Per alcuni non sarà una novità, diciamo che qualche dubbio ci era già venuto, ma pare proprio che stare sui social network dopo cena e fino a notte tarda rovini drasticamente il sonno, in particolar modo in bambini e adolescenti.
Chi ha figli adolescenti o preadolescenti attivi sui social e in rete sarà interessato a saperne di più circa i risultati della ricerca ricerca presentata alla ‘British Psychological Society Conference’ di Manchester e condotta su 467 teenager che sollevano una forte preoccupazione: connettersi ai social network la sera aumenta il rischio di insonnia nei ragazzi e potrebbe condurre addirittura a patologie più gravi, come depressione e ansia.

“Una cattiva qualità del sonno – afferma Heather Cleland Woods, dell’università di Glasgow – può contribuire agli attacchi di depressione e ansia, disturbi cui possiamo essere particolarmente vulnerabili durante l’adolescenza”.

Pare infatti che rimanere a lungo davanti allo schermo possa provocare disturbi emozionali tra gli adolescenti e persino in età adulta.  Il calo medio della qualità del sonno tra i teenagers che hanno preso parte allo studio è stato del 13,5%, con un aumento importante tra chi usava i social la sera e questo dato non può non far riflettere.

Abbiamo chiesto un parere a Nora Massoli, psicologa e psicoterapeuta nonché mamma acrobata, che partendo dai risultati dai dati di questa ricerca ci fornisce qualche informazione in più e sopratutto alcuni utili consigli per noi genitori.

Perché stare connessi in rete la sera può provare ansia o insonnia?

Emerge da sempre più ricerche che utilizzare smartphone, pc o tablet nelle ore notturne avrebbe una serie di ricadute negative sul sonno. Oltre a costituire una fonte di stimolazioni continue difficilmente compatibili con la necessità del cervello di “spegnersi” per poter dormire, sembra che la luce artificiale emanata da tablet, smartphone e pc interferisca con la produzione di melatonina. Al cervello giunge l’errata informazione che sia ancora giorno perciò non si innescano quei processi biologici e chimici che portano a “disconnettersi” con l’ambiente circostante, spegnere i centri dell’attenzione e di allarme e rilassare il corpo e la mente in vista dell’arrivo del sonno.

Inoltre, tenere questi dispositivi tecnologici accesi durante la notte fa sì che, all’arrivo di una notifica sonora (sms, mail o altro), il cervello (che magari stava andando verso lo stato di sonno) riattivi i sistemi di allarme e di attenzione, riportando la persona allo stato di veglia, alterando così tutti i cicli del sonno.

È facile intuire come questi comportamenti, se costanti ogni notte, possano diventare un serio ostacolo al sonno e quindi alla fondamentale necessità dell’organismo di ricaricarsi, con conseguenze sulle capacità attentive, di concentrazione, di apprendimento, ma anche sul sistema immunitario e su molte altre funzioni biologiche.

La carenza di sonno ha ricadute sull’umore

La carenza di sonno ha ricadute anche sul tono dell’umore, come molte ricerche dimostrano. Ad esempio, due ricercatori della Binghamton University di New York, Jacob Nota e Meredith Coles, hanno pubblicato uno studio sulla rivista scientifica Cognitive Therapy and Research che dimostra che chi soffre di insonnia e di sonno disturbato presenta una maggiore quantità di pensieri negativi che, proprio a causa dell’affaticamento del cervello per carenza di riposo, possono diventare veri e propri pensieri negativi ripetitivi. La conseguenza di rimuginare su pensieri negativi porta spesso all’ansia, nelle sue varie forme.

Questo a livello biologico, ma c’è da aggiungere che se un adolescente passa svariate ore su internet, giorno e notte, mosso dall’impellenza di essere sempre connesso, ovvero di non doversi sentire solo con se stesso, né doversi soffermare a “sentire” cosa prova e come sta davvero, magari andando nel panico se la connessione salta per qualche minuto o qualche amico non risponde subito al suo messaggio, lo stato di ansia aveva probabilmente già motivo di esserci. Gli strumenti tecnologici hanno in questo caso la funzione di amplificarla ai massimi livelli.

Cosa possiamo fare noi genitori?

  • Sicuramente questi strumenti non vanno lasciati in mano ai bambini senza alcun controllo. Perciò no alla possibilità di connettersi con gli amichetti fintanto che non siano maggiormente capaci di prevedere il peso delle loro parole sugli altri.
  • Può essere utile far loro imparare a usare un pc, come scrivere sui programmi di videoscrittura, impostare la stampa di una pagina, fare ricerche su internet su argomenti di interesse (scuola, sport), con l’aiuto e la supervisione di un adulto.
  • Sicuramente va limitato l’utlilizzo di pc, smartphone e tablet da dopo cena in avanti, proprio perché interferiscono con i meccanismi biologici del sonno, e questa precauzione andrebbe presa a qualsiasi età.
  • Con gli adolescenti, spiegato il fenomeno dell’interferenza con il sonno, è sano porre la regola che ci si deve disconnettere entro una certa ora stabilita, in modo che anche gli amici sappiano che possono contattare nostro/a figlio/a solo entro un certo orario, per evitare che quest’ultimo cada in preda alla “sindrome da disconnessione” (“oddio, ma come faccio ora? Tizio penserà che sono un cafone se mi contatta e vede che non gli rispondo”).

 

 

Diritto d’autore : Eugene Sergeev

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