avvicinare i bambini alla naturaSapete cosa si festeggia il 5 giugno? È la World Enviroment Day, ovvero la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Io sono sempre d’accordo con le giornate dedicate a qualcosa, a patto che però generino momenti profondi di riflessione e iniziative significative e non diventino momenti isolati di perbenismo, che poi si perdono nel menefreghismo degli altri 364 giorni dell’anno.

Perché, allora, non ne approfittiamo per avvicinare i bambini alla natura, insegnando loro a rispettarla in modo più responsabile e consapevole e cercando noi per primi di adottare uno stile di vita un po’ più eco-sostenibile?

C’è una convinzione che dobbiamo trasmettere alle future generazioni: tutti noi, nel nostro piccolo, abbiamo il grande potere di cambiare il mondo e le cose che nel mondo non vanno bene… basta crederci e impegnarci da subito!

Iniziamo, allora, a dare il buon esempio non gettando MAI rifiuti a terra o dai finestrini dell’auto (neppure cicche di sigaretta o gomme da masticare!) e abituiamo i bambini:

  • a fare la raccolta differenziata e a riciclare (possono diventare veri e propri giochi!);
  • a non sprecare acqua, energia elettrica e cibo;
  • a “vivere” la natura.

Purtroppo, gli spazi verdi in città sono pochi e i nostri figli passano poco tempo all’aria aperta, eppure è un vero peccato che non possano approfittare delle occasioni anche educative che la natura offre!

Già la famosa pedagogista e scienziata Maria Montessori sosteneva che solo osservando fiori e piante da vicino – e non dai libri – si aveva la possibilità di scoprire tutta la vita che c’è attorno a noi. Il ricercatore americano Richard Louv, addirittura, ha recentemente individuato un “disturbo da deficit di natura”, che identifica proprio nel distacco dalla natura (a favore di una vita in luoghi chiusi e in qualche modo “artificiali” che non soddisfano adeguatamente le loro esigenze di crescita) la causa di stress, disturbi percettivi e mancanza di concentrazione nei bambini.

Michelle Obama ha creato un vero e proprio orto nella Casa Bianca, soprattutto per sensibilizzare i bambini sul tema della corretta alimentazione e, avendo raggiunto ormai la consapevolezza che la natura offre insostituibili occasioni di movimento, socializzazione e apprendimento, anche da noi sempre più scuole (già a partire dal nido) stanno avviando progetti didattici multidisciplinari di orticoltura ed “eco-alfabetizzazione”.

Anche a casa, comunque, ci si può trasformare facilmente in piccoli e grandi giardinieri anche se abbiamo poco spazio. Non è poi così difficile, infatti, far germogliare dei fagioli in un po’ di ovatta umida tenuta in un barattolo o delle piantine sul balcone e non avrà prezzo lo sguardo incuriosito e meravigliato dei nostri bambini davanti al miracolo della nascita! Se poi diamo vita ad un vero e proprio orticello, che soddisfazione sarà poterne mangiare i frutti! Persino i bambini che amano poco le verdure non potranno resistere ad un pomodoro o ad una zucchina, dopo aver scoperto che non nascono nelle cassette del fruttivendolo, ma sono il frutto dell’accurato lavoro delle loro manine! Saranno passati 25 anni, ma io ricordo ancora la gioia di aver preparato con mio nonno una parmigiana con le melanzane raccolte nel mio orticello!

Quali sono, allora, i benefici del prendersi cura di una piantina o di un pezzo di terra?

Il bambino:

> si esercita ad aver pazienza e ad impegnarsi, prescindendo da un risultato che non può verificare nell’immediato;

> diventa più responsabile, perché verifica che quel semino ha bisogno delle sue cure per germogliare;

> impara che impegno, costanza e amore danno sempre buoni risultati;

> apprende in modo multisensoriale: esercita abilità manuali, impara ad assaporare i frutti del suo lavoro, a sentire i profumi nell’aria, a riconoscere le piante e a controllarne trepidante la crescita;

> inizia a rispettare ed apprezzare la natura non in quanto concetto astratto, ma perché vissuta e sperimentata concretamente;

> vede stimolata la propria curiosità, si informa e si impegna per fare bene, imparando a fare ricerche e a collaborare con gli altri bambini e con gli adulti in un’esperienza condivisa che diventa anche occasione di socializzazione;

> può verificare il significato di filiera alimentare e avvicinarsi ad una più sana alimentazione;

> gioca e fa movimento all’aria aperta;

> fa esperienza di cosa significa un ecosistema, verifica l’importanza del sole, del vento o anche della pioggia e, comprendendo il ciclo della natura e delle stagioni, si avvicina anche al profondo significato della vita.

 

Quasi quasi mi è venuta voglia di trasformare anche la mia bimba in una piccola giardiniera e domani andrò a comprare tutto l’occorrente!

Care mamme – e lo dico per prima a me!- non trasaliamo se vediamo i nostri piccoli tutti sporchi di terra, ma diamo loro palette e rastrelli e godiamoci i loro occhi estasiati davanti al magico spettacolo della natura!

 

 

Per approfondire:

Oliverio Ferraris Anna et al, A piedi nudi nel verde, Giunti Editore, 2011

Da leggere con i bambini:

Contri Eliana, Lasagni Ermes, Il mio primo orto, De Vecchi, 2009

Contri Eliana, Lasagni Ermes, Il mio primo giardino, De Vecchi, 2009

 

Per giocare:

Imaginarium propone set di attrezzi per giardinaggio e orto in casa

 

Author

Laureata in Economia per inerzia e poi in Scienze della Formazione per passione, ora sono felicemente educatrice e mediatrice familiare (e ancora manager, ma solo per se stessa!). Adoro giocare con mia figlia, ma non mi sentirei completa senza il mio lavoro così, da brava – per modo di dire! - MammAcrobata, provo a conciliare tutto, a costo di star sveglia fino a tarda notte. Da anni, collaboro con diverse Associazioni che difendono i diritti dei minori e sostengono famiglie che vivono situazioni di disagio o sofferenza. Sono socia di un'Associazione, in cui mi occupo di formazione ed essendo appassionata di comunicazione e scrittura, sono anche scrittrice, blogger e web writer.

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