persone normaliQualche giorno fa abbiamo letto quanto accaduto al piccolo Luca morto per essere rimasto tutto il giorno chiuso nell’auto nella quale l’aveva dimenticato il suo papà.

La notizia ci ha impressionato, addolorato e, come spesso succede in questi casi, ha diviso l’opinione pubblica tra chi accusa senza attenuanti il padre e chi dimostrava compassione per quest’uomo devastato.

Ho letto sul Corriere una testimonianza di un padre al quale è successa la stessa cosa esattamente due anni fa. La sua bambina aveva 18 mesi e morì dopo tre giorni di ospedale. I suoi organi vivono in altri bambini.

Quest’uomo, che non chiede nulla ma dice “non siamo mostri!” sta naturalmente ancora attraversando il tunnel di un dolore incancellabile e chiama in causa i ritmi della vita di oggi, questo correre continuo, questo senso del dovere esagerato.

Dichiara: “Finisce che lo spazio per portare tua figlia all’asilo lo ricavi, non è che costruisci il resto su quello spazio.”

Ecco io credo che qui stia veramente un po’ l’errore della vita a cui siamo costretti a sottostare, soprattutto voi mamme e papà. Non è la vita, la società che viene costruita attorno alla famiglia ma, al contrario, è la famiglia che deve rubare tempo al lavoro per riuscire a sopravvivere.
Questo secondo me è e sarà la grande battaglia per il vostro futuro e per il futuro dei vostri figli. Riprendervi le vostre vite.

Finisco con altre parole di papà Lucio che ha perso la sua Elena: “Non siamo né mostri né pazzi. Lo so sembra impossibile e assurdo dimenticare un figlio in macchina ma io ci sono passato e lo posso dire: è successo a me, è successo ad altri prima e dopo di me e può succedere a chiunque. A persone normali, come noi.”

Facciamo in modo che non accada più ma attenzione prima di affermare a me non potrebbe succedere!

photo credit: © 2006-2013 Pink Sherbet Photography via photopin cc

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3 Comments

  1. Riprendersi la propria vita sarebbe una conquista per i ritmi della vita famigliare. Ma ci sono aziende in cui per le lavoratrici il fatto di avere figli è l’anticamera per le dimissioni, volontarie o meno.
    Come riprendersi la propria vita e rallentare a queste condizioni? C’è chi lo può fare lasciando il lavoro e chi non può permetterselo per una pura questione di sopravvivenza.

    • Nonna Maria

      Purtroppo hai mille ragioni Marina però non bisogna mai stancarsi di lottare per ottenere ritmi adeguati ad una famiglia. Non sono mai stata di quelli che non danno il giusto valore al lavoro e all’impegno che comunque anche una mamma deve mettere nel suo lavoro però almeno lavoro e famiglia dovrebbero avere pari diritti e dignità.

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