I nostri figli dicono bugie? Non c’è da preoccuparsi, perché è indice di una spiccata intelligenza e di un corretto sviluppo cognitivo.
È questo ciò che emerge da uno studio canadese della Toronto University, secondo cui, addirittura, i bugiardi più precoci hanno solo due anni. Effettivamente, per poter raccontare e anche portare avanti coerentemente una frottola senza tradirsi, non solo c’è bisogno di avere fantasia ma anche di elaborare un ragionamento complesso e di aguzzare l’ingegno.
Davanti ai primi fantasiosi racconti, gli adulti reagiscono con fare divertito e incredulo ma poi, con il tempo, ci si inizia a preoccupare e ad interrogare su come poter intervenire per evitare che mentire diventi un’abitudine. Al di là di situazioni patologiche, comunque, non necessariamente chi mente da piccolo diventerà un bugiardo da adulto, anche perché solo in età scolare il bambino inizierà a sviluppare un giudizio morale e mentire acquisterà pian piano lo stesso significato che diamo noi a questa azione.
Perché i bambini dicono le bugie?
È necessario precisare che per i bambini mentire è normale, anzi è quasi una tendenza naturale e spontanea, anche se non sempre si può parlare di vere e proprie bugie. Il nostro angioletto, fin da piccolissimo, impara a “manipolare” gli adulti e ad assumere comportamenti volti a fargli ottenere ciò che vuole. Sa come attirare l’attenzione, come far valere una sua protesta o farsi coccolare. Impara anche come apparire agli occhi dei genitori il figlio perfetto che loro vorrebbero: tende cioè a nascondere la parte “cattiva” di sé, negando e dissimulando quelle situazioni che teme potrebbero deluderli.
Il bambino che inizia consapevolmente a dire bugie sperimenta un senso di onnipotenza. Comprende infatti che gli adulti non sempre riescono a leggergli dentro e a sapere e scoprire tutto, ed ecco allora che nasce il piacere di una sorta di sfida che rappresenta una tappa del percorso di separazione dai genitori e della costruzione di un pensiero autonomo.
I più piccoli, però, vivono in una sorta di mondo magico in cui non esiste un netto confine tra fantasia, gioco e realtà, così spesso descrivono le cose come vorrebbero che fossero nella realtà o come loro le vedono. Non si può, dunque, accusarli di mentire quando nei giochi simbolici e di simulazione fanno finta di essere qualcun altro o quando dicono di parlare con il loro amico immaginario. Questo tipo di giochi, anzi, insegna al bambino a crescere, a sperimentarsi e ad esercitare abilità e fantasia, proiettandolo anche nel mondo degli adulti in una dimensione di vita semplificata e protetta.
Ma quali sono i più frequenti tipi di bugie?
• Bugie dette per discolparsi: “Non sono stato io!”
Il bambino insicuro, spesso, racconta una bugia perché si rende conto della sconvenienza di un suo comportamento o di un suo pensiero, ma allo stesso tempo non vuole deludere o far innervosire l’adulto da cui ha bisogno di sentirsi approvato e amato. La bugia, allora, sembra la soluzione più comoda e immediata per evitare rimproveri e confronti/scontri a cui non si sente pronto.
• Bugie dette per negare una realtà che fa soffrire o per attirare l’attenzione di adulti o coetanei.
Alcuni bambini che si sentono trascurati dai genitori o si “vergognano” di una situazione familiare che vivono con senso di inferiorità e disagio si rifugiano in una realtà virtuale, fatta di più amore, coccole e attenzioni, ma anche di viaggi mai fatti e regali mai ricevuti. Queste sono bugie a cui i bambini per primi si sforzano di credere, attivando una sorta di meccanismo di difesa.
Come comportarsi di fronte alle bugie dei bambini?
