“Che dite, vogliamo provare qui?” chiedo alla family.
È da una mezzora che giriamo alla ricerca di un posto dove mangiare e finalmente abbiamo incrociato un ristorante.
“Come vuoi” mi dice Lei.
Ma me lo dice con la voce della bambina dell’Esorcista, per cui intuisco che forse è il caso di entrare.
Tiro fuori lo smartphone, avvio Tripadvisor e digito il nome del ristorante, così, giusto per vedere qualche commento, ma non c’è molto segnale.
“Vabbè, entriamo!” decido risoluto dopo che, con la coda dell’occhio, vedo che Lei comincia a ruotare la testa di 360° e a incitare i bambini in Sanscrito e parlando al contrario.
Mi avvio all’interno del locale. Sembra carino, l’arredamento è un po’ vintage. Nel frattempo è tornato il segnale e sullo schermo del cellulare, sotto al logo di Tripadvisor, compare la scritta “Scappate! È una trappola!”.
Spaventato, alzo lo sguardo dal cellulare, ma vedo già il cameriere venire verso di me. Alto, distinto, rigido. Per darvi una immagine riconoscibile, verrà rappresentato come Mr Smith, il cattivo di Matrix.
“Buonasera, avete prenotato?”.
“A dire il vero no”.
Il ristorante è completamente vuoto
“Mi faccia vedere se c’è posto” e apre un Volume in pelle umana con su scritto “Prenotazioni”, ma anche “Necronomicon”.
Intanto, con un brivido lungo la schiena, faccio caso che il locale non è vintage: è Luigi XVI. E Mr. Smith è vestito Pignatelli. Nella mia tasca assisto al miracolo della liquefazione della carta di credito.
Mr. Smith continua intanto la consultazione del Testo Occulto che emana una singolare luminosità sulfurea.
“Quanti siete?”.
“4”.
“Mi faccia vedere”.
Faccio caso che, quando ha visto i bambini, un’ombra di disapprovazione gli ha attraversato la faccia. Un misto tra un “Aiutiamoli a casa loro” e “Non sono io misantropo, sono loro che sono bambini”.
La Top 5 di quelli non visti di buon occhio quando entrano al ristorante
5. Venditore di Rose a 1 euro
4. Tavolata di adolescenti che festeggiano fine dell’anno scolastico
3. Joe Bastianich
2. Una coppia di maiali
1. Famiglia con bambini
Smith mi fa un cenno. “Le mostro il tavolo”
In un secondo è già in fuga. Non ho capito se mi deve far vedere il tavolo o se mira alla Maglia Rosa.
Lo tallono. Destra. Sinistra. Di nuovo destra. Scale. Gincana tra 2 tavoli. Ponte tibetano. Guado nel torrente. Liana. Canneto. Io ho il cuore in gola e sono in un bagno di sudore, quando lui, di scatto, si gira e, imperturbabile, mi dice: “Eccolo qua! Può andar bene?”.
AH AH AH povero stolto! Sono quasi commosso dalle sue parole e dall’ingenuità che pervade il suo animo. Tutta quest’esperienza sul groppone e chiede a me se il tavolo va bene? Com’è naif!
Gli faccio cenno di guardare dietro, dove intanto c’è Lei che, con una bussola e un sestante, sta calcolando la posizione migliore per il tavolo, attraverso una perfetta triangolazione tra finestra, condizionatore e bagno, misura il tasso di umidità col suo igrometro portatile, e calcola l’indice di rifrazione della luce proveniente dall’esterno.
Dopodiché, con la solennità di una vestale vicino al Fuoco Sacro, indicando il tavolo prescelto, dice “Questo è l’Eletto”.
Ok, sediamoci. “Sediamoci” vuol dire avviare l’Assemblea Generale in cui io e il Segretario dell’ONU, al mio fianco, dobbiamo mediare sulle tre richieste provenienti dalle ambasciate di:
- Belva Jr, che vuole stare vicino alla madre e al fratello, senza stare a capotavola, ad un tavolo quadrato.
