Oggigiorno, genitori ed educatori osservano con orgoglio e meraviglia bambini che ancora non sanno parlare né camminare ma distinguono con abilità e sicurezza il telecomando della televisione da quello del condizionatore e accendono rapidamente pc e cellulari, individuando senza problemi il tasto giusto da premere (i cosiddetti nativi digitali).

Siamo di fronte a piccoli geni?

I bambini – anche quelli molto piccoli – sono “bombardati” da informazioni e stimoli provenienti dalla realtà che li circonda e ripetono semplicemente le azioni che vedono fare agli adulti. Sono come spugne e apprendono continuamente, a prescindere da un nostro reale intento educativo, e per questo è importante fornire loro gli stimoli giusti.

I primi anni di vita sono fondamentali per l’apprendimento ed è un grosso errore pensare che un neonato non capisca “perché è piccolo”, dato che in realtà già possiede un potenziale inimmaginabile e un’eccezionale capacità di comprensione e assimilazione. Non bisogna dimenticare che l’intelligenza è anche frutto delle opportunità fornite e degli stimoli provenienti dall’ambiente circostante e che il cervello “cresce con l’uso”. A chi ritiene che imparare in tenera età possa rappresentare uno sforzo eccessivo e che possa rubare qualcosa all’infanzia, gli studiosi ribattono che per i bambini imparare è l’attività più bella, inconsapevole e allo stesso tempo naturale che ci sia.

Sono avidi e desiderosi di conoscere, attratti dalle novità e pieni di soddisfazione e gioia quando mostrano i loro progressi. Siamo noi adulti che, col tempo e con il nostro atteggiamento, li portiamo a convincersi che studiare sia solo un noioso e duro lavoro.

Come si può stimolare l’intelligenza del proprio figlio?

Ovviamente, non si può salire in cattedra e dare lezioni nel modo “classico” e il genitore non deve caricare il bambino di apprensioni e aspettative eccessive, né di ambizioni personali. Lo scopo dell’apprendimento precoce non è diventare il primo della classe, ma avere l’occasione di trasformare le proprie potenzialità in saperi e abilità. Il punto di partenza è il risultato scientifico secondo cui dopo i due-tre anni imparare a leggere, a parlare una lingua straniera o a fare i conti diventa sempre più difficile e ciò significa che, paradossalmente, quando il bambino a sei anni inizia ufficialmente il suo percorso di studi, l’immensa capacità di apprendimento di cui è stato dotato alla nascita già sta iniziando a decrescere.

Stimolare alla lettura

Per quanto riguarda la LETTURA, è importante favorire un piacevole incontro tra il libro e il bambino fin dai primi mesi di vita. Questo non solo favorirà l’acquisizione delle competenze necessarie ad apprendere come leggere e scrivere, ma aiuterà anche a creare un momento speciale da poter condividere con mamma e papà.

All’inizio il bambino parteciperà alla lettura solo tentando di mordicchiare le pagine o di appropriarsi del libro, ma poi pian piano inizierà ad osservare le figure e a sentire attraverso il tatto i diversi materiali di cui sono fatti i libri gioco studiati proprio per i più piccoli. Pagine cartonate, di stoffa o di legno, rumori e fruscii provenienti dai fogli, finestrelle che si aprono e permettono di animare la lettura… I primi libri permettono una lettura multisensoriale. Il bambino si appassionerà al ritmo delle storie che ascolterà e imparerà a leggere le figure e poi le parole ad esse associate in modo quasi naturale, riconoscendo azioni e oggetti a lui familiari e imparando a conoscerne altri. Secondo il metodo di Glenn Doman (fondatore degli Istituti per lo Sviluppo del Potenziale Umano) i bambini sono addirittura in grado di leggere singole parole ad un anno, frasi a due anni e libri interi a tre anni.

Stimolare all’apprendimento delle lingue straniere

Anche le LINGUE s’imparano con molta più facilità e con più successo in età prescolare e, oltre a canzoncine, filastrocche, giochi e cartoni animati multilingue, si stanno moltiplicando i corsi di lingua straniera per mamme e bambini. L’orecchio dei più piccoli è molto più attento e la loro mente molto più aperta e plasmabile, ciò permette di imparare la pronuncia e l’intonazione giusta, capacità che si riduce crescendo.

