“Giocate!” di Franco Bolelli (Add Editore) e’ un piccolo libro di 77 pagine pieno di passione e vitalita’. Non un testo di pedagogia o una guida all’educazione dei bambini ma una raccolta di riflessioni, pensieri, impressioni di un padre (e nonno) entusiasta.
Obiettivo: sfatare un po’ di miti e fornire qualche spunto interessante (e originale) sul nostro modo di affrontare la vita e il ruolo genitoriale.
Qualche esempio:
“Se tuo figlio non si sente il centro del mondo, tu sei un genitore fallito…perche’ se non lo metti al centro del mondo quel bambino che l’hai fatto a fare?” Cosi’ il bambino sentira’ che la sua vita e’ importante e sviluppera’ consapevolezza e senso di se’.
“Dagli tutto quello che hai, punto. Anzi, prova a dargli piu’ di quello che hai” perche’ sentirsi circondato d’amore infonde nel bambino “fierezza, fiducia, coraggio, carattere, generosita’”.
“Non si educa mai educando; si educa trasmettendo passione, eccitazione, voglia di migliorarsi”. E anche ambizione e competizione, se nel rispetto degli altri, possono essere considerate impulsi positivi perche’ spingono alle grandi imprese, all’evoluzione.
“L’educazione e’ un prezioso, sostanzioso effetto collaterale della prioritaria spinta ad amare, proteggere, rafforzare, valorizzare”. E ai bambini bisogna insegnare a non lagnarsi di cio’ che non va o non ci piace intorno a noi perche’ “quando non ci piace, il mondo lo si deve trasformare con un grande slancio”, facendosene responsabili.
Insegnare la responsabilita’ e’ molto importante, ma non disgiungendola mai dal senso del gioco: quando essi riusciranno ad incontrarsi otterremo “una responsabilita’ non sacrificale e un gioco non superficiale.”
Alla base di tutto c’e’ infatti una concezione “giocosa” dell’esistenza, “perche’ ogni cosa importante e’ appassionante e vitale, e si merita occhi che brillano e sensi accesi”. “Perche’ le relazioni senza gioco, senza slancio, sono ineluttabilmente destinate a ripiegarsi, ad appassire”.
Tanti altri sono gli spunti interessanti: educare a “distinguere le differenze fra cosa e’ superfluo […] e cio’ che e’ molto piu’ che importante: la propria vocazione, la propria missione”;
“viziare un bambino quando non lo chiede, mostrare fermezza se lo pretende […], perche’ se sei sempre proiettato a renderlo felice, sarai credibile e autorevole nel momento in cui non lo accontenti”.
Bellissima e’ la metafora del genitore come “playmaker”, il creatore del gioco, colui cioe’ che alimenta e organizza il gioco della squadra pur rimanendo in secondo piano, colui che mette un altro nelle condizioni di fare punto. Chi non vorrebbe essere questo per la vita del proprio figlio?
“Giocate!” e’ insomma un libro di passione, entusiasmo, forza vitale, che non a caso fa suo il celebre motto di Steve Jobs “stay hungry, stay foolish”.
Un’iniezione di energia…perche’ in fondo niente e’ piu’ appagante che guidare i primi passi di un bambino nella vita.
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