- Lei, che vuole il posto con vista sala, in modo da identificare eventuali situazioni di pericolo che possano richiedere una rapida evacuazione.
- Belva Sr, che richiedere l’annessione dell’Alsazia e della Lorena
Superato questo piccolo ostacolo, cominciamo la perquisizione delle Belve, che, di solito, appena si siedono a tavola, fanno sparire tutte le posate disposte davanti a loro.
Sul tavolo l’apparecchiata potrebbe mettere in difficoltà anche Barney, il Direttore dell’albergo di Pretty Woman. E subito comincia il fuoco incrociato
“Papàaaa, cos’è questo coltello senza dentini?”.
“Il coltello del pesce”.
“E quel bicchiere lungo?”.
“Il bicchiere del pesce”.
Per fortuna mi salva in corner Mr. Smith, con il suo arrivo.
“Le posso chiedere subito un’acqua liscia e una frizzante?” chiedo, visto che siamo tutti un po’ assetati.
Mi risponde con distacco “Le porto la carta delle acque”.
Quando me la porge, accavallo le gambe, mi sistemo il monocolo e l’orologio da taschino e, espirando una boccata di fumo dalla pipa, con molta eleganza gli dico: “Per noi, dell’acqua COLLE BBBOLLE”
Lui è inorridito da cotanta ignoranza, ma, pensando che a fine pasto pagherò, si domina e mi dice: “Signore, ma quale grado di effervescenza gradisce? L’effervescenza la vuole naturale o con aggiunta di anidride carbonica?”
“Faccia lei” gli faccio simulando anche un po’ di tedio per le banali vicende umane e, elegantemente completo l’ordine dicendo “Invece, per i bambini, gradiremmo un’acqua SENZABBBOLLE”.
Lui si trattiene per non fare un segno della Croce.
Ci porta l’acqua e il menù. Verso da bere alle Belve e vorrei tanto dire “Bevetepianochel’acquaègelataevifamaleallostomaco” ma al “Bev” si sono già scolati il bicchiere come un chupito.
Apro il menù.
Al ristorante con i bambini: l’ordinazione
“Apperò” Le dico notando subito il fitto testo scritto nella prima pagina “Hai visto? C’è un estratto di Guerra e Pace”.
“Non è Guerra e Pace. Quelli sono i primi”.
Seconda Legge dell’Economia di Engel:
“La lunghezza della descrizione del piatto è direttamente proporzionale al costo che si andrà a pagare e inversamente proporzionale al quantitativo di cibo nel piatto.”
L’unica descrizione con meno di 50 parole è “coperto”.
Sono molto preoccupato.
PREMESSO CHE:
Un qualunque piatto, con più di due ingredienti, ordinato per i bambini, richiederà per me lo stesso lavoro di una appendicectomia laparoscopica, volto alla rimozione dal piatto di:
- prezzemolo
- ingredienti di colore diverso dal colore base del piatto
- prezzemolo
- ingredienti di consistenza diversa da quella base del piatto
- prezzemolo
- ingredienti di odore diverso da quello base del piatto
- prezzemolo (la cui presenza totalitaria a questo punto mi convalida le peggiori teorie complottistiche)
VISTO CHE
Ogni piatto riportato sul menù riporta almeno tre righe di descrizione.
DOMANDA: Come faremo ad ordinare un semplice piatto di gnocchi al pomodoro?
“Avete deciso?” chiede intanto, implacabile, Mr. Smith.
Comincia a sudarmi la fronte. Guardo gli altri, ma tengono tutti lo sguardo basso. Oddioddioddio.
“Chi vuol venire?” fa Mr. Smith “C’è qualche volontario?”.
Questo sicuro chiama me. Ma perché non ho studiato? Tutte quelle parole, dovevo portarmi il Bignami. Forse se alzo bene la carta, non mi vede.