Stimolare a far di conto

Per quanto riguarda la MATEMATICA poi, imparare i numeri giocando è davvero facile e divertente. Si può farlo giocando a carte, ma anche contando insieme il numero di pezzetti di mela nel piatto, i pastelli colorati sul tavolo o i giochi da mettere nella cesta. In definitiva i numeri sono dappertutto, basta insegnare ad associarli agli oggetti reali, perché è più facile del contare in modo astratto.

Tutto è gioco

L’importante è che per il bambino tutto sia un gioco e che, pertanto, si rispettino i suoi tempi, le sue predisposizioni e i suoi bisogni, interrompendo la “lezione” prima che si annoi. Insegnare deve essere un divertimento innanzitutto per l’adulto, che, prima che veri e propri contenuti didattici, deve trasmettere con gioia l’amore per la conoscenza e stimolare la curiosità.

Una valida forma d’insegnamento può essere anche descrivere ciò che si fa o passeggiare nel parco e illustrare il nome di fiori e animali. Basta parlare con calma e chiarezza e ripetere i nomi di oggetti e azioni, in modo che possano essere memorizzati, dando poi la possibilità al bambino di fare esperienza concreta di quanto imparato.

Anche se la tecnologia aiuta e può rappresentare un valido supporto allo studio, è importante ricordare che dare gli stimoli giusti al bambino non deve significare solo fornire loro cellulari e computer super tecnologici, anche se ideati apposta per lui. Non bisogna far perdere il contatto con la realtà e il gusto della fatica che c’è dietro la scoperta di un prato verde o di un cielo azzurro… toccato con mano e non con un semplice click del mouse.

 

Per approfondire:

Doman Glenn, I bambini possono, vogliono, debbono leggere, Armando Editore, 2003
Doman Glenn, Doman Janet, Aisen Susan, Come sviluppare nel tuo bambino l’amore per la conoscenza, Armando Editore, 2000
Doman Glenn, Come moltiplicare l’intelligenza del vostro bambino, Armando Editore, 1990
Volpi Roberto, Liberiamo i bambini: più figli, meno ansie, Donzelli Editore, 2004
Doman Glenn, Doman Janet, Sì, il tuo bambino è un genio! Come sviluppare ed arricchire il pieno potenziale del tuo bambino, Armando Editore, 2009
Doman Glenn, Doman Janet, Imparare la matematica prima dei tre anni. La rivoluzione gentile, Armando Editore, 1999
Cantisani Adriana, Tata help! Non è mai troppo presto per imparare l’inglese, Rizzoli, 2011
Freudstein Reinhold, Insegnare la lingua straniera ai bambini, Armando Editore, 1995
www.istitutosuzukiitalia.org

 

 

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Author

Laureata in Economia per inerzia e poi in Scienze della Formazione per passione, ora sono felicemente educatrice e mediatrice familiare (e ancora manager, ma solo per se stessa!). Adoro giocare con mia figlia, ma non mi sentirei completa senza il mio lavoro così, da brava – per modo di dire! - MammAcrobata, provo a conciliare tutto, a costo di star sveglia fino a tarda notte. Da anni, collaboro con diverse Associazioni che difendono i diritti dei minori e sostengono famiglie che vivono situazioni di disagio o sofferenza. Sono socia di un'Associazione, in cui mi occupo di formazione ed essendo appassionata di comunicazione e scrittura, sono anche scrittrice, blogger e web writer.

8 Comments

  1. barbara rossi

    ecco perchè io non riesco a spiccicare una parola di inglese…! 😆

  2. …che c’era dietro lo “zampino” di Doman! 😀

    • ManuAcrobata

      [quote name=”MauroNido”]Ottimo articolo complimenti[/quote]

      Grazie a nome della nostra educatrice Mariapaola 🙂
      Anche tu sei educatore?

  3. Dimmimamma

    Articolo interessantissimo: grazie per avercelo segnalato!

    • Siamo contente ti sia piaciuto e grazie per essere passata di qua!

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