Qualche giorno fa ho letto su questo sito una bella testimonianza di una mamma africana e ve ne voglio parlare. Claire, una giovane neo-mamma africana che vive da anni in Inghilterra, racconta la sua esperienza nei primi 6 mesi di vita della sua bambina (fatta nascere in Africa) alla riscoperta della saggezza dell’intuito.
Dicono che i bambini africani piangono meno dei bambini europei ma la bambina di Claire – nonostante fosse nata in Kenya e avesse una mamma africana – piangeva abbastanza spesso.
E qui entra in scena la nonna (saggia come tutte le nonne … ma credo che quelle africane lo siano in modo particolare) che le dice semplicemente dalle il tuo seno”.
Non c’è da porsi nessuna domanda sui motivi del pianto della bambina (una volta accertato che è pulita e asciutta), secondo la saggezza popolare basta darle il seno per mangiare, per bere o semplicemente per succhiare, trovare conforto, “sentire” la mamma.

Ecco perchè i bambini africani piangono poco, perchè sono sempre attaccati alle loro mamme. Sono addirittura “indossati” dalle mamme con la fascia, vanno dove vanno loro, sono con loro quando lavorano, quando camminano, quando riposano, sempre …  e quando ne sentono la necessità si attaccano al seno.
In Europa, o per lo meno in Italia, è naturale che i bambini piangano, addirittura si sente dire “lascialo piangere, gli si allargano i polmoni!!!” Se non vuole dormire, lascialo piangere, prima o poi si stanca e si addormenta!
In Africa, secondo quanto afferma Claire, è esattamente il contrario: i bambini non piangono e se lo fanno è segnale che qualcosa non va e quindi è necessario agire per eliminare la causa.
“Dalle il tuo seno” è la risposta della nonna. Certo, controlliamo che non sia bagnato, che non debba fare il ruttino, constateremo che il più delle volte il bambino vuole solo stare al seno per sentirsi confortato.
E i vizi, direte voi?
Claire capì che non si trattava di vizi ma di simbiosi tra madre e figlio fatta per soddisfare i bisogni. Un’idea che cozzava terribilmente con quanto aveva letto sui libri, sostituita dall’accoglienza senza condizionamenti di ciò che realmente succede alla nascita di un bambino.
Ma la domanda è: sarebbe possibile in Italia un simile comportamento? Come possiamo coniugare la necessità di lavorare fuori casa per la maggior parte delle mamme con la dedizione totale al bambino almeno nel suo primo anno di vita?

 

E poi, le mamme europee sono disposte a mettere a disposizione del loro bambino ogni loro singolo minuto?
Una delle frasi della nonna riportate da Claire recita: “fai dell’allattamento la tua priorità (in particolare durante gli scatti di crescita) e prendi da quelli intorno a te tutto l’aiuto che puoi. E ricorda: c’è ben poco che non possa attendere. E quando il tuo bambino sarà pronto per il cibo, te lo dirà lui, te lo dirà il suo corpo.”
E per concludere la nonna di Claire fu chiarissima: non leggere troppi libri, leggi il tuo bambino e diventa tu stessa l’esperta dei bisogni di tuo figlio.

P.S. Potrete trovare la testimonianza scritta da Claire sul sito inglese InCultureParent

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2 Comments

  1. lauracrobata

    secondo me lo sarebbero…se potessero…

  2. latatina

    ho vissuto in Africa 2 anni. So come accudiscono i figli là. Da nooi non è umanamente possibile.
    1. Le donne non lavorano
    2. I figli di 2 anni sono in giro per le strade. NOi invece li accudiamo.
    3. Le donne nel post partum non si occupano di altro se non del figlio. Non cucinano, non lavano, non fanno la spesa nulla di nulla. Ci pensano le sorelle e le nonne a tutto!
    4. Si tengono i bambini attaccati anche perchè molte di loro hanno poco latte dovuto alla malnutrizione. Se a questi bimbi nn hanno da dare da mangiare per forza devono consolarli con qualcosa.
    Sono 2 mondi totalmente diversi, non paragonabili.
    Se è per questo quando muore il 1° figlio, la madre non può piangerlo. Noi lo faremmo mai? No, quindi non vedo perchè ripetere così spesso di coopiare la saggezza delle donne africane!
    E’ una cultura diversa, punto.