“Siamo quello che mangiamo”.

Quante volte ci è capitato di sentire questa frase? Una frase che non potrebbe essere più vera, poiché nutrirsi è un’azione che va al di là del semplice gesto del mangiare, la risposta a bisogni complessi, influenzata da diversi fattori che creano in ognuno di noi preferenze alimentari, voglie e rifiuti fin dalla nascita.

I primi 1000 giorni di ogni essere umano – dal concepimento al secondo anno di età – sono particolarmente importanti in questo senso, poiché il cibo gioca un ruolo fondamentale per la salute di mamma e bambino, con effeti anche sul patrimonio genetico.

Il DNA, infatti, non è un destino già scritto, poiché anche il cibo può influenzarlo attraverso le nostre abitudini e comportamenti alimentari, senza cambiarne il codice, ma migliorandone l’espressione.

Alcuni studi hanno addirittura dimostrato che i bambini, già alla fine del terzo trimestre di gestazione, riescono ad assaggiare il liquido amniotico e assaporare così i cibi consumati dalla mamma e persino le nostre impronte digitali dipendono dalle “onde” del liquido amniotico che ci nutre. Anche per questo nutrirsi bene è il primo gesto di cura verso noi stessi e chi amiamo.

I primi 1000 giorni del bambino: sapevate che…

il latte materno contiene carboidrati, proteine, grassi, vitamine e minerali, ossia tutti i nutrienti necessari per la crescita. La sua composizione però, può essere influenzata dagli alimenti scelti dalla mamma. Ecco perché è importante che abbia un’alimentazione equilibrata, beva più acqua e abbia uno stile di vita sano anche dopo la nascita del bambino;

gli alimenti che i bambini provano nei primi 4-6 mesi di vita – fase in cui imparano a riconoscere il cibo alla vista, a muovere i cibi solidi all’interno della bocca e a deglutire correttamente – possono determinare le preferenze di gusto che avranno in seguito. Per questo proporre cibi di diverso sapore e consistenza sin da quando sono molto piccoli, è un modo per renderli più aperti a provare nuovi alimenti. Saranno così in grado di apprezzare il cibo nella sua varietà, anche da grandi;

– dopo i 6 mesi, il mutare dei fabbisogni del bambino richiede l’introduzione di un’adeguata alimentazione integrativa. Quando il latte materno, da solo, non basta più a soddisfare le sue necessità nutrizionali, gli altri alimenti che vengono gradualmente inseriti, lo aiutano a rendere più completa la sua dieta. Ad esempio, è molto importante introdurre alimenti che apportino ferro, per ridurre il rischio di sviluppare carenze nutrizionali;

– l’uso del cucchiaino stimola lo sviluppo concettuale e la consapevolezza sensoriale. Imparare a usare il cucchiaino richiede tempo e pazienza, ma è il modo migliore per aiutare il bambino ad acquisire movimenti più precisi e aumentare la sua sicurezza;

molti bambini sono timorosi nei confronti di alimenti nuovi e preferiscono mangiare quello che già conoscono. In questi casi è meglio non insistere troppo, senza però scoraggiarsi. Il bambino ha bisogno di provare un alimento ripetutamente prima che gli piaccia. Inoltre, nella fase in cui cominciano a mangiare a tavola, la loro alimentazione inizia a rispecchiare quella dei fratelli maggiori e degli adulti, per questo è importante dare il buon esempio.

Buone abitudini che, se acquisite sin da piccolissimi, influenzeranno positivamente la crescita dei nostri figli.

FEED your MIND!: una mostra alla scoperta del cibo

Per approfondire un tema così importante come l’alimentazione e immergersi nei perché del cibo sottolineando il suo profondo legame con la mente e le emozioni, Nestlé ha pensato FEED your MIND!, un percorso espositivo allestito nel Padiglione svizzero di Expo 2015 che abbiamo visitato negli scorsi giorni.

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La mostra, che prende avvio proprio dai primi 1000 giorni di vita del bambino per ribadire l’importanza di questa fase, si articola in 4 aree tematiche dedicate ad argomenti chiave della nutrizione:

  • crescita e sviluppo nei primi 1000 giorni di vita – vengono svelate tutte le tappe che portano allo sviluppo dei nostri sensi e del nostro cervello dal concepimento sino ai primi due anni di età. Inoltre, viene proposta una novità scientifica sino ad oggi poco discussa tra il grande pubblico: l’epigenetica, la scienza che studia l’influenza dei comportamenti alimentari e di altri fattori ambientali sui geni, la salute degli individui e quella delle generazioni future;
  • fame e sazietà – alla scoperta dei complessi meccanismi che sono alla base della percezione di fame e sazietà. La fame e la sazietà attivano, infatti, specifiche aree cerebrali (ipotalamo) con mediatori ad hoc che innescano una serie di meccanismi sensoriali legati alla necessità di cercare e ingerire cibo;
  • il ruolo dei sensi e delle emozioni nella nutrizione – i sensi giocano un ruolo molto forte nel guidare le nostre scelte alimentari, influenzando in alcuni casi perfino la percezione del gusto. Il visitatore, attraverso semplici giochi, potrà ad esempio, solo con la vista, valutare il contenuto in sale o zucchero di alimenti che almeno una volta nella vita tutti noi abbiamo assaggiato;
  • salute e cibo: il futuro – sapere come nutrirsi correttamente è importante per assecondare il passare del tempo mantenendo sempre alta la qualità della vita. L’ultima sezione della exhibit vuole ricordare al visitatore, attraverso il gioco e l’interazione, quali sono i fattori necessari per invecchiare in salute. Costruendo il proprio profilo sulla base delle abitudini personali – dieta, attività fisica, età, consumo di acqua, frutta e verdura – l’installazione offre consigli “su misura” per affrontare il trascorrere degli anni con uno stile di vita sano e attivo.

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Un’interessante occasione da non perdere per saperne di più sul cibo e sull’affascinante combinazione fra sensi, mente e corpo.

Avete già avuto modo di visitarla? Un appuntamento assolutamente da segnare in agenda!

Cover photo credit: Selma via photopin (license)

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