Nonna Maria e mamma“Una cosa strana e anche triste di cui mi sono accorto è che so tante cose stupide e inutili, o anche importanti e illustri, sui più svariati argomenti, mentre non conosco quasi niente della persona che mi ha generato, la persona, probabilmente, a cui nel mondo sono più simile e a cui devo di più”

 

 Questo è l’interrogativo attorno a cui ruota Vita e morte di un ingegnere, l’ultimo libro di Edoardo Albinati.
Ho letto questa frase e mi sono fatta delle domande: ma veramente conosciamo così poco le persone a noi più vicine?

 

In particolare mi sono soffermata sul rapporto con mia madre, una persona che è stata importante nella mia vita, direi fondamentale per la mia formazione ma che in realtà non conosco.
Mi sono chiesta cosa so di mia madre: so che è stata (ed è tuttora) una grande lavoratrice, una madre e una moglie che ha tenuto sempre “in ordine” la casa, il marito e i figli, che ha saputo far fruttare le poche risorse che aveva ed è stata in grado di offrirci una vita serena, che sa cucinare da grande chef, che cuce bene, che non si è mai sottratta alle responsabilità, alle fatiche.

 

 

Ma per esempio non ho mai saputo quali potessero essere i suoi dubbi, i suoi dispiaceri, i suoi momenti felici, i suoi desideri.
Persino nelle dimostrazioni di affetto c’è sempre stata una sorta di pudore e imbarazzo.
La cosiddetta “confidenza” tra noi non è mai esistita. Un muro si ergeva quando tentavo di penetrare dentro al suo cuore quasi si vergognasse di ammettere qualche crepa nella sua vita fondata sulle cose pratiche di tutti i giorni.
Ci ho provato (eccome se ci ho provato!!) a entrare nel suo animo. Non si è mai aperta con  me, non mi ha mai detto cosa poteva renderla felice e cosa invece no, cosa le sarebbe piaciuto fare e cosa invece la spaventava.
Questa cosa mi ha sempre addolorato. Mia mamma ha fatto tantissimo per me e ancora oggi, nonostante i suoi 92 anni, fa ancora molto. Mi prepara il sugo, mi invita a mangiare gli gnocchi fatti in casa, mi prepara la sua mitica torta. E spesso si lamenta perchè “non abitiamo vicino se no potrei aiutarti di più”.

 

 Mi sono chiesta più volte il perchè di tanta ritrosia: forse anche in questo mi dimostra il suo amore, forse non ha mai voluto aprirsi totalmente con me per non darmi preoccupazioni. Una volta di più per salvaguardarmi. Chissà! 

 

E allora mi sono fatta un’altra domanda: sono riuscita io a farmi conoscere dalle mie figlie e soprattutto a conoscere a fondo loro?
Anche qui devo dire che ci ho provato e ancora ci provo. E spero che loro sappiano cosa c’è nel cuore e nella mente della loro madre.

Ma forse lo sanno: glielo ho ripetuto così tante volte…………………

Author

Laura Campagnoli, mamma di Tommaso e Francesco, una passione irrefrenabile per tutto ciò che ruota intorno alla casa ma incapace di gestirla (la casa), un marito superattivo eco-addicted e un lavoro più che full time. Pigra fisicamente ma non di mente. Acrobata come tante mamme in (precario) equilibrio tra lavoro, casa, bimbi, marito, amiche, genitori e nonni, hobby e sport (poco)… e non necessariamente in quest’ordine!

2 Comments

  1. Annarita

    dovremmoe ssere certi di conoscere noi stessi per poterci donare completamente agli altri!
    Bellissima riflessione comunque, come sempre, brava Nonna Maria.

  2. Nonna Maria

    Grazie Annarita. Il problema con mia mamma è che non siamo mai riuscite ad entrare in “confidenza”. Pensa che addirittura quando ero bambina mi rivolgevo più facilmente a mia nonna per le mie “grandi domande” piuttosto che a mia mamma (e la nonna era quella materna!!)