Lavagne elettroniche, libri digitali, tablet per una scuola sempre più 2.0. Negli ultimi anni si fa un gran parlare della necessità di una scuola innovativa, tecnologica che sappia far fronte alle necessità formative dei nativi digitali e che educhi sin da piccoli a un uso consapevole dei nuovi media.
Un nuovo modo di guardare alla tecnologia nei progetti didattici, innovazioni che favoriscano quell’alfabetizzazione digitale auspicata anche dal Consiglio dei Ministri in un recente decreto legge e sostenuta da più parti attraverso numerose iniziative sia nel pubblico che nel privato.
Proprio ieri abbiamo partecipato all’inaugurazione della prima scuola in Italia entrata a far parte di Smart Future, un progetto di ricerca-azione promosso da Samsung per favorire lo sviluppo della digitalizzazione nelle scuole primarie e secondarie di primo grado.
Un progetto che prevede l’integrazione della tecnologia in ambito educativo in cui a farla da protagonisti sono i bambini di una classe terza della Scuola Primaria Enrico Toti di Milano, a ognuno dei quali, da ieri, Samsung ha messo a disposizione un tablet e una lavagna elettronica collegati tra loro, per favorire il coinvolgimento nelle attività svolte.
Nuovi strumenti per nuovi approcci didattici, in cui insegnanti e alunni saranno costantemente in rete in un’ottica di partecipazione attiva, ma anche di controllo. Attraverso questo sistema, infatti, gli insegnanti potranno caricare contenuti delle lezioni, materiali di recupero e approfondimento, avvisi e compiti e condividerli con i propri alunni, oltre che svolgere verifiche, esercitazioni e lavori di gruppo, monitorando costantemente quello che gli alunni stanno facendo.
L’obiettivo di Smart Future è sostenere lo sviluppo di competenze che favoriscano l’inserimento dei giovani italiani in un contesto lavorativo sempre più competitivo, avvicinandoli agli standard degli altri Paesi, ma anche quello di fornire strumenti compensativi agli alunni con bisogni educativi speciali, soprattutto nelle aree in cui ce n’è maggiormente bisogno, anche attraverso training specifici rivolti agli insegnanti e ai genitori.
Quella milanese è solo la prima di una serie di tappe che prevedono il coinvolgimento di altre 24 classi entro il 2013 e 300 nel 2014, le cui attività verranno monitorate da un Osservatorio incaricato di verificare l’impatto reale di questo progetto pilota sulla vita scolastica, al fine di avere un quadro da cui partire per valutarne l’efficacia.
I bambini e gli insegnanti sembravano davvero entusiasti di queste novità… presto ci faremo raccontare proprio da loro come si studia e si vive in una scuola 2.0
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