Manca poco alle vacanze di Pasqua e mentre i bambini semplicemente sognano uova di cioccolata e sorprese, i genitori sono già alle prese con i mille incastri e le mille incombenze che ogni pausa scolastica comporta. Le aule, dalle materne alle superiori, saranno chiuse da giovedì 2 a martedì 7 aprile compreso. Sei giorni pieni in cui noi genitori facciamo i salti mortali per far star bene i nostri bambini, come capitava a noi da piccoli, anche se i tempi lavorativi molto spesso non lo consentono.

Nelle famiglie allargate, purtroppo, la questione si amplifica. La maggior parte degli accordi tra genitori separati e divorziati prevede che le vacanze principali, Pasqua e Natale, siano gestite a turni. Cominciando dall’anno zero, se la mamma ha i figli a Natale non li avrà a Pasqua. E viceversa il papà li avrà a Pasqua e non a Natale salvo poi invertire l’anno successivo.

Detto così sembra semplice: un anno a me, un anno a te. Nella pratica ci sono molte sfumature e moltissime variabili che possono creare impicci e incomprensioni, discussioni e litigi, angosce e frustrazioni.

Nella nostra famiglia, per esempio, finché la figlia di mio marito era piccola (per piccola io intendo fino alle medie) non abbiamo mai seguito una rigida alternanza tra Pasqua e Natale.

Poiché il Natale è una festa particolarmente speciale per i bambini, lo abbiamo sempre suddiviso in vigilia e giorno di Natale, in modo che si riuscisse ad aprire i pacchi assieme con entrambe le famiglie.

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Inoltre non sempre abbiamo rispettato i turni della Pasqua. Alle volte è stata con noi due Pasque di fila. A volte con la mamma. Solo da quando è più grande, diciamo negli ultimi tre quattro anni, abbiamo iniziato a suddividere in modo più esclusivo le varie occasioni. Carnevale, Pasqua, Halloween, Natale.

Scommetto che qualcuno non ha capito e si è perso! Non c’è da preoccuparsi. Anche io, i primi anni, facevo fatica a stare dietro a tutto questo. L’organizzazione di una famiglia allargata è molto “prepotente” e finisce per influenzare anche tutti i satelliti che gravitano attorno a quella famiglia (le famiglie d’origine, le amicizie). E non influenza solo l’organizzazione, ma anche l’umore.

Perché se gli ex coniugi hanno voglia di litigare non ci sarà verso di farli ragionare.

Premetto che dare consigli sulle vacanze nelle famiglie allargate è quasi più difficile che accompagnare un’amica a scegliere l’abito da sposa.

Se mi avete seguito fino a qui, però, direi che più che delle regole possiamo provare a fornire dei principi, delle linee guida.

3 consigli per gestire le vacanze nelle famiglie nelle famiglie allargate

1. Il primo principio, che mi pare anche una buona regola di vita: non cambiare le carte in tavola Se si riesce a instaurare un ritmo per cui Natale e Pasqua sono alternati, si potrà cambiare questo ritmo solo a condizione di avvertire molto prima. Per molto prima, io, intendo molti mesi, almeno sei.

2. Secondo principio: rispettare i patti. Se si è stabilito che l’anno 0 nostro figlio sarà con noi a Pasqua e per il giorno del compleanno, meglio dirlo subito in modo che anche il bambino, o ragazzo, abbia chiaro con chi sarà in quelle occasioni speciali. È giusto consentire ai bambini e ai ragazzi di genitori separati di avere le proprie fantasie e costruirsele senza il timore che i piani e i programmi vengano modificati da un momento all’altro. Anche i nuovi fratelli e le nuove sorelle, se ci sono, godranno di questa chiarezza, immaginando una vacanza o un compleanno diverso a seconda se ci saranno o no i fratelli che vedono occasionalmente perché non abitano con loro.

3.Terzo principio, il più difficile. Pensare sempre prima al benessere dei bambini. Se capitano delle occasioni imperdibili, viaggi, gite, feste insomma tutte quelle esperienze che arricchiscono un bambino, ma il caso vuole che siano organizzate nel week end o nella pausa vacanze che non è di pertinenza del genitore, sempre meglio chiudere un occhio e derogare.

Molti genitori non lo fanno, lo so. Leggo i forum e mi accorgo che la maggior parte delle discussioni tra ex coniugi nascono proprio in queste occasioni. Per esempio il giorno del compleanno cade nel weekend di papà, ma mamma non vuole rinunciare a fare gli auguri al figlio il giorno giusto. E allora inizia una discussione.

Nelle famiglie allargate più “rilassate” si può decidere di festeggiare tutti assieme, chiudendo un occhio per un giorno sulle antipatie ataviche. Io lo giudico molto positivamente, però bisogna aver raggiunto un livello di rapporti civili. Altrimenti si può pensare di andare a prendere il figlio qualche ora dopo, o riportarlo qualche ora prima, in modo da consentirgli di festeggiare con entrambi i genitori il giorno giusto.

