Prendo spunto da una trasmissione che ho seguito su Radio3 domenica alle ore 11 nella quale si parlava di MITEZZA. Un sentimento così poco qualificante nella società in cui viviamo, un sentimento addirittura considerato “povero” addirittura “banale” e invece così “ricco”. In due parole la mitezza consiste nell’aiutare l’altro ad essere quello che è.
Pensate che grandezza di sentimenti c’è in queste poche parole.
E questo vale per l’educazione che siamo chiamati a dare ai nostri figli ma anche e soprattutto nei rapporti con gli adulti che ci circondano, in primo luogo con i nostri partner.
Quando ci siamo sposati (davanti a Dio e/o davanti agli uomini) abbiamo preso un impegno solenne: amare e avere stima di quella persona e non di una persona ipotetica che esisteva nella nostra mente.
Il mio vecchio papà al matrimonio di sua nipote rivolse loro una preghiera: d’ora in avanti non parlate più di IO ma di NOI.
Ecco la mitezza – ma potremmo dire l’AMORE – consiste proprio in questo: accettare che i nostri figli, i nostri mariti, le nostre compagne, i nostri amici sono quello che sono e proprio per questo noi li amiamo.
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