsi solo magari a dover prendere decisioni su di me o su suo padre.
Ho visto mia mamma quando i suoi si sono invecchiati, non avere una spalla su cui contare….non lo trovo giusto.
E’ chiaro che se poi non dovessi riuscirci non sarebbe come non avere nemmeno un bimbo, la vivrei con molta meno ansia e dolore…però se posso voglio che lui abbia un fratello.
Questa è la mia storia, prima del transfer di novembre ho scritto un post per la mia donatrice, ho pensato spesso a lei e al grande dono che mi ha fatto.
Lo so che sicuramente il rimborso spese avrà pesato molto nella sua decisione, ma io le sono grata ugualmente e so che senza di lei mio figlio non sarebbe nato.
Se non ci fossero Paesi che affrontano la cosa in modo civile mio figlio non sarebbe qui…e non è un pensiero indifferente questo.
Fa la differenza tra vivere e non vivere. Una bella differenza.
Pensiamoci mamme!
Bibbi
Foto tratte dal sito “La strada per un sogno”
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4 inseminazioni, 4 fecondazioni, 4 anni e 1/2, 387 ecografie iterne, 461 iniezioni di ormoni nell’addome e circa la metà intramuscolo, 6 soppressioni del ciclo … pianti, isteria, depressione, DETERMINAZIONE … “la mia strada per un sogno” … e NON può NON fare la differenza!
Ricordati anche di tuo marito!
siamo proprio uno strano (usando un eufemismo)paese!
Io ringrazio pubblicamente Bibbi per averci regalato questa meravigliosa storia. Che sia una speranza per molte coppie che stanno affrontando un lungo e difficile viaggio per abbracciare il loro bimbo…
Una storia davvero toccante, sconvolgente, straziante, che tocca il cuore. Mi rendo conto di cosa significhi desiderare disperatamente di avere un figlio e ammiro la determinazione, la forza, lo spirito di sacrificio e il coraggio di Bibbi…e di Roberta a di tante altre donne.
Io ho avuto la fortuna di diventare mamma senza fatica e quindi non credo di poter davvero capire fino in fondo…mi rimangono dei dubbi…non so…non so se si possa definire la maternita’ un diritto…non so se lo avrei fatto, credo avrei lottato piu’ sul fronte dell’adozione…ripeto, non so. Pero’ grazie per queste testimonianze e perche’ ci pensero’ ancora a lungo.
Cara Sara,
è curioso come questa storia della maternità che non è un diritto venga tirato sempre fuori da chi un figlio ce l’ha…e non ha penato per averlo. Io sono stata fortunata…e penso invece che questa felicità che vivo è diritto eccome di chi la desidera e ancora non ce l’ha. Ti invito a leggere le nostre pagine…quanta tristezza, ma anche quanta forza. E che felicità quando una di noi riesce…forse nemmeno tu sei stata tanto felice quando sei rimasta incinta, scusami se mi permetto…
Si fa presto a dire adotta, è la banalità (perdonami sempre) che chiunque non ci passa ci ripete. Avere l’idoneità per l’adozione non è una passeggiata, sul forum c’è gente che ha provato ed ha fallito…e ci vogliono proprio tanti soldi. Non è vero che il mondo è pieno di bimbi da adottare, basta informarsi e lo si scopre con tristezza. Ma a parte questo….se tu hai provato la gioia di partorire, di portare dentro di te un bimbo e di sentirlo crescere…per quale motivo una donna infertile o la moglie di un uomo infertile non dovrebbe desiderarlo con tutta se stessa?
La maternità è SOLO un dono? e allora cosa ha reso te e chi ha avuto bimbi facilmente più meritevoli di chi ancora non ne ha? se passiamo il concetto che sia così…allora un malato non ha il dono della salute e non dovrebbe forse curarsi? E chi lo concede questo dono? Dio? ma procreano anche le atee…lo darebbe a loro piuttosto che a una credente come ne conosco tante?
Ti consiglio una lettura fantastica: In nome della madre di Erri De Luca…un uomo che scrive della maternità della Madonna, ma in senso laico…come una mamma qualsiasi. A un certo punto dice che questa gioia, questa esaltazione, questa sensazione di simbiosi totale che una donna che aspetta un bimbo vive con suo figlio è un diritto che tutte le donne hanno. Tutte.
Concludo dicendo che se la maternità è un dono e non un diritto, mi sapresti spiegare perchè molte questo dono lo sprecano? o perchè magari lo mettono al mondo per ucciderlo, maltrattarlo, venderlo e non proteggerlo?
Sono per la maternità consapevole….l’aborto è un diritto delle donne….ma anche la ricerca della maternità, la voglia di essere mamme. Che fastidio danno le persone infertili che si curano? costringono chi non lo è a cedere qualcosa di loro?
