Ogni 5 secondi nel mondo muore un bambino. Non è una novità, quante volte abbiamo sentito notizie di questo tipo? Tante, tantissime, ma ogni tanto succede che ce ne dimentichiamo, forse perché le sentiamo lontane, non nostre; o forse perché siamo così abituati alla loro esistenza da sembrarci riferite a situazioni immutabili, del tipo “che ci vuoi fare, è sempre stato così”.

Possiamo darci tutte le spiegazioni che vogliamo, ma resta il fatto che, ogni anno, quasi 7 milioni di bambini muoiono prima di aver compiuto 5 anni per cause facilmente prevenibili e curabili: morbillo, diarrea, malaria, polmonite, complicazioni neonatali, senza dimenticare la malnutrizione che aggrava lo stato di salute dei più piccoli, trasformandosi in concausa di un terzo di queste morti.

Ma com’è possibile che questo avvenga ancora oggi? Dopotutto non si tratta di malattie che potrebbero essere sconfitte con soluzioni a basso costo? Certamente, eppure avviene…

Qual è il criterio allora? Se sei fortunato, nasci nella parte del mondo in cui queste malattie esistono sì, ma non fanno la paura che fanno altrove?

Sì, questo è ciò che accade.  Peccato però, che, ancora una volta non si tratta di fortuna o sfortuna, ma di diritti, di leggi che valgono per tutti, nessuno escluso.

Ogni bambino ha diritto a vivere e di farlo nel modo più dignitoso possibile, non ci sono latitudini o longitudini che tengano, punto.

Ed è proprio su questi principi che è nata Regala un sorriso, aiuta un bambino, l’iniziativa promossa da Save the Children in collaborazione con Algida, storico brand Unilever, a sostegno della campagna Every One.

Una partnership che nasce dalla volontà di contribuire, con una donazione di 15 milioni di euro, al raggiungimento, entro il 2015,  di due degli otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite: diminuire la mortalità infantile e migliorare la salute materna.

Come? Con la realizzazione di progetti di promozione della salute materno-infantile volti a raggiungere oltre 2 milioni di donne e bambini, garantendo loro cibo, cure e assistenza. Un obiettivo ambizioso, ma possibile.

E noi cosa possiamo fare? Non stancarci mai di parlare per chi non ha voce, di tenere l’attenzione alta, non accettare passivamente quello che accade intorno a noi, non importa se vicino o lontano, non importa a chi.

C’è bisogno dell’impegno di tutti: di ognuno di noi, per ognuno di quei bambini e di quelle mamme. Every One.

Se volete contribuire anche voi alla campagna, scoprite come sostenere l’iniziativa su www.facebook.com/AlgidaItalia.

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