Torniamo con un nuovo appuntamento del nostro percorso sull’educazione di genere. Dopo aver parlato delle varie fasi del periodo della prima infanzia e del nido, nella quarta tappa ci concentriamo sul mondo dei giocattoli, sull’effetto di alcuni stereotipi sulla personalità dei bambini, insieme a Maria Vittoria Colucci, counsellor e consulente organizzativa di Matrioskagroup.
Maschio o femmina? La domanda è di rito quando entriamo in un negozio di giocattoli e chiediamo un articolo per un – generico – bambino. Il commesso o la commessa ci indirizzeranno, se la risposta è maschio, verso automobili, trenini, supereroi, costruzioni, spade, scudi, dinosauri e mostri vari, viceversa, all’interno di mondi fatati, principesse, trucchi, bambole e piccoli elettrodomestici per i lavori di casa, se è femmina.
Qual è il problema?
Già, qual è il problema se mia figlia ama il glitter e mio figlio le spade? Sono solo giocattoli, è vero; sappiamo però, che attraverso il gioco i bambini sperimentano comportamenti e ruoli differenti, immaginano nuovi mondi possibili, applicano metodi e risolvono problemi, misurano le loro abilità fisiche. E se nel mondo dei supereroi saranno valorizzate qualità come il coraggio, la forza e la determinazione, in quello delle principesse invece la grazia, la bellezza, l’armonia?
E noi genitori? Non siamo certo neutrali di fronte all’offerta dell’industria che, già dalla scuola d’infanzia, vuole i bambini rosa e azzurri. Noi inviamo, spesso inconsapevolmente, dei messaggi ben precisi per indirizzare comportamenti, attitudini, attività dei nostri figli.
Si tratta dei permessi, che sono degli inviti, incoraggiamenti, approvazioni verso la libera espressione del bambino e dei divieti, che sono, al contrario, delle proibizioni, dei “comandi” a non essere o non fare una determinata cosa.
Anche se ci sembra che i nostri figli facciano tutto il contrario di quello che gli diciamo e che siano talvolta indifferenti alle nostre esortazioni, dobbiamo essere consapevoli che per loro è fondamentale essere apprezzati da noi genitori; per vivere hanno bisogno del nostro amore e del nostro supporto e sono attentissimi dunque a comprendere quello che ci fa piacere ed a rispondere alle nostre aspettative.
Quali sono i permessi solitamente accordati ai maschi?
Esprimere aggressività, forza, energia fisica, autonomia, razionalità, avventura – Puoi giocare alla lotta, ai pirati, a progettare e costruire, con mostri e dinosauri; i messaggi divieto, di solito, riguardano l’espressione di paura e tristezza, cura di sé, debolezza, accudimento – Non è bene che ti interessi troppo a bambole, trucchi e aspirapolveri o che leggi storie tristi e romantiche.
Alle femmine è invece permessa l’espressione della bellezza, paura e fragilità, calma e quiete, attenzione e cura verso gli altri, dipendenza, emotività – Puoi ascoltare storie di fate e belle principesse, giocare con cucine, bambole e passeggini; vengono invece censurate le espressioni di rabbia, aggressività, forza fisica, determinazione – Meglio non fare il maschiaccio con giochi troppo attivi e fisici, macchinine e alieni.
Qual è l’effetto di questi messaggi?
Le parti che vengono censurate verranno, pian piano, messe da parte e non più utilizzate; andranno così a costituire l’ombra nella personalità dei nostri figli. L’ombra è l’insieme di tutte quelle caratteristiche giudicate negativamente dai genitori e che, per questo motivo, sono state inibite attraverso dei divieti.
Sono spesso, quando diventiamo adulti, comportamenti ed atteggiamenti che ci infastidiscono perché sono l’espressione di ciò che non ci è stato permesso e verso il quale dunque riproponiamo il divieto dei nostro genitori, unito alla rabbia di non aver potuto liberamente esprimerci in quella sfera.
Ad esempio, una bambina cui è stato ripetuto con frequenza, “smettila di saltare ed agitarti come un maschio!”, crescendo potrà ritenere che, come donna, ci si aspetti da lei un atteggiamento composto ed una limitata espressione corporea e probabilmente non vedrà di buon occhio donne che, al contrario, esprimono esuberanza fisica. Riuscirà questa giovane donna, se avrà una figlia, a tollerare che la sua bambina salti e si agiti quando gioca con le amiche?
Maggiori dunque saranno i permessi che riusciremo a dare ai nostri figli, maggiori saranno le loro parti in luce, quelle che riusciranno, da adulti, ad esprimere liberamente.
La buona notizia è che non basta dire una volta o due “che fai con quel passeggino, sembri una femminuccia” oppure “vuoi spiderman?! Ma è da maschio!” per censurare o incoraggiare aspetti della personalità dei nostri figli: l’impatto dei messaggi genitoriali dipende:
- dal modo in cui sono inviati: scherzoso, serio, arrabbiato
- dalla fonte da cui proviene: i genitori, nonni, altri adulti di riferimento
- dall’età dei bambini: più sono piccoli più il messaggio è potente
- dalla frequenza con cui si ripetono
Ogni genitore, famiglia, cultura ha le sue peculiari parti messe in ombra. Per alcuni una bambina attenta al suo aspetto fisico è vanitosa e civetta; per altri invece ha cura di sé; allo stesso modo bambini molto “fisici” in alcuni casi vengono definiti dinamici, in altri agitati. E’ chiaro quindi che in base a come giudicheremo alcuni comportamenti che daremo i nostri permessi o divieti anche in relazione al genere.
Da cosa possiamo partire allora per provare a mettere in luce una parte considerevole di caratteristiche per i nostri bambini?
Dobbiamo partire da noi e provare innanzitutto a riconoscere quali sono le cose che non ci sono state concesse, capire come le giudichiamo e ridefinirle in positivo, se ci riusciamo.
Non è facile, ne siamo consapevoli!
Ecco, di seguito, qualche esercizio per iniziare a “scovare” la vostra ombra.
IN PRATICA
Tuo figlio o figlia ti ha già comunicato cosa vuole fare da grande?
E’ un mestiere reale o è connesso al suo mondo dei giochi?
E’ considerato maschile o femminile?
C’è qualcosa della sua scelta immaginata che ti ha dato fastidio?
Pensate ora ai vostri figli, bambini e bambine, ad alcune caratteristiche tipiche dell’essere maschi e femmine:
- scrivi su un foglio 5 caratteristiche maschili/femminili dei tuoi bambini
- cosa ti piace e cosa non ti piace di quello che hai scritto?
- su quali aspetti esprimi un giudizio negativo?
- come giudicano questi aspetti i tuoi genitori?
Riconoscere la nostra Ombra è il primo passo per provare ad integrare nella nostra personalità aspetti, comportamenti, modalità che ci erano stati vietati da bambini, per esprimere un nuovo giudizio, forse non più negativo, su di essi e per concedere ai nostri figli il permesso di portarli alla luce per essere più liberi ed autentici.
di Maria Vittoria Colucci
www.matrioskagroup.it
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