Ricorda sara, un giorno potrebbe toccare a qualcuno che ti è vicino…e si cambia idea così facilmente, quando le cose ci sfiorano.
Un bacio ai tuoi bimbi.
Cara Bibbi,
mi spiace che le mie parole ti abbiano infastidita e che la tua risposta sia un po’ risentita. Mi spiace perche’ io veramente non stavo esprimendo un giudizio ma un NON SO…credo che tra i nostri diritti ci sia anche quello del dubbio…e io ce l’ho proprio perche’ non mi sento di esprimere certezze su cose e sentimenti che non ho provato. Ripeto, un dubbio e non un giudizio! Per esempio il dubbio che non sarei stata in grado, al tuo posto, di portare avanti una battaglia cosi’ aspra. Per miei limiti forse, non perche’ dica che e’ sbagliata. E per quanto riguarda l’adozione…so cosa significa perche’ ho diversi amici che hanno perseguito questa strada con alterne fortune e diversi risultati…ma il fatto di poterla scegliere rimane un altro diritto. Insindacabile perche’ appartiene a ciascuno di noi e al proprio cuore. E’ vero, io sono convinta che la maternita’ non sia un diritto nello stesso modo in cui non credo che un figlio sia qualcosa che ci appartenga. Cio’ non toglie che possa essere un sogno, un obiettivo, lo scopo della propria vita…cio’ non toglie che si possa fare tutto quanto e’ nelle nostre forze per raggiungerla. E’ vero, io sono convinta che un figlio sia un dono…e dono e’ diverso da premio per chi e’ stato piu’ bravo o se l’e’ meritato di piu’. Dono e’ qualcosa che arriva…gratis…e che si ha la responsabilita’ di proteggere. Io ho avuto questo dono, probabilmente senza meritarlo affatto, o quantomeno senza meritarlo piu’ di altri che non l’hanno avuto (per esempio una mia cara amica che e’ la persona piu’ meravigliosa che conosca) e so di dovermene prendere cura come del bene piu’ prezioso. Ti assicuro che sono molto consapevole di tutto cio’, che non sono una persona che ha fatto i figli tanto per farli giusto perche’ le venivano, che ho sofferto tanto durante la mia prima gravidanza per dei mesi a letto con minacce d’aborto e con la spada di Damocle sulla testa di un’alto rischio di Sindrome di Down, che mi sono tenuta fino al giorno del parto perche’ non ho voluto fare l’amniocentesi che avrebbe messo a rischio il mio bambino. Ho riflettuto tanto, ho interrogato la mia coscienza e il mio cuore…sono stata molto triste e poi molto felice. Ognuna di noi ha la propria storia con le proprie profondita’ che non sono indagabili in due righe. Mi spiace di non conoscerti personalmente, sarebbe bello parlare un po’. Credimi, ho tutto il rispetto possibile per te, per la tua forza, per il tuo amore…i miei dubbi non riguardano te o le donne che come te seguono il proprio sogno…riguardano solo me e la domanda :”Cosa avrei fatto io?” E la risposta e’ NON SO. Ti mando un abbraccio virtuale, a te e a Diego…e vi auguro tutta la felicita’ che meritate. Sara
io non sono affatto infastidita, davvero.
Hai sollevato una questione molto importante: quella dei diritti. Ciascuno di noi ha diritto di perseguire la sua strada, di fare le proprie scelte, quando queste non ledono il diritto altrui. Poter scegliere se morire con dignità oppure continuare a “vivere” attaccati ad una macchina è un lusso che nel nostro Paese non ci possiamo permettere, ben sapendo che scegliere di chiudere la propria esistenza è un diritto che di certo non influisce sugli altri ma solo su noi stessi. Vivere l’amore con una persona del proprio sesso e con essa formare un nucleo familiare, con diritti propri del nucleo familiare (come la reversibilità della pensione ad esempio) è un altro lusso che non tocca la vita di chi invece è etero e così vive la propria sessualità e i propri sentimenti. Il nostro Paese è pieno di questi diritti negati, diritti che non farebbero male a nessuno e che al momento fanno male solo a chi non può esercitarli.
