Con oggi si può dire che la scuola è davvero iniziata in tutta Italia. La campanella è finalmente suonata anche in Puglia, ultima regione in Italia a riprendere le attività didattiche.
Per il nostro paese questo è un anno scolastico che si apre con tante novità; è l’anno in cui trova piena applicazione la Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 relativa ai BES, i bisogni educativi speciali.

Questa direttiva mira alla realizzazione di una scuola dell’inclusione, partendo dal presupposto che le difficoltà scolastiche di un bambino, di un ragazzo non vanno ricondotte solo alla presenza di un deficit, ma che spesso la necessità di attenzioni speciali deriva anche altri fattori: svantaggio socio-economico e culturale, difficoltà linguistiche per gli alunni di origine straniera, disturbi dell’ apprendimento e disturbi evolutivi.

È l’insegnamento che deve essere incentrato sul bambino, sulle sue necessità e caratteristiche individuali, ognuno con le proprie storie e con le proprie risorse. Non è il bambino che deve adattarsi alla scuola, ma la scuola al bambino.
Una bella trasformazione, che ci spinge a immaginare un luogo in cui i bambini sono i reali protagonisti del processo di apprendimento.

Un importante progetto che  per essere realizzato, necessità di impegno e risorse, impegno e risorse che sembrano essere mobilitati dal decreto leggeL’Istruzione riparte approvato lo scorso 9 settembre dal Consiglio dei Ministri, che porta altre importante novità per il nostro sistema educativo.

Investire sul futuro della scuola italiana con interventi che puntano alla formazione dei docenti, al potenziamento e l‘innovazione dell’offerta formativa, ma soprattutto a combattere la dispersione scolastica, andando nella direzione  di una scuola sempre più  2.0, questi gli obiettivi.

Connettività wireless nelle scuole secondarie per accedere a materiali didattici e contenuti digitali in modo rapido e senza costi, 10 milioni di euro stanziati  per la formazione del personale scolastico e  in particolare per il rafforzamento delle competenze digitali degli insegnanti, fondi per l’acquisto da parte di scuole secondarie di libri di testo ed e-book per gli alunni in situazioni economiche disagiate.

Solo alcune delle innovazioni che sottolineano la necessità di una svolta verso un’alfabetizzazione digitale che coinvolga l’intero sistema, perché non basta introdurre ausili come LIM – lavagna interattiva multimediale-  e tablet se non si educa adulti e non al loro utilizzo e non cambia il modo di guardare alla tecnologia nei progetti didattici.

Per gli studenti sono poi introdotti più borse di studio e contributi che facciano del merito e non solo del reddito, la vera chiave d’accesso anche alle forme di istruzione più alte, con percorsi di orientamento che accompagnano i ragazzi nel percorso formativo,  senza dimenticare chi presenta maggiori difficoltà e ha bisogno di potenziare le  proprie competenze di base attraverso metodi didattici individuali.

A loro verranno dedicati programmi didattici integrativi, con il prolungamento dell’orario per i gruppi nelle realtà in cui è maggiormente presente il fenomeno dell’abbandono e dell’evasione dell’obbligo scolastico.

Lavorare sulla prevenzione piuttosto che sull’emergenza, più possibilità e più stimoli per una scuola che così come viene descritta sulla carta ci piace davvero molto perché è la scuola della specificità, del singolo capace di  partire dalle fragilità per trasformarle in risorse.
Un tipo di scuola che ci auguriamo sia davvero realizzata.

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