Una tappa molto importante dello sviluppo dei bambini è il momento in cui saranno in grado di bere da soli. Può sembrare un traguardo semplice da raggiungere, anche se in un gesto come quello di portare il bicchiere alla bocca, c’è un mondo di piccole sfide da affrontare per i più piccoli . Ma andiamo per gradi. Abbiamo raccolto molte informazioni utili durante un incontro con alcuni esperti dell’Osservatorio Chicco in occasione del lancio della nuova linea di Tazze Evolutive Chicco. Vediamo assieme cosa ci hanno spiegato su questo importante momento di crescita dei bambini.

I primi sei mesi: la suzione

Durante l’allattamento, naturale o artificiale, il riflesso istintivo del bambino, presente già nella pancia della mamma, è quello della suzione. Per succhiare il latte dal seno della mamma la bocca del bambino rimane ben aperta, con il labbro inferiore girato in fuori: la pressione esercitata dalla lingua verso il palato determina il trasferimento del latte in bocca che, quando giunge nella parte posteriore della bocca,  attiva la deglutizione. Tutti questi passaggi avvengono in modo del tutto spontaneo seguendo un istinto naturale.

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Dai sei mesi in poi: la deglutizione

Intorno ai 6/9 mesi si verificano diverse modifiche sia anatomiche, come la discesa della laringe e la comparsa dei primi denti, che neurologiche collegate ai movimenti di testa, mandibola, labbra e lingua. E’ in questo periodo che il bambino comincia a passare dalla suzione alla capacità di bere e deglutire dei liquidi come di masticare e deglutire dei cibi via via più consistenti. Ma, a differenza della suzione che era istintiva, questo passaggio è più meccanico e richiede diverse fasi.

I giusti movimenti per bere dal bicchiere

Per imparare a bere dal bicchiere il bambino deve acquisire nuovi movimenti, tra questi:

  • il labbro inferiore deve sollevarsi e spostarsi verso l’esterno, appoggiandosi sulla tazza o sul bicchiere;
  • la lingua deve rimanere nella bocca e non fuoriuscire come per la suzione;
  • il liquido deve arrivare in bocca per poi essere deglutito.

Vedete bene che si tratta di passaggi complessi ma quando il bambino li avrà compiuti avrà conquistato un altro piccolo grande traguardo verso l’autonomia.

Quando un bambino impara a bere da solo?

Come per quasi tutte le tappe dello sviluppo del bambino non c’è una regola precisa. Normalmente l’indipendenza nel bere avviene attorno ai 2 anni, ma alcuni piccoli sono in grado di bere da soli già qualche mese prima e non c’è affatto da preoccuparsi se allo scadere dei 24 mesi sono ancora un pochino goffi. Il problema principale, una volta che il bambino è in grado di coordinare al meglio mano e occhio, è dosare il liquido. Iniziate con poca acqua e gradualmente vostro figlio si renderà conto di come gestirsi al meglio.

Il bicchiere giusto

Non possiamo pretendere che dal biberon o dal seno in un attimo i nostri bambini siano capaci di bere: dobbiamo fornire loro gli strumenti necessari per un’indipendenza graduale. Per questo Chicco ha studiato una linea di Tazze Evolutive: pensate proprio per evolvere gradualmente, adattandosi di volta in volta alle esigenze di crescita e sviluppo di ogni bambino fino alla completa autonomia nel bere. Un alleato importante per i bambini quanto per i genitori. Questo perché tutte le componenti di queste tazze sono intercambiabili tra loro: per darci la possibilità di “creare” la tazza ideale per i nostri bambini, in base alle loro esigenze.

Ma quali sono le caratteristiche fondamentali di queste tazze? Ecco i più importanti:

  1. Beccucci e bordi che variano in  consistenza e spessore per abituare gradualmente il bambino alla nuova posizione che le labbra devono assumere.
  2. Forma, peso e materiali diversi per adattarsi progressivamente alle capacità motorie del bambino in ogni fase di sviluppo e manici tutti removibili.
  3. Valvola anti-goccia brevettata che può essere rimossa in qualsiasi momento.

Ma quale scegliere? Quando? Qui dobbiamo affidarci al nostro istinto, nessuno meglio di un genitore capisce l’esigenza del proprio bambino: osserviamolo e aiutiamolo nei primi approcci. E soprattutto non preoccupiamoci se non riesce subito o se ha ancora delle difficoltà dopo i due anni: ricordiamoci che ogni bambino è una storia a sé, ognuno ha il suo percorso, il nostro ruolo è quello di accompagnarlo, piano piano, verso l’autonomia!

 

Articolo sponsorizzato e in collaborazione con Osservatorio Chicco

Author

Innamorata della vita, dei viaggi, della buona cucina. Smanettona, amo i social e la condivisione, più offline che online: le lunghe tavolate, le domeniche in famiglia, la risate esagerate. Freelance per vocazione, lavoro sul web dal 2009, nel 2013 divento co-founder di PaperProject.it. Nel 2016 realizzo il mio più grande sogno: diventare la mamma di Giacomo.

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