Le vacanze arrivano ogni anno d’estate e anche se lo sai non sei mai pronto. E sì che non è più come quando eri ragazzo quando sceglievi dove e quando andare all’ultimo minuto, tanto un buco in campeggio o un posto in un “non importa quale” villaggio lo si trovava last second.
Ora a febbraio tua moglie ti guarda e con aria preoccupata sospira “se non prenotiamo entro venerdì non troviamo più posto”. Ma cosa diavolo sta dicendo, pensi tra te e te, che non sappiamo dove andare, che tipo di vacanza fare e con chi… ma dopo anni di matrimonio ti limiti a dire “sì direi che è meglio se cominciamo ad informarci”. Risposta interlocutoria… ma che ti garantisce di vedere in pace il film che stavi guardando.
Da quel momento parte la ricerca del posto ideale, incrociando i siti di affitta – case per le vacanze con la guida dei camping e google heart. Naturalmente confrontando recensioni su internet, siti che paragonano le soluzioni estive, youtube, previsioni del tempo (perché già che ci sei magari trovi un sito che ti aiuta a scegliere tra la prima e la seconda di luglio in base a quando ci sarà più sole). Insomma, dopo una settimana di informazioni ne hai talmente tante e contraddittorie che ne sai quanto prima, solo con l’ansia di scegliere il posto sbagliato che cresce. Già perché una settimana fa avresti scelto a caso e ti saresti sentito meno in colpa a sbagliare. Allora ti confidi in ufficio e riparte il giro di informazioni, ma con il metodo tradizionale del passaparola.
Tutto questo mentre fuori nevica e tu stai pensando se conviene avere l’ombrellone in spiaggia o meno.
L’ansia sale: siamo alla prima di marzo e non hai prenotato. Se andiamo avanti così ci dovremo accontentare, ti dicono gli occhi accusatori di tua moglie a tavola mentre tu cerchi di sviare il discorso vacanze parlando di argomenti che hanno a che fare con il brutto tempo.
E alla fine prenoti… tipicamente nel secondo sito internet visitato (il primo fa banale e gli altri non li ricordi). La tensione sparisce (così come la caparra.. ma va beh), sparisce fino a 3 settimane dalla partenza per lei e 2 giorni dalla partenza per te.
A tre settimane dalla partenza tua moglie ti propone una serie di domande sulle quali mi sento di dare un consiglio agli altri papà: segnatevele che son sempre le stesse.
- Ci saranno le pentole? Ma anche quelle antiaderenti?
- E i piatti? (ma no, dai, si mangia con le mani in vacanza)
- Porto la pentola a pressione? Che un risotto ai funghi in riva al mare è la morte sua?
- Mi conviene portare qualche asciugamano in più? (in più rispetto a cosa ti domandi tu)
- La pasta secondo te la portiamo da casa che magari lì non la vendono?
- Portiamo la centrifugatrice (ve la ricordate?) che è vero che siamo in campeggio e non avremo il frigo ma come faccio a fare a meno dello spritz al gusto cetriolo?
E così via, di tutto di più. Tu temporeggi e si va avanti, mentre sul divano in casa si accumulano le cose da portar via.
Le cose precipitano a due giorni dalla partenza quando la tua laurea in materie scientifiche si scontra con la sua in quelle umanistiche e ti trovi a spiegare a tua moglie le equivalenze (se il salotto pieno di valige è di circa 15 metri quadri non ce la farai a farlo entrare nel baule della macchina che è di soli 5000 litri) e la fisica (ovvero la legge di incompenetrabilità dei corpi… se lì c’è la pentola a pressione la centrifugatrice non ci sta!)
Si arriva al venerdì sera della partenza. Una decina di papà partecipanti al tetris si trovano davanti al baule aperto della macchina e danno prova della loro abilità. Le mogli più brave ti forniscono tanti pacchettini, mentre chi ti vuole mettere in difficoltà usa solo samsonite extrarigide e dalle forme assurde.
Tenete lontani i bambini quando i papà caricano le macchine… volano paroloni… soprattutto quando caricano in macchina la centrifugatrice, la pentola a pressione e il set di taglieri di legno.
Finalmente è tutto pronto, la casa è vuota mentre la macchina è piena e tu sei pronto per i tuoi dieci giorni di ferie (perché c’è la crisi e non puoi permetterti di più).
Ah già, la tua roba. Beh in macchina non c’è più posto… ci pensi un attimo… beh starò sempre in costume e canotta, direi che basta il marsupio…. Anzi, mi offro di tenerle i suoi occhiali da sole che nella sua borsa non ci stanno.
2 Comments
ciao noi viaggiamo itineranti per l’europa e un po’ di cose le abbiamo imparate: poche valigie (semmai valutare la presenza di una lavatrice a metà vacanza da qualche parte), unn po’ di sano spirito di adattamento, e con il nostro motto “ogni posto vale la pena di essere visto, ogni viaggio vale la pena di essere fatto” affrontiamo il noto e l’ignoto. Però i nostri bambini hanno 6 e 10 anni e siamo un po’ fuori dal tunnel e viaggiamo con loro da sempre ( e poi …un panettiere o una gelateria ci saranno dietro l’angolo no?)
Mi sono divertita un mondo! Credo sia internazionale oramai il problema della sistemazione valigie. Per non parlare delle giornate in spiaggia, quelle meravigliose e rilassanti giornate in cui io e il marito ci trasformiamo in celenterati per riuscire a trasportare tutto quello che serve 😆