Non se ne parla mai abbastanza, l’argomento per molti è ancora tabù. Il solo pensiero che il proprio bimbo possa subire delle molestie ci spaventa così tanto che lo allontaniamo immediatamente perchè inconcepibile. Eppure questo “male” esiste e noi dobbiamo parlarne e soprattutto parlarne ai nostri figli. Gli abusi sessuali sono tra le esperienze più dolorose e traumatiche per la psiche e, soprattutto se subiti da bambini, lasciano segni che restano per tutta la vita. I “danni” peggiori derivano da esperienze di abuso non riconosciute, continuate, taciute e non adeguatamente affrontate terapeuticamente. Queste violenze nella stragrande maggioranza dei casi avvengono in ambito familiare e non vengono denunciate. Molti pedofili sono stati bambini abusati a loro volta.
Per provare a proteggere i nostri bambini qualcosa si può fare e qui di seguito, sinteticamente, vi elenchiamo alcuni semplici ma importanti consigli della nostra psicologa Irene Koulouris:
– stare sempre attenti a tutti i segnali di malessere, cambiamento e disagio che possono manifestare i nostri figli;
– avere fiducia nelle loro comunicazioni (spesso purtroppo i genitori si rifiutano, più o meno inconsciamente, di credere che uno loro parente o il prete o altre persone vicine alla famiglia possano essere degli abusanti, negano quindi i fatti raccontati dai figli con esiti tremendi);
– costruire con loro un rapporto in cui si sentano liberi di raccontarci cosa accade loro e cosa provano in un clima affettivo positivo e senza temere reazioni negative del genitore;
– cercare di “educarli” all’uso di Internet, a dare confidenza agli sconosciuti, alla sessualità e ad avere rispetto del proprio corpo.
Riteniamo importante inoltre segnalarvi alcuni utili spunti e strumenti che possono aiutarvi nell’affrontare con i vostri bambini questo delicato argomento:
– La regola del “Quinonsitocca“, un libro illustrato per bambini per insegnare loro dove non bisogna essere “toccati”, un importante strumento di prevenzione che rientra nella campagna Uno su cinque del Consiglio d’Europa. La Regola del Quinonsitocca è una guida semplice che aiuta i genitori a spiegare ai bambini dove non devono lasciarsi toccare, come reagire e dove cercare aiuto.
Che cosa è la Regola del Quinonsitocca? È semplice: un bambino non deve lasciarsi toccare le parti del corpo che sono generalmente coperte dalla biancheria intima. E non deve toccare gli altri in quelle parti. La Regola aiuta inoltre a spiegare al bambino che il suo corpo gli appartiene, che ci sono segreti buoni e segreti cattivi e modi di toccare buoni e modi di toccare cattivi.
– Questo sono io, un libro – gioco che nasce da un progetto di prevenzione ed educazione nelle scuole, frutto della collaborazione fra CAF Onlus di Milano e la casa editrice Carthusia, sui temi dell’identità, dell’autostima, dell’affettività e dell’ascolto per aiutare piccoli e grandi ad affrontare insieme l’avventura del crescere. Lo scopo di questo “progetto” e di questa pubblicazione è scoprireinsieme ai più piccoli, attraverso la narrazione e il gioco, l’approccio giusto per affrontare e gestire tutte quelle situazioni di prepotenza o difficoltà in cui la loro identità, la loro integrità, i loro spazi e ciò che appartiene a loro di diritto è messo a rischio.
– IAD Bambini Ancora ONLUS è un’associazione che da 12 anni è impegnata nella lotta contro la pedofilia e gli abusi sui minori. Presso il suo centro di primo ascolto per la tutela dell’infazia e dell’adolescenza, con i suoi volontari e i suoi tecnici (psicologi, psicoterapeuti, medici legali e insegnanti), accoglie, accompagna, aiuta le persone e le famiglie che si ritrovano ad affrontare un problema o un sospetto di abuso o di pedofilia.
Da sempre è impegnata nella prevenzione, nella sensibilizzazione e nell’informazione nelle scuole e in tutti i luoghi dove sono presenti educatori e minori.
Come cominciare a parlare con i bambini di queste tematiche importanti ed urgenti? Con le otto regole d’oro, per esempio:
1) Quando esco di casa dico sempre ai miei genitori con chi esco e dove vado.
2) Io non parlo con gli estranei e non mi lascerò mai convincere ad andare da qualunque parte con qualcuno che i miei genitori non conoscono o che mi dicano di conoscerli.
3) Io dirò sempre NO a qualsiasi persona, anche se adulta, che proverà a toccarmi in un modo che non mi piace.
4) Se qualcuno prova a toccarmi o a portarmi via, io scapperò molto velocemente. Griderò “Questo non è il mio babbo” o “Questa non è la mia mamma” e “Aiutatemi”.
