Ocse: forte disparità con gli uomini
Nel giorno della festa delle donne l’Ocse tira le somme e mette in evidenza le enormi differenze che ancora ci sono tra il sesso debole e quello forte. Innanzi tutto, spiega l’organizzazione parigina, c’è un forte gap nel mondo del lavoro. Le donne hanno più difficoltà nel trovare un impiego, nel mantenerlo dopo la maternità e un trattamento retributivo, a parità di mansioni, inferiore. E i gap che si manifesta anche a casa, con gli uomini che si ritagliano ampi spazi per loro e quindi molto tempo libero in più.
Stipendi: le donne guadagnano il 20% in meno
“Le donne guadagnano circa un quinto in meno degli uomini”. Rivela l’Ocse che mette in risalto anche la differenza nel ricorso al part-time: l’orario ridotto è scelto da una su quattro donne che lavorano mentre tra gli uomini è diffuso solo per il 6%. Sono infatti le donne – rileva l’organizzazione di Parigi – ad occuparsi maggiormente della cura dei figli e degli anziani. Tornando alle differenze salariali, si va dal 30% di gap tra uomini e donne in Giappone e Corea, ad un livello inferiore al 10% in Belgio e Nuova Zelanda.
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1 Comment
Finiamola con queste ricerche fatte a metà! Il minor tasso di occupazione femminile è dato dal fatto che le donne non aprono partite iva. Gli uomini hanno un maggior tasso di occupazione perché sono molto spesso artigiani, piccoli imprenditori, liberi professionisti, commercianti etc., mentre le donne sono per 80% lavoratrici dipendenti. Quindi o si da loro lavoro o se ne stanno a casa beate. Ma se non sono sicuri sul tasso di disoccupazione reale, come fanno ad affermare queste cose con certezza che sono ben più difficili da verificare?
Per ogni lavoratore bisognerebbe e per ogni tipologia di lavoro bisognerebbe mettere a confronto, ammettendo che ci si riesca: curriculum, anni di esperienza per quella mansione, disponibilità di orario, disponibilità a trasferte, lingue conosciute, livello delle lingue straniere conosciute, skills in generale, resa sul posto di lavoro, velocità, competenze acquisite, numero di anni trascorsi nella stessa azienda etc.
E poi, ammesso che ci si riesca, bisogna livellare comunque tutti? La competitività? Una azienda non è più liberà di pagare uno stipendio più alto a chi vale di più o a chi si adopera di più? Bisogna guardare il sesso? Non ho parole