“Dopo molti anni passati a ripetere che i giochi da casa non si portano, e verificato che i bambini continuano a portarli, anche di nascosto dai genitori, ci siamo domandate: ma se continuano a farlo, evidentemente è perchè per loro è importante questo ‘trasporto’ (non è anche questo un legame?) di oggetti da casa a scuola, allora perchè impedirlo?”
Questo è uno dei punti della lettera che le insegnanti della Scuola Materna di mio figlio (gruppo dei Cuccioli, ovvero dei piccoli) hanno consegnato a noi genitori in occasione della prima riunione dell’anno scolastico.
Che cosa aggiungere? Trovo che sia un discorso che fila proprio liscio.
La mia prima bimba ha sempre avuto difficoltà al momento della separazione e uno dei consigli più utili che ai tempi del nido mi aveva dato la psicopedagogista che segue le famiglie della struttura era proprio quello di scegliere un oggetto (che poteva essere un pupazzo, una foto, qualsiasi cosa) e caricarlo di significato insieme alla mia bimba: usarlo, tenerlo spesso con noi, passarlo a lei e dopo un po’ riprenderlo e viceversa, fino a farlo diventare “nostro” (un oggetto transizionale costruito ad hoc, visto che lei spontaneamente non ne aveva adottato uno). Quell’oggetto l’avrebbe poi accompagnata al nido e aiutata nel distacco da me e nelle ore di separazione che ci attendevano ogni giorno.
Nel caso di mia figlia è stato creato questo primo oggetto da me e poi col passare del tempo lei stessa ne ha usati altri, scelti da lei, ma ho visto moltissimi altri bimbi che portavano i loro piccoli e grandi tesori in saletta. Quando abbiamo fatto il nostro ingresso alla materna, c’è stata esplicita richiesta di non portare giocattoli o altro da casa. In effetti mi sono sempre chiesta come mai al nido il fatto di portare giochini, libri, peluche da casa non solo non fosse ostacolato, ma addirittura consigliato dalle educatrici e poi, di colpo, alla materna fosse vietato.
Basta un’estate tra il nido e la materna a cambiare così tanto i bambini, a renderli così tanto autonomi, così tanto indipendenti? Oltre alla fatica di intraprendere un nuovo percorso, con cambio di amichetti, di maestre, di ambiente, di abitudini, ecc, è proprio necessario chiedere ai bambini anche lo sforzo di non portare con sè un oggetto caro, un legame simbolico con la casa, la mamma, il papà, la famiglia? No, e infatti alcune maestre evidentemente ci hanno riflettuto e hanno avuto il “coraggio” e l’apertura mentale per cambiare idea, per rivedere le proprie posizioni (e per accettare di gestire anche questa piccola faccenda in più…)
Nella nostra scuola è bastato proprio poco, delle piccole caselline in uno scaffale all’interno della classe in cui ogni bimbo può riporre il proprio oggetto quando non gli serve più e riprenderlo tutte le volte che lo desidera. E’ questa la scuola che mi piace, una scuola che presta ascolto alle esigenze dei piccoli, che mostra attenzione verso i loro sentimenti, le loro paure e le maniere spontanee dei bimbi di risolvere certe situazioni critiche come il distacco dai genitori. E ho apprezzato che le maestre abbiano deciso di rendere partecipi i genitori del percorso che le ha portate a fare determinate scelte e a cambiare anche idea, se necessario, con estrema semplicità.
4 Comments
Purtroppo la scuola materna è percepita poi dai bambini come quel posto dove non si possono fare le cose. Non si può portare un proprio giochino, non si può correre, non si può parlare ad alta voce, non si può bere quando si ha sete, non si può fare la festa di Natale perchè i genitori litigano per i posti migliori, non si possono lavare i denti perchè non bastano le inservienti, ecc… Tutti questi divieti io li vedo invece come un modo per evitare impicci alle insegnanti. Chi si prende veramente a cuore la crescita di un bambino (e le insegnanti di scuola materna dovrebbero essere le prime!!) dovrebbe aver cura di capire i suoi bisogni e le sue richieste. Bravissime quindi le insegnanti della scuola descritta da Sara: finalmente qualcuno che ascolta, guarda, capisce e di conseguenza agisce!
[quote name=”Nonna Maria”]Purtroppo la scuola materna è percepita poi dai bambini come quel posto dove non si possono fare le cose. Non si può portare un proprio giochino, non si può correre, non si può parlare ad alta voce, non si può bere quando si ha sete, non si può fare la festa di Natale perchè i genitori litigano per i posti migliori, non si possono lavare i denti perchè non bastano le inservienti, ecc… Tutti questi divieti io li vedo invece come un modo per evitare impicci alle insegnanti. Chi si prende veramente a cuore la crescita di un bambino (e le insegnanti di scuola materna dovrebbero essere le prime!!) dovrebbe aver cura di capire i suoi bisogni e le sue richieste. Bravissime quindi le insegnanti della scuola descritta da Sara: finalmente qualcuno che ascolta, guarda, capisce e di conseguenza agisce![/quote]
Nonna Maria trovo inquietante questa cosa che lei scrive. I bambini non possono bere e lavarsi i denti?
:-O
Io temo già l’ingresso alla materna di mio figlio. Abituato a un nido famiglia, con insegnanti meravigliose, una ogni 5 bambini, sempre affettuose e premurose.
Anche lui può portare le sue cose all’asilo che poi spontaneamente lascia sullo scaffale delle cose comuni per riprenderle all’uscita. Se ha sete beve, se vuole correre, corre. Ma il problema logistico credo sia reale. Nella scuola dell’infanzia del mio paese c’è una maestra per 29 bambini. Come fa, umanamente, a seguirli? Le regole strette diventano una questione di sopravvivenza. Nuotare o affogare. Trovo intollerabile, piuttosto, che sia permesso (con tutti gli insegnanti precari e senza lavoro che ci sono) che non sia mantenuto un rapporto maestre/bambini più simile a quello del nido. Non dico una maestra ogni 5 ma almeno una ogni 10. Se no finisce che i nostri piccoli si sentano abbandonati. Specie quelli che il nido non l’hanno nemmeno fatto e si trovano direttamente dall’esperienza di stare in casa con mamma o nonna tutto il giorno, a quella di trovarsi in mezzo a 30 bambini senza le cure premurose di nessuno.
[quote name=”Francyacrobata”]:-O
Io temo già l’ingresso alla materna di mio figlio. Abituato a un nido famiglia, con insegnanti meravigliose, una ogni 5 [/quote]
Volevo dire micronido. Non nido famiglia, che è una cosa diversa
Intendiamoci, non è che non possono bere però non sempre possono bere quando vogliono loro! E non si lavano i denti perchè all’asilo mancano inservienti e quindi non ci sarebbe abbastanza assistenza. Ovvio poi che i bambini non impazziscono per lavarsi i denti e quindi …. addio buone abitudini.