5) Io racconterò ai genitori se qualcuno prova o ha provato a toccarmi in un modo che non mi piace.
6) Io non devo avere segreti davanti a loro; io parlerò con loro delle cose o delle persone che mi fanno paura.
7) I miei genitori mi vogliono bene. Mi ascolteranno, mi crederanno e mi aiuteranno se ho dei problemi.
8) Se qualcuno prova a toccarmi, a farmi paura o a minacciarmi, le mie regole sono: Dire NO! Scappare! Raccontarlo a qualcuno!
– una puntata speciale della Melevisione da guardare insieme ai nostri figli Il segreto di Fata Lina
Ho nascosto quella cosa in fondo a me perché se non la vedo lei non c’è.
Non ne parlo per non essere più triste perché se non la dico non esiste.
Ma laggiù in fondo a me nel buoi denso anche se non la vedo io ci penso e lei beve quel
buio come inchiostro e cresce sempre più, diventa un mostro. Ma io so cosa ai mostri fa
paura: il sole che taglia in due la notte scura. Apro la mia finestra a questo sole ed apro la
mia bocca alle parole.
Ne parlo con la mamma, con l’amico…tu mi spaventi Mostro ed io… ti dico! E tu ti scogli in
un po’ di porcheria. Mi dai un ultimo morso e fuggi via. Mi rimane una bella cicatrice dove
è scritto “Mostro morde, uomo dice!”
Ecco la filastrocca dei segreti pesanti che Milo racconta alla sua amica Fata Lina. E queste le sue preziose raccomandazioni.
” Spieghiamo ai bambini cosa sono le attenzioni sbagliate…Quella grande mano che Fata Lina ha disegnato sopra al suo ritratto era una mano che non avrebbe mai voluto sentire addosso…mentre la paura e la vergogna le toglievano qualsiasi parola dalla bocca…per fortuna Fata Lina è riuscita a scappare in tempo ma il disgusto è stato enorme e tanta la paura.
Queste cose lasciano un brutto segno nella memoria però io voglio che tu sappia una cosa “dentro di noi c’è un armadio dove si devono conservare anche questi brutti ricordi perché non si ripetano più, perché si possano aprire le ante e guardarli perché raccontarli alle persone che ci vogliono bene significa togliere ai quelle brutte esperienza il potere della paura. “
Mamme e papà, non è mai troppo presto per iniziare ad affrontare con i nostri figli il tema delle molestie. Parlatene anche con maestre e insegnanti per capire se e in che modo gli educatori affrontano con loro questi argomenti.
Noi continueremo a parlarne anche qui su mammeacrobate con futuri articoli e approfondimenti. Se avete dubbi o domande postateli qui tra i commenti, chiederemo agli esperti di aiutarci a rispondervi.
4 Comments
Il discorso “qui non si tocca” può valere anche nel caso siano i bambini che si toccano fra di loro o in questi casi l’approccio deve essere diverso? Parlo di bambini di 3/4 anni e del vecchissimo gioco del dottore.
Noi ci siamo di recente trovati di fronte alla questione “gioco del dottore”. Ovviamente credo che gli ambiti siano molto diversi anche se a mio parere già in questo contesto il fatto di sottolineare ai bambini che ci siano delle zone del corpo “private” è giusto. Starà poi a loro decidere chi possa o meno arrivare a queste zone private e quando questo sia un gioco condiviso o una violazione della propria intimità!
una domanda: a che età si può iniziare ad educare i bambini in questo senso? cioè qual’è l’età in cui questi insegnamenti possono iniziare ad essere compresi?
Innanzitutto mi scuso moltissimo con tutte per il ritardo con cui rispondo.
Difficile dire con precisione quando iniziare ad educare al pudore e al rispetto delle proprie zone intime e come comportarsi rispetto al gioco del dottore… Il confine è delicato ed è importante lasciare i giusti spazi di esplorazione e sana scoperta sessuale.
In linea di massima direi che l’educazione al rispetto dell’intimità può iniziare molto presto, da quando si dice al bambino di non girare nudo quando ci sono ospiti o di masturbarsi (non in questi termini chiaramente) quando è solo e non in pubblico a quando si iniziano a chiudere le porte quando si va in bagno…
Finchè il piccolo è sempre in ambienti “protetti” meglio non insistere troppo, correndo il rischio di mettere tabù e proibizioni dannose, oltre che paure eccessive verso il mondo che ci circonda
Il gioco del dottore fa parte di un sano processo esplorativo di conoscenza del corpo ed è importante che non venga condannato.
La comunicazione, il modo in cui le cose vengono dette e trasmesse, riveste una grande importanza.
Così come per la “prevenzione” degli abusi tutti i punti indicati nell’articolo sono importanti