Un famoso mommy blog recita così: ero una brava mamma, prima di avere figli.
C’è stato un periodo, in effetti, in cui ero una mamma brava ed era proprio quando non avevo ancora figli.

Alla nascita del primogenito ho subito capito che non avrei potuto farcela a mantenere quello standard, quello che mi ero immaginata, e mi sono arresa al fatto di essere una mamma inevitabilmente imperfetta, non sempre brava, a volte un vero disastro.

Dubbi, ansia, insicurezza, senso di inadeguatezza, impressione di non farcela, di essere imbranata, impacciata, di non capire il mio bambino. Tutto questo mi ha dato una sola incrollabile certezza: quella di far parte della schiera delle mamme assolutamente normali.

Dopo un primo periodo in cui letteralmente arrancavo per star dietro alle esigenze di mio figlio, che occupavano in pratica tutta la mia giornata e quasi tutti i miei pensieri, ho capito che in tutta quella confusione si nascondeva un grande vantaggio: la possibilità di migliorare.

Essere impacciate o imperfette, e rendersene conto, ti dà la consapevolezza che da lì si può partire per migliorare. Come mamma, arrivare a fare e a pensare a tutto in modo impeccabile è un’utopia. Il multitasking per me è un mito, nel senso che ne sento molto parlare, ma non credo mi appartenga. Più che multitasking io mi sento incasinata: se ho molte cose insieme da fare, a qualcuna rinuncio, o non la faccio bene come dovrei.

Questo dato di fatto, però, questa certezza di non essere assolutamente perfetta, non credo possa essere una scusa per rinunciare in partenza.

Una priorità al giorno!

Penso che ogni giorno ci si possa scegliere almeno una priorità a cui dedicarsi nel migliore dei modi:

  • non urlare;
  • cucinare un pasto sano e buono;
  • rendere speciale il momento della lettura della buonanotte;
  • non perdere la pazienza;
  • giocare con i bambini seguendo le loro regole o qualsiasi altro aspetto dell’essere mamma che per noi è importante.

Questo non significa non sbagliare, ma cercare di fare del nostro meglio, imparando dagli errori.

Il punto di partenza…

Alle mamme perfette, comunque, non ci credo. Credo che la perfezione che lasciano trasparire sia solo una facciata, molto ben costruita, ma puramente esteriore. Le mamme perfette sono semplicemente quelle che si credono e che vogliono apparire tali, trascinandosi dietro una zavorra di antipatia ad ogni passo.

Vuoi mettere la simpatia delle mamme imperfette (e molto acrobate aggiungerei), che raccontano le loro avventure tragicomiche con la prole? Unica avvertenza: non passare da mamma imperfetta a mamma catastrofica e, soprattutto, lamentosa, che sbandiera la propria imperfezione come una condanna all’inettitudine e presagio del “capitano tutte a me!”.

L’imperfezione di una mamma è il punto di partenza per migliorare di continuo. Se invece la consideriamo l’inevitabile approdo del nostro essere genitori, ci soffocherà!

Che ne pensate?

Adele Borroni – www.mammeimperfette.com

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photo credit: pixabay

Author

Insegnante, autrice e blogger fondatrice di mammeimperfette.com, mamma entusiasta, e a tratti ancora incredula, di Fabio e Marco. Appassionata e avida studiosa di autostima per bambini, ne scrivo spesso sul mio blog e ho raccolto i consigli pratici più efficaci per svilupparla nell'ebook “Mamma, io valgo!” e nei video del Percorso Aiedi. “Aiedi” è l'approccio che seguo per accompagnare i miei figli nella crescita, in cui autostima, intelligenza emotiva e autodisciplina sono le tre risorse indispensabili da favorire nei bambini per aiutarli a crescere sicuri di sé, autonomi e capaci di essere felici. Due maternità nel giro di 18 mesi mi hanno cambiato la vita, in meglio, e mi hanno portato a riflettere su chi volevo davvero diventare “da grande”. Decisamente imperfetta e con tanta voglia di migliorare, sono convinta che se vuoi che le cose cambino, tu devi cambiare.

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