Le vacanze ormai sono un ricordo, la scuola è ricominciata e le giornate si sono accorciate. Se fino a poco tempo fa si trascorrevano intere giornate all’aria aperta a giocare, ora sembra esserci la necessità – o meglio l’ansia! – di “riempire” i pomeriggi dei nostri figli.
Finiti i compiti, non ci piace vederli ciondolare per casa e vorremmo che le loro attività extrascolastiche contribuissero a tenerli allenati nel fisico e nella mente. Soprattutto noi mamme di figli unici, poi, ci sentiamo quasi in colpa se il nostro bambino si annoia, ma non sarebbe giusto anche insegnargli ad affrontare in modo positivo – e magari costruttivo – la noia e la solitudine?
Noi adulti ci affanniamo cercando di intrattenere e stimolare con mille attività i bambini fin dalla culla, ma, in realtà, per loro sarebbe molto più salutare iniziare a tollerare e gestire autonomamente un po’ di noia. I più piccolini, magari, davanti alla nostra indifferenza potrebbero protestare piangendo, i più grandicelli continuando a perseguitarci con la tanto odiosa frase “E ora che faccio?”, ma è importante che imparino ad organizzarsi da soli, trovando dentro di sé le risposte ai loro problemi. Ciò eviterà anche situazioni paradossali che ci capita troppo spesso di ascoltare al telegiornale e che hanno come protagonisti ragazzini che per “noia” commettono azioni pericolose per sé e per gli altri.
Aguzzare l’ingegno per inventarsi dal nulla qualcosa da fare è un’esperienza formativa, che stimola fantasia e creatività, insegna ad essere pazienti e permette anche di guardarsi dentro, scoprendo passioni o abilità nascoste. Anche se potrebbe farci comodo, cerchiamo anche di non proporre come passatempo tv o videogiochi.
Nella nostra società si va sempre di fretta e noi genitori spesso ci adeguiamo, cercando di far crescere presto i nostri bambini, magari bruciando anche qualche tappa. Come mi ha rattristato conoscere una bambina di otto anni che era orgogliosissima di conoscere già tre lingue straniere e frequentava anche un corso di pattinaggio, ma non aveva neanche una Barbie… Quante ore io e mia sorella abbiamo passato a giocarci! Se la scuola è inevitabile – come anche lo stress per compiti e interrogazioni – facciamo in modo che le attività extrascolastiche siano vissute con entusiasmo e gioia, ricordando sempre che i nostri bambini hanno diritto anche ad un po’ di tempo realmente libero da ogni impegno per rilassarsi, giocare e perché no, annoiarsi!
Come scegliere, allora, a quali corsi iscriverli?
Non imponiamo loro quelli che sarebbe piaciuto frequentare a noi alla loro età, non sovraccarichiamoli di ansie da prestazione e, mi raccomando, evitiamo di litigare con gli altri genitori per chi ha il figlio più bravo! Facciamo in modo che un’opportunità di svago e socializzazione diventi anche l’occasione per imparare quanto l’impegno sia più importante del risultato.
Rispettiamo la natura, gli interessi e le preferenze dei nostri figli, evitando di farli sentire a disagio. Senza mai imporre loro nulla, aiutiamoli a scegliere un’attività che permetta loro di esprimere la loro personalità. Per un bambino più aggressivo, per esempio, potrebbe essere adatto uno sport che lo aiuti a canalizzare quest’impulso, nel rispetto dell’altro e delle regole, per esempio le arti marziali. Per chi è più introverso, invece, potrebbe essere utile un corso di pittura, che lo aiuti a comunicare in modo alternativo alle parole, esprimendo le proprie emozioni, ma anche uno sport di squadra che lo incoraggi ad aprirsi di più e a fidarsi degli altri.
Quali sono i rischi per bambini troppo impegnati?
Ovviamente stanchezza; impossibilità di recuperare e staccare tra un’attività e l’altra; stress; insufficienza di tempo realmente libero da dedicare anche a chiacchierare in famiglia o con gli amici.
Spesso noi adulti, abituati a fare acrobazie tra mille impegni, pensiamo che anche i nostri figli debbano sempre essere impegnati a fare qualcosa, ma stiamo attenti a non attribuire ai più piccoli la nostra insoddisfazione e il nostro stress.
Per approfondire:
Sacchi Gaia, Bambini centrifugati. Quando le attività extrascolastiche sono troppe, Red Edizioni, 2009
photo credit: usaghumphreys via photopincc
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