La prima regola è, senza dubbio, dare il buon esempio e insegnare al bambino quanto sia importante dire sempre la verità, potersi fidare degli altri e anche meritarsi la fiducia altrui. Se i genitori per primi ricorrono a piccole e grandi bugie, anche solo per evitare seccature o domande imbarazzanti, anche il bambino si sentirà autorizzato a farlo.
È importante insegnare ai bambini che bisogna assumersi le proprie responsabilità, che dire la verità alla fine premia sempre ed è sempre il male minore, perché dopo ci si sente più “leggeri”.
Anche se la bugia è palese, è sempre meglio non perdere la calma ma rimanere sereni e fermi. Spesso accusare il bambino di aver mentito, arrabbiarsi e aggredirlo serve solo a farlo chiudere in se stesso ed è, dunque, controproducente. Per i genitori e gli educatori in generale è importante cercare di scoprire quali sono la motivazione e lo stato d’animo che portano il bambino a raccontare bugie, perché anche mentendo comunica qualcosa di importante e, spesso, richiede solo attenzione e non aspetta altro che di essere scoperto per sentirsi sollevato.
Come evitare che i bambini dicano bugie?
Per evitare che il bambino menta, dunque, il genitore deve lavorare prima di tutto su se stesso e sulle proprie reazioni legate a determinate situazioni che possono preoccupare il figlio: ad esempio un brutto voto a scuola, la rottura di un soprammobile o una qualsiasi marachella.
Attraverso il dialogo e, magari, con l’ausilio delle classiche favole di “Pinocchio” e “Al lupo! Al lupo!”, si può spiegare anche cosa comporti il raccontare bugie e far capire che chi mente sempre poi non sarà creduto neppure quando dirà la verità.
È importante ricordare al bambino che la famiglia è come una squadra e che insieme si possono affrontare e vincere più facilmente tutte le difficoltà e i problemi e che, perciò, non deve mai aver paura di parlare e raccontare ciò che lo spaventa o lo preoccupa. Abituare il bambino a confidarsi e non farlo sentire giudicato o ridicolizzato per i propri timori (che ovviamente sono sempre commisurati all’età) può evitare molti mal di pancia simulati per non andare a scuola ed evitare un’interrogazione o la paura di incontrare il bulletto che lo ha minacciato il giorno prima.
Per approfondire:
• Berto Francesco, Scalari Paola, I figli ingannano. Bambini e ragazzi raccontano bugie. Quale verità possono cercare i genitori?, Armando Editore
• Diodato Luciana, L’arte della bugia, Rubbettino Editore, 2002
• De Cataldo Neuburger Luisella, Trattato della menzogna e dell’inganno, Giuffrè Editore, 2008
• Attolico Lucia, Genitori e figli: le parole chiave. Dizionario psico-pratico per mamme e papà con bambini da 0 a 12 anni, FrancoAngeli, 2008
• Diodato Luciana, Semiotica del corpo, Rubbettino Editore, 2003
• Battacchi Marco W, Trattato enciclopedico di psicologia dell’età evolutiva, Piccin, 1989.
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2 Comments
Proprio in questi giorni mi domandavo quando e come sarebbero arrivate le prime bugie e non ti nascondo che le vivo con un po’ di giudizio e vorrei non arrivassero mai… questo articolo però mi ha aperto un po’ gli occhi e mi ha molto rilassata, donandomi quel punto di vista più neutrale che proprio mi mancava!
Grazie!!!
[quote name=”Isabella”]Proprio in questi giorni mi domandavo quando e come sarebbero arrivate le prime bugie e non ti nascondo che le vivo con un po’ di giudizio e vorrei non arrivassero mai… questo articolo però mi ha aperto un po’ gli occhi e mi ha molto rilassata, donandomi quel punto di vista più neutrale che proprio mi mancava!
Grazie!!![/quote]
Ciao Isabella, mi fa molto piacere che tu abbia trovato utili gli spunti suggeriti da Mariapaola! Anche qui iniziano ad arrivare le prime bugie (6 anni…) e la regola del buon esempio credo sia davvero la più vincente!
Un abbraccio ciao