Potrei dirti per esserci passata e per vedere centinaia di donne che ogni giorno scrivono sul mio forum che quasi nessuno, quando ancora non ci prova, sa che ce la farà a far tutto questo. Di certo non è il sogno di bambina la fecondazione assistita. Ma per esperienza ti dico che quando sei in ballo…alla fine balli. E cambiano così tanto le opinioni anche su se stessi e sulle proprie forze. Abbiamo avuto il caso di una iscritta che ha avuto la sua bimba con l’eterologa…e ha detto che al referendum colpevolmente (ora lo pensa) non andò a votare. Ora lo sa che fece una cosa sbagliata di cui si è pentita sulla sua pelle..ma allora sembrava un pensiero così lontano, così’ “inutile”, così poco interessante per lei. Ma è colpa sua? io credo sia stata colpa del fatto che nel nostro Paese ancora la libertà individuale non sia una battaglia di tutti ma solo di chi ha il problema. Ci manca la cultura. Alcune persone si arrabbiarono molto quando la nostra E. confessò la sua “colpa”. Ma a me colpì molto il fatto che sentì il bisogno e il dovere di dircelo. Lo vidi come una grande maturazione personale, anche se poi è chiaro che questa maturazione è arrivata quando il problema l’ha avuto lei. Ad avercene di persone che ammettono “non avevo capito, non sapevo, non mi sono informata, ho sottovalutato”…le certezze sono spesso il nostro più grande nemico. Così ti dico ben vengano i dubbi, io spero oggi di avertene instillato uno…così….a fin di bene.
Un abbraccio.
Sono completamente d’accordo con te!
E grazie per quel dubbio…ti assicuro che mi sta aprendo tutta una serie di riflessioni e pensieri che fino ad ora non mi avevano sfiorata se non di striscio e che sono certa mi permetteranno di crescere nella sviluppo della mia coscienza.
Un abbraccio sincero
Sara
La maternità è un diritto? Ma l’eterologa lede il diritto di una terza persona a sapere chi siano i suoi genitori biologici. Tu metti al mondo un figlio per metà (o per niente) della coppia, avuto con “materiale” estraneo. Nessuna di voi pensa a quello che può pensare questo figlio, non riconoscendosi nei suoi genitori, sapendo che la donna che ha donato l’ovulo, o l’uomo che ha donato lo sperma, se ne fregano della sua esistenza perché sono stati solo donatori e non genitori?
Non vi rendete nemmeno conto dell’aberrazione di questa cosa.
E non fate l’esempio dell’adozione perché è una cosa totalmente diversa.
E smettiamola anche con la retorica del dono perché sappiamo benissimo che in molti paesi i donatori lo fanno per soldi, altro che altruismo.
personalmente trovo assurdo che l’aborto sia un diritto e non la fecondazione eterologa. Che sia un diritto decidere di non volere un bambino ma non aiutarsi ad averne uno con tutti i mezzi che la scienza ci fornisce, senza fare male a nessuno. Per me è un diritto a tutti gli effetti.
Mi piaci Bibbi, mi piaci per la tua storia e per come la difendi. Certamente il tuo Diego ha una mamma combattiva, la sua tigre personale che saprà sempre proteggerlo. Nessuno, credo, può veramente capire cosa si prova quando il tuo desiderio di maternità viene messo a dura prova. Io lo dico apertamente: vi ammiro per il vostro coraggio, per la vostra determinazione, per i vostri sforzi che “costano” solo a voi stessi. E per quanto riguarda l’adozione ho sperimentato da vicino cosa vuol dire sentirsi dire “non idonei”…. (notare che i non idonei avevano già un figlio naturale!!!). Le motivazioni poi, quando te le danno, hanno del soprannaturale: “la vostra famiglia è così ben avviata che l’arrivo di un figlio adottato potrebbe portare scompiglio!!” Purtroppo la richiesta di adozione a volte si scontra contro personaggi per lo meno strani.
Cara Maria,
e’ vero, l’adozione e’ un percorso tortuoso e spesso inaccessibile. Cio’ non toglie che possa essere anch’essa perseguita come il proprio sogno…sobbarcandosi le fatiche e il dolore che puo’ comportare, esattamente come la fecondazione assistita.
questo è sicuro sara….anche se poi, quando l’idoneità ti viene rifiutata perchè “non avete ancora diviso la grande stanza in due e quindi significa che in fondo un bambino non lo volete”, quando le persone si erano dichiarate già pronte a farlo “quando arriverà il bambino sennò che li facciamo a fare questi costosi lavori?” come è successo ad amici, c’è poco da perseguire e sobbarcars: la porta viene chiusa. La risposta è stata: “comprate un’altra casa e poi rifate la domanda”.
Bibbi…lo so. Questa e’ la stupidita’, l’ottusita’, la piccolezza di istituzioni che dovrebbero garantire il bene comune e invece grettamente non lo fanno.
Fa gridare di rabbia, e’ vero!
Considero l’eterologa una aberrazione. Nascere a tutti i costi, per soddisfare un desiderio di purissimo egoismo. Siamo nati per essere uomini e donne, non a tutti i costi padri e madri. Ritengo mostruoso non poter risalire alla propria madre biologica.. vivere con il pensiero di avere dei fratelli, chi sa dove, dei nonni, una storia.. che non sarà la tua, perché qualcuno ha pagato per averti, togliendoti il diritto di conoscere le tue origini genetiche. Mostruosità, spacciata per libertà.
Grazie, la tua testimonianza commuove, ma e’ meravigliosa!!! Ciao Elisa.