“Il signore cosa prende?”
Dannazione. Non lo so, non lo so. Ieri è morto il cane. La gatta ha partorito. S’è seccato il pino. La siccità. Le micropolveri. Le targhe alterne. Lo scioglimento dei ghiacciai. MORIREMO TUTTI!!!
Per prendere tempo, chiedo informazioni sul significato del “condimento Dello Chef”, ma, mentre lui parla, non lo ascolto minimamente e continuo a leggere come un forsennato. Ci sono milioni di parole e non riesco a fissarne nessuna a mente. All’improvviso l’illuminazione.
“Potrei avere una bistecca di vitello?”.
Mi guarda come se fossi un marziano.
Con la PAZIENZADIDDIO mi risponde: “Certo signore. Ma di che provenienza? Argentina, Irlanda, Toscana?” . E io: “Con la Carta d’identità valida per l’espatrio che mi esce? Faccia lei”
Lui segna con sufficienza.
Quando già credevo di essermela scampata, mi formula la fatidica domanda:
“Cottura?” chiede Mr. Smith.
“Ben cot”.ORREUR!!!
“Ehm Cottura med”. VOLGARITE’!!!
“Senta, la mucca me la porti viva. Poi faccio io”.
“Bene. Per gli altri?”.
Mi giro verso di Lei. La guardo negli occhi. Come ordinerà gli gnocchi?
Mi sembra sicura di sé. Lei non ordina degli gnocchi, ma:
“Un piatto di bocconcini impastati con farina e patate lessate e schiacciate, con un preparato proveniente dalla polpa di pomodoro miscelato a olio espressamente EVO e altri elementi atti ad insaporirlo.”
Evvai! Andata! E poi parte la Vendetta:
“Il primo me lo divide per due e lo moltiplica per tre. Il Secondo lo fa raggio per raggio per 3,14. Per il bambino grande una pizza margherita, ma mi deve togliere la mozzarella durante la cottura, e ce la rimette alla fine. Al contorno di patatine fritte, il sale ce lo porta a parte. Grazie”.
La palla la passa a lui. È distrutto. Dopo questo cappottone, gli sto facendo gesti osceni da curva sud, quando mi chiede:
“Con quale vino volete accompagnare il pasto?”.
Mi giro e vedo un tomo di 4000 pagine, con sopra scritto “Carta dei vini”.
“A dire il vero, vorrei una birra”.
“Le porto subito la carta delle birre” fa Mr. Smith.
Al ristorante con i bambini: l’attesa
Bene, l’ordine è stato fatto. Sono passati 46 secondo da quando Mr. Smith se n’è andato, quando la Belva Sr dice:
“Mi annoio” .
“Anch’io” fa la Belva Jr “Posso usare il cellulare?”.
Ora potrei dargli il cellulare… e per la prossima ora avrei la certezza di Silenzio&Quiete.
Ma da un lato mi appare Obi Wan Kenobi che mi dice “Luke, non cedere al Lato Oscuro della Forza!”. Dall’altro lato mi appare Tata Lucia, che mi dice “Sei una merda”.
“No, figliolo. Ma non vi siete portati qualche gioco? A casa vi avevamo detto di scegliere qualcosa da portarvi al ristorante. Tu che hai portato?”.
“Il Subbuteo”.
“Il Subbuteo. Ho capito. Facciamo un gioco!” .
Lei sbianca in volto e perde improvvisamente l’uso delle facoltà motorie.
Mi chiedo perché, ma lo scoprirò presto.
E infatti, dopo 49 minuti di Attinenze, Nomi/Cose/Città/Spacciatori/Marche di ascensore/Bastimenti carichi di allucinazioni, il Quesito della Susi, La ruota della fortuna, Reazione a Catena, La Vergine di Norimberga, mentre lei sta dando craniate contro lo stipite della porta, io bracco Mr. Smith e, disperato, chiedo:
“Scusi, ma manca ancora molto? Sa, i bambini hanno fame”.