Vorrei, però, sottolineare che “il giorno giusto” (soprattutto se parliamo di bambini in età prescolare) esiste solo nella mente dei grandi. A un bambino basta essere festeggiato, con amore, il giorno del compleanno o anche un altro. Sono molti i figli di separati che una volta adulti ricordano come il compleanno, per loro, fosse fantastico visto che ricevevano doppi regali, doppia torta, doppi auguri e magari doppia festa!

Per quanto riguarda i bambini dai 10 anni in avanti e gli adolescenti, secondo me, la flessibilità dovrebbe essere quasi totale. Da parte di entrambi gli ex coniugi. In questo caso è il genitore non affidatario che potrebbe protestare. Ovvero quasi sempre i papà. In Italia, nonostante ci sia una legge sull’affido condiviso, solo il 5% delle famiglie la applica nella pratica. In tutti gli altri casi il genitore affidatario è la madre.

“Già vedo i miei figli pochi giorni al mese – potrebbe pensare un padre – non posso sacrificare anche quei momenti perché ha la festa di un amico o la partita di pallavolo”.

Legittimo avere questi dubbi. Ma tutti gli adulti sanno che non è la quantità, bensì la qualità che conta. Più crescono, i ragazzi, e più hanno voglia di stare con gli amici. Non si può pretendere che continuino a stare in casa a guardare i cartoni animati e preparare biscotti. Se a Pasqua, per fare un esempio, possono andare con gli scout a un campo scuola, perché dire di no?

Come con tutti i figli, anche delle coppie non separate, ci vuole buon senso.

Per non perdere il filo con i propri figli basta dedicare loro ogni giorno cinque minuti al telefono. Oppure, sfruttare strumenti come Whatsapp, email e Facebook per essere presenti nella loro vita, senza essere invadenti.

Come prepararsi alla Pasqua?

Qualche consiglio, un po’ spiritoso, per non soccombere sotto i coniglietti di cioccolata ve lo possiamo dare.

1. se in famiglia ci sono bambini piccoli, che siano vostri o del vostro compagno, ricordatevi di comprare le uova di cioccolato. Quelle di marca, eh, non quelle di pasticceria o con il cioccolato equo solidale. Tanto l’unica cosa che importa è la sorpresa. Meglio se di Spiderman e di Hello Kitty. Non vi perdonerebbero mai di esservi dimenticati.

2. se il vostro compagno ha figli piccoli e voi state con lui da poco tempo, non avete figli in comune e la Pasqua l’avete archiviata tra i ricordi dell’infanzia, trovate una buona scusa (lavoro, impegni familiari) e mandate il papà in vacanza da solo coi figli. Quando tornerà saprete farvi perdonare.

3. siete sposate da 7 anni con un uomo che ha due figli, ormai adolescenti, e vostro marito è di turno per le vacanze di Pasqua? Restate in città, organizzate aperitivi fuori con le amiche ogni sera e mandate i figli al cinema col babbo tutti i pomeriggi. A Pasqua, una pizza fuori e la vacanza sarà volata.

4. avete i figli adolescenti di vostro marito per Pasqua in aggiunta ai vostri bambini in età nido-materna-elementari? Qui dipende molto da quanto adolescenti sono i vostri adolescenti. Se sono del tipo “in cambio di 10 euro faccio tutto quello che vuoi”, assoldateli come baby sitter e uscite tutte le sere. Se sono del tipo musone (“mi annoio, non so che fare”), riempite il frigorifero di birra, coca e hamburger e scappate coi bambini piccoli dai nonni, lasciando il marito in compagnia dei suoi ragazzi. “Non li vedi mai, è una buona occasione per recuperare un po’ il vostro rapporto”.

Infine…se i nonni sono partiti per le Canarie, i vostri figliastri sono inviperiti con voi perché vi vedono come la matrigna di Cenerentola e i vostri figli hanno la scarlattina, fingetevi morte e chiamate Tata Lucia!

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Author

Giornalista-blogger e mamma-matrigna. Questa sono io. Con il blog mammamatrigna cerco di raccontare gli scuotimenti e le difficoltà di questo doppio ruolo. Lo faccio perché fa bene a me e spero porti sollievo anche a chi mi legge. La famiglia allargata è complessa ma non impossibile. Ci vuole coraggio, amore e pazienza. E un pizzico di ironia. Un pizzico, eh!!

2 Comments

  1. NonnaMaria

    Mi piace un sacco il terzo principio e … il finale!! Grande! Buona Pasqua “allargata”

  2. Pingback: GENITORI A TARGHE ALTERNE | AVV. PIERGIORGIO RINALDI