È primavera. Basta passare a cavallo dell’ora di pranzo accanto al giardino di una scuola per rendersene conto.  Ma oltre alla ricreazione all’aperto, c’è anche un altro chiaro segnale del suo arrivo…Quale?

La gita! Uno dei momenti dell’anno scolastico più atteso dai bambini, un po’ meno dalle mamme.

Sì, perché per quanto ripetano a gran voce “Che bello, chissà come si divertiranno!”  in realtà la prima cosa che le mamme pensano, appresa la notizia è “TiPregoFaCheNonSuccedaNulla”, ripetuto a mo’ di mantra ogni sera prima di andare a letto.

Le gite, infatti, sanno scatenare le ansie più diverse, alcune assolutamente comprensibili, altre su cui è meglio glissare elegantemente.

Avete presente quelle mattine all’alba, con branchi di esserini sovraeccitati accompagnati da stoiche maestre che, consce di quello che le aspetterà, già tremano, dissimulando però il terrore con sorrisi rassicuranti? Rivolti a chi? Ai nugoli di mamme che cercheranno  – chi più chi meno –  di trattenere le lacrime, sventolando i fazzoletti verso i loro pargoli, troppo impegnati nella lotta per raggiungere i posti in fondo al pullman per accorgersene.

C’è però anche da dire che l’ansia-da-gita generalmente  è inversamente proporzionale all’esposizione delle mamme: più alto sarà il numero di gite all’attivo, più basso sarà il livello di ansia percepita.

Non è sempre così, penserete voi e avete ragione. Come sempre ci sono le eccezioni.

Ma volete un metodo per capire se si tratta di una mamma alle prime armi e non di una già pluridecorata in gitalogia? Quale?

L’esplorazione dello zainetto del gitante junior. Infallibile!

Cosa c’è dentro? Allora, nell’ordine…

1. Il pranzo al sacco

Peccato che la mamma in questione abbia preso l’espressione alla lettera e abbia preparato una quantità di cibo tale da riempire un sacco, ma di patate…per intenderci sulle dimensioni. Peso totale, bevande incluse: 5 kg . “Non si sa mai, magari gli viene fame”. O magari,invece, può decidere di sfamare tutta la 1^C, al completo. E forse avanza pure qualcosa per la cena.

2. I numeri di emergenza

Alla mamma del bambino alla prima gita, non bastava aver dotato il pargolo di apposito ciondolo su cui sono incisi i numeri di mamma e papà. NO. Non si è persa l’occasione di redigere un’apposita lista fronte retro di 3 pagine, con TUTTI – e dico tutti – i numeri da contattare in caso di emergenza  in ordine di priorità, dalla nonna paterna, alla Signora Giovanna del II piano, corredati da relative deleghe per il “ritiro” del piccolo – in precisissimo ordine alfabetico. Che non si sa mai.

3. Il cambio

Oltre a cappellino antisole, sciarpina antivento e stivali antipioggia (per le mamme tutto ciò che è anti-qualcosa, va bene), un k-way, una maglietta a maniche corte, una a maniche lunghe e canottiera di ricambio.

 “Non vorrei mai che ti bagni e poi ti prendi il raffreddore”
“Ma mamma andiamo al museo egizio”
“Eh appunto, sai come sudi. E poi c’è l’escursione termica”

Peccato che il museo sia a Torino, non a Il Cairo.

4. Il kit del pronto soccorso

Non immaginatevi un semplice cerotto per eventuali sbucciature. E dimenticate il fatto che gli insegnanti, normalmente hanno con sé tutto quello che serve per soccorrere i bambini. Non importa. Il kit della mamma è più bello. Disinfettante, garze sterili, cotone, punti di sutura, bisturi e nella versione deluxe pure i raggi X. Così, giusto per andare sul sicuro.

5. Uno zainetto più piccolo sapientemente nascosto

Il pargolo ha già capito tutto e sa di non potersi trascinare dietro tutto quel popo di roba senza stramazzare al suolo già al secondo gradino del pullman. Nello zaino segreto travaserà lo stretto necessario, abbandonando il resto della zavorra sul sedile, dopo aver fatto giurare col sangue compagni e maestre affinché mantengano il segreto con la mamma…che poi sennò chi la sente.

Mentre leggete state sorridendo e annuendo? Le cose sono 2: o appartenete alla categoria “mamme alla prima gita” e vi riconoscete o state ridendo di come eravate.

Lo zaino dei vostri figli sarà diventato più leggero.  Sull’ansia, invece, ci state ancora lavorando e forse, per quando partirà per il viaggio di nozze, ve ne sarete liberate del tutto. O forse no.

Ma poco importa, perché mie care mamme, alle prime gite o veterane, siete fantastiche così!

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Author

Acrobata per vocazione, una laurea in Lingue e Comunicazione, da oltre 10 anni mi divido tra le mie due grandi passioni: educazione e comunicazione, convinta che le due cose insieme possano fare la differenza. Da sempre in prima linea accanto ai bambini, agli adolescenti, alle mamme e ai papà, a scuola e in famiglia, ho lavorato e lavoro per diverse realtà del terzo settore occupandomi di diritti dei minori, cittadinanza attiva, intercultura, disabilità e fragilità sociale con l’obiettivo di contribuire a diffondere una cultura dell’infanzia e dell’adolescenza. Il mio sogno? Mettere al servizio dei genitori le mie competenze e professionalità, per supportarli nel loro ruolo educativo.

4 Comments

  1. E la mamma che si raccomanda alle maestre di far sedere il piccolo davanti, temendo che patisca il ppullman?

    • Elisa Capuano

      Ecco sì Gianna…giusta osservazione…e questo succede anche se il pargolo non ha MAI sofferto il pullman (ma non si sa mai 😉 )