Si mangia (forse)!
Lui mi fa notare che un tempo di attesa ridotto sarebbe stato volgare, ma che, comunque, stanno arrivando le pietanze.
Finalmente mi posano davanti la mia bistecca.
Sto portando il boccone alla bocca, il profumo mi riempie le narici, i succhi gastrici esplodono in un tripudio di attesa pari solo alla Vigilia di Natale, quando…
“Papà, devo fare pipì”.
NUUUUUUUUUUUUUUUUUU
“Andiamo”.
Prendo per mano la Belva Jr e chiedo a Mr. Smith:
“Scusi, il bagno?”.
“Le porto subito la carta dei bagni”.
Siamo arrivati al dessert. Mr. Smith è pronto al nostro tavolo.
“Bimbi, ordiniamo il dolce?”.
“Yeeeeee”.
Mr. Smith esordisce:
“Vi propongo il nostro soufflé al Whisky doppio malto, la nostra Crema di Alcool etilico o il nostro Pancake al Rhum e Genziana”.
“Scusi, ma qualcosa che non ci faccia portare via i bambini dai servizi sociali?”.
“Ci sarebbe il nostro tortino al cioccolato.”.
“Oh, bene…”.
“al 90% di cacao extra-amaro”.
“Mh. E il restante 10% cos’è?”.
“Cicoria”.
“Perfetto. Ai bambini piacerà tantissimo” .
Mi giro verso di Lei “Che dici, gliene prendiamo uno in due?”.
“Noooo, io lo voglio intero!!” dice uno.
“Anch’io lo voglio intero!!!” dice l’altro.
Sono commosso. Da quando sono nati, è la prima volta che vanno d’accordo, per cui, per celebrare il momento, decido di assecondarli.
I dolci arrivano con i soliti 20 minuti chic.
Dopo il primo assaggio, le labbra si ritirano e i bambini invecchiano di 4.000 anni in un colpo solo.
“Non mi piace!” dicono entrambi in coro.
Mr. Smith guarda verso il nostro tavolo come a dire “C’è qualche problema?”.
“Tutto buonissimo” faccio io.
E come si trova nella Genesi, tramandata da generazione in generazione, di maschio in maschio, assurgo ad una delle primarie funzioni del Pater Familias: la CLOACA MASSIMA.
E quindi, con lo spirito che contraddistinse Leonida nel sommo sacrificio delle Termopili, dopo aver finito il mio dolce, mi scofano pure i due dolci dei bimbi. La percentuale di acqua presente nel mio corpo si riduce del 40%.
La vendetta di PapAcrobata!
Ma ce l’abbiamo fatta. Sono madido di sudore, con un blocco intestinale, la faccia come una prugna, ma ce l’abbiamo fatta. Mr. Smith non ti puoi lamentare.
Ma verrà un giorno in cui sarai punito, caro Mr. Smith.
E, forse, quel giorno è appena arrivato.
“Caro, credo che il nostro tavolo sia questo…” sento dire ad una signora appena entrata all’uomo al suo fianco. Insieme a loro, due bambini, una femminuccia e un maschietto.
“Alga! Lichene! Cominciate a sedervi” .
Mr. Smith si appresta a distribuire i menù, ma Ella li scansa con disdegno.
“Siamo Vegani” fa lei.
AHAHAHAHHAHAHAHAH!!!! CHAMPIGGNONNE!!! BECCATE QUESTA!!!! AHAHAHAHHAH!
Ma lui non fa una piega e risponde:
“Vi porto il Menù Vegano, allora”.
“Sì, ma noi siamo Vegani Leibniziani. Non mangiamo nulla che contenga la “O” perché sembra una lettera un po’ fuori forma”.
photo credit: Unsplash – pixabay & Nile – pixabay & tookapic – pixabay
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