Vi ricordate quanto era bello, quando eravamo piccoli, invitare i compagni a casa dopo scuola? Diciamo che la felicità non era proprio dovuta ai compiti, ma sorvoliamo. Dettagli.

I tempi sono diversi, ma certe cose non cambiano, come questo desiderio che accomuna ancora tanti bambini.

Lo so cosa state pensando. Che proprio non vedete l’ora di riempirvi la casa di un’orda di piccoli barbari confusionari, dopo una giornata di impegni.

Cercate di vedere il lato positivo della cosa, perché di buoni motivi per farlo, ce n’è più di uno…

7 buoni motivi per invitare i compagni a casa per i compiti

1. Perché così non vi stressano con i soliti “Mi aiuti?”. Ovviamente scherzo, se un bambino chiede un supporto, sta esprimendo un bisogno da accogliere. Ricordiamo però che non dobbiamo sostituirci a loro dando soluzioni, ma piuttosto aiutarli con il ragionamento. Un fondo di verità però, c’è. Se ci sono i  compagni, state sicuri che non vi cercheranno. Anzi, vi intimeranno di stare alla larga e la cameretta diventerà off limits!

2. Per condividere un pezzettino del loro mondo al di fuori della scuola. La nostra casa racconta qualcosa di noi, di chi siamo. E la cameretta è il luogo d’eccellenza per esprimere l’identità, cosa gli piace. Una porta aperta per farci conoscere meglio dagli amici. Solo a quelli che vogliono però!

3. Per approfondire l’amicizia. Può capitare che i bambini più introversi, all’interno della dimensione classe, facciano più fatica, perché “intimiditi” dal contesto. Invitare un gruppo più ristretto a casa, può aiutare a svelare lati di sé che si ha maggiori difficoltà a esprimere quando si è in tanti. Un ambiente più ristretto in cui si è a proprio agio rassicura e può servire a lasciarsi andare.

4. Per rendere i compiti più coinvolgenti. Spesso, infatti, i bambini li considerano noiosi e, farli in compagnia, può aiutare a guardarli attraverso un altro punto di vista, rendendoli meno pesanti, tra una risata e un’altra.

5. Per “sfruttare” le capacità di ognuno. Il gruppo è un’importante risorsa per l’apprendimento. Un argomento non è molto chiaro? Magari il compagno l’ha capito meglio e può spiegarlo usando un linguaggio comune, di più facile comprensione,  a misura di bambino. Ognuno, con le proprie competenze e abilità, può sostenere l’altro, dando un valore aggiunto a ciò che si sta studiando.

6. Per conoscere e sperimentare metodi diversi di studiare. Ognuno ha un proprio modo di imparare e il confronto è utile per capire che a volte, quello utilizzato, non è sempre quello più adatto a noi, che ci sono anche altre tecniche.

7. Perché quando si è finito, si può giocare e divertirsi tutti insieme… e questo è il momento più bello!

Che ne dite? Vi ho convinto?  😉

photo credit: Unsplash – Annie Spratt

Author

Acrobata per vocazione, una laurea in Lingue e Comunicazione, da oltre 10 anni mi divido tra le mie due grandi passioni: educazione e comunicazione, convinta che le due cose insieme possano fare la differenza. Da sempre in prima linea accanto ai bambini, agli adolescenti, alle mamme e ai papà, a scuola e in famiglia, ho lavorato e lavoro per diverse realtà del terzo settore occupandomi di diritti dei minori, cittadinanza attiva, intercultura, disabilità e fragilità sociale con l’obiettivo di contribuire a diffondere una cultura dell’infanzia e dell’adolescenza. Il mio sogno? Mettere al servizio dei genitori le mie competenze e professionalità, per supportarli nel loro ruolo educativo.