Mio nipote sta per terminare la prima elementare e mi ritrovo a trarre qualche considerazione sul suo primo anno trascorso nella Scuola. Ho scritto appositamente la parola con l’iniziale maiuscola, a dimostrazione del mio rispetto per questa istituzione che giudico quanto di più importante ci sia in un paese.
Nella mia vita scolastica come genitore ho combattuto tante battaglie (quasi tutte miseramente perse) contro programmi vecchi, persone incapaci o quanto meno non motivate, situazioni difficili. E purtroppo constato che la situazione oggi se non è peggiorata, quantomeno non è migliorata.
Invito chi vuole e può, a seguire su LA LETTURA (allegato del Corriere della Sera della domenica) una serie di interventi di scrittori sulla scuola dell’obbligo.
Qualche settimana fa è stato di turno Alessandro D’Avenia – un giovane insegnante di un liceo milanese che forse molte di voi conoscono come autore di Bianca come il latte, rossa come il sangue.
Dice D’Avenia:
Nella relazione scolastica tre sono gli elementi indispensabili :
- amore per ciò che si insegna
- amore per chi è oggetto dei nostri insegnamenti
- amore per come si insegna
Senza questi tre elementi la relazione non si dà e genera contro-effetti: noia, avversione, disinteresse.
I docenti trasformano il dìcere in docère: pongono le condizioni dell’imparare, non lo pretendono, e i ragazzi sono pro-vocati a lavorare sodo (a noia non si oppone divertimento ma interesse).
Non sto a riportarvi oltre di quanto scrive questo insegnante (fortunati i suoi studenti!). Su Corriere Scuola trovate tutti i testi dell’iniziativa.
Mi chiedo e vi chiedo: nella scuola frequentata dai nostri figli/nipoti troviamo persone che sanno affiancare i ragazzi nella loro crescita trovando i loro punti di forza e di debolezza e aiutandoli nei momenti di crisi dedicando loro tempo e passione?
Oppure siamo circondati da persone che puntano semplicemente a trasmettere nozioni e a tirare alla fine del mese per incassare il pur misero stipendio, insomma persone che si trasformano da docenti in indocenti o indecenti.
E soprattutto cosa possiamo fare noi genitori/nonni per ottenere per i nostri bambini una scuola decente?
D’Avenia spiega la differenza tra indocenti e indecenti:
I primi pur avendo competenza nella materia non riescono a trasmetterla. I secondi addirittura non conoscono ciò che insegnano e trasformano la classe in chiacchierificio e poltiglia educativa
In paesi come la Danimarca o il Regno Unito i presidi cercano i loro insegnanti direttamente, li scelgono, li provano. E gli insegnanti da parte loro possono scegliere di andare ad insegnare in scuole di cui condividono il progetto educativo.
Per noi in Italia tutto questo è semplice fantascienza!
Cosa ne pensate?
2 Comments
Qui è già tanto che un dirigente (che spesso segue tre o quattro circoli scolastici contemporaneamente) abbia idea di chi insegni nelle sue scuole… Noi per trovare l’insegnante “giusto” per nostro figlio abbiamo dovuto patire una prima elementare con insegnanti più preoccupate delle nozioni che del benessere dei bambini… poi abbiamo richiesto il passaggio ad un’altra classe e la vita di tutta la famiglia è migliorata profondamente …
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